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A 60 anni dalla morte di Enrico Mattei, ripartono le trivelle in Italia. Una boccata di ossigeno, con però un piccolo pericolo

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Sono passati pochi giorni dal sessantesimo anniversario della morte di Erico Mattei, 27 ottobre 1962, l’uomo che creò l’ENI e  che voleva l’autonomia energetica italiana, e questa scadenza è quasi casuale, ma finalmente il nuovo governo prende in mano il problema del gas e inizia a percorre l’unica strada possibile per fornire gas a prezzi accettabili al sistema industriale: l’estrazione e la destinazione all’industria nazionale del gas naturale italiano.

Come riporta un ottimo articolo di Sergio Giraldo sulla Verità, che vi invitiamo a leggere, il piano prevede la deroga al PITESAI, il piano creato da Conte per NON estrarre il gas, e l’aperturtura del giacimenti esistenti offshore oltre le 9 miglia marine , al di sotto del 45imo parallelo e con capacità oltre i 500 milioni di metri cubi. Solo giacimenti già certe, 39 miliardi di mc, non le probabili che sarebbero altri 44 miliardi di mc. Quindi solo il sicuro e non troppo a Nord, per non avere possibili fenomeni di subduzione della laguna veneta. Un piano quindi prudente, che comunque porterà ad un raddoppio delle estrazioni e an un 2 miliardi di mc in più di produzione nazionale, che sembrano poco, ma sono necessari per le industrie.

Le nuove concessioni saranno decennali e prevedono la cessione a prezzo controllato a GSE per il 75% per i primi due anni e al 50% per i successivi. un prezzo si controllato, ma che dovrebbe essere superiore ai 50 euro a Mw/h, quindi comunque molto conveniente per l’estrattore. Il gas andrà, con il sistema di sconti del “Gas release”, alle industrie energivore nazionali. Invece di dare sconti a pioggia, come faranno i tedeschi, siamo costretti a darli mirati e ripagati dal gas estratto: meno regalo, più sviluppo ragionato interno.

Quindi le nostre aziende energivore avranno un aiuto necessario, ma c’è un pericolo, calcolato: l’aiuto del “Gas release” viene a partire da gennaio 2023, ma non tutti gli impianti estrattivi saranno attivi a quella data. Quindi GSE concede uno sconto alle aziende prima di avere il gas previsto a disposizione, in anticipo sui tempi. Questo potrebbe portare a un certo aumento dei consumi, non più compressi dai prezzi elevati, con una riduzione delle scorte non ancora reintegrate dalle estrazioni. Un rischio che speriamo sia calcolato.

Si può fare di più? Si , si possono cedere, con uno schema simile, le risorse “Probabili” incentivando la ricerca di nuovi depositi, anche in vista dell’inverno 2023-24, nel quale non avremo le riserve piene di gas russo. Una mossa necessaria per non rivivere una crisi il prossimo anno.


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