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15 Ottobre: nuova data finale per l’accordo BREXIT

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Mentre la UE spinge per un’altra estensione dei colloqui sulla Brexit , il primo ministro britannico Boris Johnson ha riferito di aver consegnato un ultimatum all’UE e ai suoi principali negoziatori per cuic se non ci sarà un accordo commerciale finale sulla Brexit da parte del Consiglio europeo riunione del 15 ottobre,  la Gran Bretagna andrà semplicemente avanti con i piani per uscire dal periodo di transizione con un accordo commerciale sui termini “australiani” , cioè sulla base degli accordi mondiali del WTO.

Quindi o accordo entro il 15 ottobre o Hard Brexit, o quasi. La cosa divertente è che mentre Johnson dava un secco ultimatum, il team dell’Unione affermava l’esatto contrario, cioè che le trattative proseguiranno  anche a novembre.

Da quando sono iniziati a febbraio,  i colloqui non sono andati da nessuna parte. le posizioni della UE e del Regno Unito sono troppo distanti su una serie di temi considerati fondamentali per entrambe le parti.  A questo punto divergono nettamente gli interessi delle parti anche sul tema della durata dei colloqui: la Gran Bretagna ha interesse a chiudere le trattative presto , in un modo o nell’altro, per poter esercitare i  propri diritti sovrani e concludere accordi internazionali, la UE ha interesse a far si che l’incertezza a la palude attuale proseguano. Attualmente Johnson ha incaricato Michael Gove, Brexiter ed un tempo suo avversario nella corsa alla leadership del partito, delle trattative.

Cosa succede adesso? Due sono i temi aperti:

  • le aree di pesca britanniche che i francesi  e gli olandesi vorrebbero continuare a sfruttare, mentre gli inglesi vorrebbero in esclusiva;
  • il desiderio della UE di imporre una sorta di diritto di veto su tutte le leggi di carattere industriale ed economico, ovviamente inaccettabile per Londra.

Fra i fronti che potrebbero riaprirsi c’è la questione dell’Irlanda del Nord: infatti una strategia che i conservatori adotterebbero per garantire una rottura netta, nel caso di fallimento dei colloqui,  è quella di approvare una legge che invaliderebbe di fatto gli impegni della Gran Bretagna sotto l’odiato “Irish Backstop”, cioè l’accordo raggiunto sull’Irlanda del Nord che la lascia priva di confini fisici con  la Repubblica d’Irlanda e la rende un terreno franco. Il FT, che per primo ha riportato la notizia, ha citato diversi funzionari dell’UE e del Regno Unito che hanno insistito sul fatto che tornare effettivamente sulla parola della Gran Bretagna saboterebbe i colloqui sulla Brexit, assicurando efficacemente che il Regno Unito esca dall’UE alla fine dell’anno.

Questa decisione però  metterebbe  l’Irlanda in grave difficoltà, dato che riceve  ed invia molto prodotti tramite i porti inglesi, e darebbe una forte spinta ai nazionalisti dell’Ulster e Irlandesi, creando una situazione esplosiva.


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