Euro crisis
Abbiamo vissuto sotto le nostre possibilità: la crisi economica è semplicemente una truffa
Il campanaccio della propaganda mediatica continua a suonare e lo fa con forza inaudita, così accade che concetti semplicissimi diventano complessi quanto la fisica quantistica.
Ci continuano a dire che abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità. Signori, questa è semplicemente una gigantesca …..zzata!
Cerchiamo di capire come facciamo a trovarci i soldi in tasca visto che qualcuno (le banche) vorrebbe farci credere che la creazione monetaria sia un fenomeno metafisico. Ogni singola moneta che rimane nelle nostre tasche accantonandosi nei risparmi è dovuta alla spesa pubblica italiana o estera. Anche le banche commerciali in verità creano moneta, ma ovviamente al prezzo di salati interessi. Ergo ogni prestito alza la base monetaria solo temporaneamente ma non consente, per definizione, la creazione di risparmio. Infatti il risparmio in questo caso, costituito dagli interessi sui prestiti, si accantona unicamente nelle casse delle banche e viene drenato dalla collettività che dunque si ritrova con meno moneta di prima. In ogni caso per ripagare gli interessi alle banche commerciali serve che qualcuno crei fisicamente questa moneta, gli interessi si ripagano solo con il deficit dello Stato oppure non si ripagheranno mai.
Esempio facile. Anno zero di una comunità che passa dal baratto alla moneta. Lo Stato mette in circolazione dieci monete e non applica alcuna tassazione. In un’economia chiusa a quanto ammonteranno i risparmi dei cittadini a fine anno? Alle dieci monete emesse ed immesse dallo Stato.
Dopo dieci anni con questa politica il risparmio privato sarà di 100 monete. Lo Stato avrà un debito sovrano di 100 monete. Che cos’è il debito sovrano? Il dato contabile che rappresenta la quantità di moneta immessa da una Nazione che, udite udite, non può che essere più alto man mano che l’economia si sviluppa e cresce.
Bene. Che succede se lo Stato, improvvisamente, comincia a tassare più di quanto spende? Che piano piano si riprende la moneta emessa e ci sottrae risparmi.
Sapete cosa succede in Italia dal 1992? Esattamente quanto annunciavo nell’esempio. Il paese (per i vincoli imposti dai Trattati UE) tassa più di quanto spende, ovvero è in avanzo primario. Ogni anno sottrae moneta dai nostri risparmi in spregio all’obbligo costituzionale di incoraggiare e tutelare il risparmio in ogni sua forma imposto dall’art. 47 Cost. Come in un corpo a cui viene sottratto sangue, un’economia a cui sottraete moneta, inizia a soffrire e poi muore.
Se uno Stato tassa più di quanto spende potrebbe comunque creare (in via ipotetica) risparmio in un’economia aperta attraverso le esportazioni. Per fare questo occorre, in primo luogo, che i prezzi della produzione siano competitivi (deflazione) e che gli altri paesi siano disposti ad aumentare la loro base monetaria in misura sufficiente da sostenere il nostro export. Insomma a livello globale, il modello non è diverso da quello di un’economia chiusa, per creare risparmio occorre che il saldo complessivo tra spesa e tassazione mondiale sia positivo in favore della spesa: “ovvero il mondo deve complessivamente spendere più di quanto si tassa”. Il solo limite reale del pianeta è quello delle risorse naturali e non la moneta.
Oggi ci siamo bevuti il cervello ed abbiamo codificato limiti virtuali che impongono che ogni anno lo Stato dreni moneta dall’economia reale. Una simile politica uccide il paese, non perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità, ma esattamente per il contrario. L’assenza di moneta impedisce la piena occupazione e la produzione risulta sottodimensionata rispetto alle concrete capacità nazionali. Questo significa vivere sotto le capacità produttive di una nazione e non al di sopra. L’Italia è come una Ferrari obbligata a circolare in prima.
La crisi è pacificamente una truffa, un atto criminale. Ad un certo punto nella storia si è fatta passare l’idea che la politica monetaria dovesse essere ad appannaggio di banchieri privati che potevano sostituirsi agli Stati, creando moneta dal nulla al loro posto. In Italia ciò è avvenuto con il divorzio tra Banca d’Italia e tesoro del 1981. Da allora il debito non è più sovrano ma il suo rifinanziamento dipende dai mercati speculativi. Che pur ottenendo moneta dal nulla decidono, a loro piacimento, cosa comprare e quanto comprare, imponendo decisioni politiche agli Stati: ovvero le decantate riforme.
Cosa sono queste riforme? Facile, nel nome del dogma che abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità, dobbiamo smantellare la democrazia costituzionale ed ogni diritto.
Ecco che la truffa più semplice della storia non viene in alcun modo vista. Ovviamente chi crea denaro dal nulla ha anche comprato i media che quindi pompano la tesi anti Stato.
Attenzione, è vero che in un’economia globale, specialmente se si ha bisogno di prodotti stranieri, occore avere qualcosa da dare in cambio. Le fluttuazioni tra valute di paesi diversi dipendono anche da questo. La soluzione per mantenere alto il valore della propria moneta dipende da variabili economiche ma anche da variabili extraeconomiche. Come insegnano gli USA anche le corazzate mantengono alto il valore di una moneta, consentendone la creazione in quantità immense.
Non scomodando le forze armate, il metodo a disposizione di uno Stato per mantenere il valore della moneta è la leva fiscale. Ovvero se ho immesso troppa moneta ne dreno un po’ con il prelievo fiscale, con buona pace degli ignoranti che affermano che le tasse servano a pagare i servizi. Le tasse servono a fare politica monetaria, servono a mantenere alto il valore della moneta evitando spinte inflazionistiche.
Proprio in questo passaggio si è inserita la truffa posta in essere dal sistema bancario privato. Esiste infatti un metodo alternativo al prelievo fiscale per ridurre le spinte inflazionistiche. Ovvero il far pagare interessi sulla moneta emessa attraverso il tasso di sconto. Ovviamente tassare è assai impopolare per un Governo. Al contrario vendere le proprie obbligazioni a privati a tassi più alti, specialmente nel 1981, passava completamente inosservato.
Ecco la scelta più importante della storia. Non contengo le spinte inflazionistiche (peraltro create ad hoc con la falsa crisi petrolifera) aumentando le tasse, ma vendo le mie obbligazioni sui mercati, conferendogli anche il potere di creare moneta dal nulla al fine di non avere limiti nella domanda di titoli. Gli effetti sulle tasche degli italiani diventano indiretti e nessuno lo nota con la semplicità che sarebbe avvenuta aumentando la tassazione. Ecco come i politici sono caduti nella trappola del sistema bancario che , appena preso il controllo della moneta, ha immediatamente iniziato l’offensiva alle sovranità nazionali per arrivare ad espandere il proprio potere dall’economia alla società nel suo complesso.
La crisi nell’economia reale oggi c’è perché la finanza ci obbliga a vivere sotto le nostre possibilità di produzione per ripagare debiti virtuali inesistenti. La crisi è una truffa che qualsiasi PM minimamente consapevole dovrebbe rilevare domani.
Molto più complesso il rilievo di artifici e raggiri nel comportamento di una Vanna Marchi qualunque rispetto a notarlo in quello che fanno le banche oggi.
Pochi vecchi rimbambiti controllano i nostri destini sull base della carta igienica di cui si sono attribuiti la proprietà all’atto dell’emissione.
Questo tacito accordo tra banchieri e politici è la corruzione che dobbiamo spazzare via per salvare paese e mondo, sovranità è la parola chiave nel rispetto della Costituzione (artt. 1-11).
Ricordiamo alle Procure quindi di applicare l’art. 246 c.p.: “Il cittadino, che, anche indirettamente, riceve o si fa promettere dallo straniero, per sé o per altri, denaro o qualsiasi utilità, o soltanto ne accetta la promessa, al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa (omissis…)”.
Sveglia gente! La finanza è un gigante dai piedi d’argilla. Se siamo uniti è finita per loro. Il loro dominio passa solo per la nostra ignoranza.
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