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Economia

Acciaio: anche in Romania taglio alla produzione, ma si spera in un 2025 migliore

Anche in Romania l’acciao è in crisi e si tagliano stipendi e produzione, ma si spera che, terminata la crisi attuale, anche politica, le cose possano migliorare

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Le difficili condizioni di mercato hanno spinto il leader rumeno dell’industria siderurgica ArcelorMittal Hunedoara a ridurre la produzione fino alla fine dell’anno.

Secondo una comunicazione fornita alla Borsa di Bucarest, il consiglio di amministrazione del produttore di prodotti lunghi ha deciso di ridurre la produzione dal 9 al 31 dicembre e di pagare il 75% degli stipendi ai dipendenti interessati da queste misure. Un taglio doloroso sia dal punto di vista economico sia sociale che mostra la difficoltà del settore siderurgico anche nell’Est Europa.

L’avviso del 6 dicembre citava anche le “difficoltà economiche affrontate dall’azienda a causa della mancanza di ordini e implicitamente del volume di produzione, nonché una misura per proteggere i dipendenti”. Non è stato immediatamente chiarito dove e di quanto l’azienda ridurrà la produzione, né a quale percentuale della capacità produttiva l’impianto è attualmente in funzione.

Interno di un'acciaieria

Interno di un’acciaieria

Un contributo significativo all’industria siderurgica

Il predecessore di ArcelorMittal, Mittal Steel, ha acquisito Hunedoara alla fine del 2003. L’impianto dispone di un forno elettrico ad arco con una capacità annua di 800.000 tonnellate di acciaio grezzo, che viene colato in billette quadrate 220×220 su una colata continua a due fili.

Più a valle, l’impianto produce laminati mercantili in forme quadrate, rotonde e piatte per i settori delle costruzioni e dei macchinari. L’impianto si trova nella regione storica della Romania centrale, la Transilvania, a circa 300 chilometri a est del confine con l’Ungheria.

Previsioni di miglioramento per il 2025

A fine novembre/inizio dicembre, anche il gruppo bancario multinazionale olandese ha abbassato le prospettive del PIL rumeno per il 2024 all’1% dall’1,3%. Il gruppo ha citato in parte il clima politico della regione,  a seguito delle elezioni parlamentari nello Stato dell’Europa orientale. Comun que alnche il resto d’Europa non sta vedendo una crescita galoppante.

Le elezioni si sono svolte il 1° dicembre e hanno visto i partiti di estrema destra ottenere guadagni significativi a scapito della coalizione di governo, composta dal Partito Socialdemocratico e dal Partito Nazionale Liberale.

Nel frattempo, le elezioni presidenziali del 24 novembre hanno visto il candidato di destra C. Lin Georgescu ottenere un numero significativo di voti contro il presidente in carica Klaus Iohannis, anche se la Corte costituzionale rumena ha annullato la tornata elettorale a causa di presunte interferenze russe.

Tuttavia, il rapporto di ING ha espresso un giudizio positivo sul 2025. “Nonostante l’incertezza dovuta al contesto elettorale in corso, prevediamo ancora un’accelerazione della crescita del PIL al 2,6% l’anno prossimo”, ha dichiarato ING nel suo rapporto del 2 dicembre.


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