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In Grecia finirà nel sangue? Il prezzo della libertà sarà ancora una volta questo?

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Continua il poco spazio dato dai media, forse per paure di un effetto emulativo, alla reale situazione in Grecia dove da alcuni giorni la rivolta è ormai esplosa.

Circa sei ore fa Rai news ha dato un interessante aggiornamento. Nella sostanza i blocchi stradali degli agricoltori che protestano contro l’austerità tagliano letteralmente in due il paese. L’autostrada principale che corre dal nord al sud della Grecia è quasi interamente paralizzata. La rivolta, la sacrosanta rivolta del popolo greco, non solo continua ma diventa più intensa di ora in ora. Vi sono poi molti altri blocchi in provincia e ai valichi di confine con Bulgaria, Albania e Macedonia.

Sempre secondo rai news si parla anche di un blocco, da realizzare nelle prossime ore, intorno ad Atene per impedire l’arrivo in città di alimenti freschi.

Prima dell’inizio di questo sciopero gli agricoltori erano stati chiari, avevano ampiamente annunciato che stavolta erano disposti a versare sangue. Le piccole imprese agricole d’altronde non lottano da sole e tantomeno non sono isolate. Hanno ottenuto la solidarietà di varie sigle sindacali, non ultimo quello di polizia del POASY, che ha anche richiesto l’arresto in flagranza dei membri della Troika, per crimini contro la nazione e la sua popolazione.

Non manca neppure l’appoggio delle imprese e della popolazione in generale, ormai stremata dalla cura criminale imposta al Paese.  Il Governo Tsipras al momento sta rispondendo con una certa cautela evitando gravi scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine, la cui fedeltà non è più certa a questo punto. Se il blocco durerà come annunciato si potrebbe davvero arrivare alla resa dei conti nel Paese.

Di ora in ora le possibilità che questa sia la fine del regno finanziario in Grecia aumentano. Come purtroppo aumentano le possibilità che tutto finisca nel sangue, paura condivisa anche dal Ministero della difesa greco che l’ha annunciato, senza mezzi termini, addirittura davanti al Parlamento. Purtroppo la storia in questo non fa ben sperare. Le dittature sono quasi sempre terminate con la violenza.

Ma d’altronde a questo punto al popolo greco cos’è rimasto? La gente aveva detto no all’austerità con un referendum. Ma il Governo ha tradito, infischiandosene del risultato. Dunque la legalità, sia sostanziale che formale, è quella rappresentata da chi, anche manifestando duramente, tenta di ripristinare la democrazia nel Paese.

La Grecia ancora una volta potrebbe tornare ad insegnare che la democrazia e la libertà non possono essere piegate a lungo dalla tirannide di un potere miope e sconsiderato.

Ora più che mai forza Grecia!

Avv. Marco Mori, blogger di scenarieconomici.it ed autore del libro “Il tramonto della democrazia – analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs.it


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