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2027: Avremo la prima nave spaziale a fusione nucleare? Se si, non sarà della UE…

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La società britannica Pulsar Fusion ha raggiunto un’accordo con il Politecnico Federale di Zurigo (ETH) per sviluppare e testare il proprio sistema di propulsione ibrido, in parte chimico tradizione in parte al plasma, che permetterà di effettuale viaggi interplanetari. La spinta energetica fuori dall’atmosfera terrestre non sarà però la chimica, ma la fisica della fusione nucleare.

Pulsar Fusione  e ETH svilupperanno la fusione nucleare, il miracolo dell’energia quasi gratuita, ma in una forma che è possibile solo nello spazio, in assenza di gravità, dove il contenimento è molto più semplice. Pulsar ha sviluppato già due sistemi di propulsione, uno tradizionale, per portare in orbita il reattore a fusione e uno invece a plasma che si baserà sul reattore a fusione. Si tratta di un motore da oltre 1000 kg di spinta basato su un progetto di generazione di 2 MWh, che darà sia la spinta sia l’energia elettrica necessaria al funzionamento della navicella. Con questo tipo di propulsore Pulsar Fusion prevede di poter far giungere una sonda sino a Plutone in quattro anni.

Come mai questa società britannica non ha cercato collaborazioni o finanziamenti in Europa, ma si è rivolta alla piccola Svizzera e a una università di quel paese? Semplice, perché la burocrazia e l’ostilità europea erano troppo forti per garantire un accordo stabile con un’azieda britannica. La UE è una costruzione gelosa e distruttiva, come una cattiva moglie gelosa, e questo sta facendo perdere grandi opportunità nelle relazioni internazionali. Niente UE su Plutone.


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