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2016: un anno di default ?

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Il 2016 sarà un anno bisestile, e la cultura popolare vuole che “Anno bisesto, anno funesto”.

Effettivamente vi sono un insieme di indicatori che fanno prevedere un anno molto difficile per l’economia. PMI cinese, dati dell’export coreano, prezzi delle materie prime ancora bassissimi, Baltic index sotto 0, previsione meno rosee per l’economia USA con però interessi sul dollaro in rialzo sono tutti indicatori che dovrebbero suscitare una certa preoccupazione.

Normalmente i default di stati accadono in ondate, come si può facilmente desumere da questa analisi storica apparsa su Project Syndicate ad opera di Carmen Rainhart.

default waves

Questi default , come vediamo, avvengono in gruppo. I ricercatori mettono in luce i pericoli derivanti dai cicli legati ai flussi finanziari internazionali: questi flussi provocano una crescita degli investimenti e dei consumi nei paesi che se ne giovano, ma anche del loro indebitamento, per cui quando i costi interni di questi paesi li rendono meno competitivi o subentrano problemi esterni ecco tutto pronto per il default. Ricordiamo che però nel XIX secolo ci furono due default del Regno Unito e degli USA, mentre nel XX secolo fu la Germania a fare default.

Se ci fosse un’ondata di default quali sarebbero i possibili candidati ?

C’è sempre la Grecia, che ancora non esce dalla crisi e che non sembra essere completamente “Salvata” è che ha già fatto default pagamento al FMI. Poi c’è l’Ucraina, già in default sul debito alla Russia, anche se dietro questo fatto vi sono forti fattori politici. Puerto Rico ormai è ad un passo dal default, senza aiuti diretti usa.

Esiste poi il problema dei BRICS e degli altri paesi esportatori di materie prime. Il Brasile è in forte crisi, ma il suo debito pubblico è appena del 58% quindi ci sono ampi spazi di intervento e perfino il debito estero è sotto controllo. Lo stesso vale per l’India, con un debito pubblico del 66% in calo, mentre il debito estero è in forte crescita: potrebbero esservi dei default, ma difficilmente uno di stato. La Cina ha un debito enorme, ma quasi tutto interno. Alla Russia hanno, paradossalmente, giovatole sanzioni, che han visto il calo del debito verso l’estero, mentre il debito pubblico, ancorchè in crescita è sotto il 20%.  L’Indonesia ha una posizione simile sul debito pubblico, ma ha un debito estero in crescita. Insomma i BRIC potrebbero avere dei forti problemi economici, anche dei default limitati, ma difficilmente potranno fare default nel debito pubblico.

Lo stesso dicasi per i paesi OPEC, fatta eccezione per il Venezuela: anche se iniziano ad avere difficoltà di bilancio, hanno un indebitamento pregresso limitato, per cui è difficile che facciano un default nel corso del 2016.

Poi c’è l’Italia: una politica di bilancio molto ottimista, su una previsione di crescita irrealistica, un debito enorme in una moneta estera , perchè tale è l’euro…. Vedremo…

 

 


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