Attualità
Immigrazione e crescita economica in Italia, Spagna, Germania, Francia ed Inghilterra
Espongo nel seguito alcuni dati quantitativi sull’immigrazione in Italia confrontati con quelli di altri Stati europei comparabili (Germania, Francia, Inghilterra e Spagna).
I dati sono aggiornati ad ottobre 2013 e sono presi dalle tabelle Eurostat, che sono compilate con un’attenzione particolare per essere confrontabili tra Stati europei diversi. Dati aggiornati a febbraio 2010 sono stati pubblicati su noisefromamerika.org, nell’articolo Super-immigrazione italiana: per necessità economica o per disfunzione dello Stato? e su scenarieconomici.it nell’articolo L’immigrazione in Italia confrontata con Germania, Francia e Inghilterra.
Dal 2002 circa l’Italia accoglie un flusso netto di immigrati ai vertici mondiali, in rapporto alla sua popolazione
Per il flusso netto di immigrati, cioe’ il bilancio complessivo del numero degli immigrati meno quello degli emigrati per anno, esistono dati Eurostat che ritengo attendibili, a partire dal 1990: tasso di immigrazione netto negli Stati UE (immigrati per 1000 abitanti). I dati corrispondono al totale dell’immigrazione, sia legale che illegale. Gli immigrati illegali possono essere riportati con un qualche ritardo, ma alla fine sono ragionevolmente accurati e attendibili perche’ i numeri stimati si basano su dati attendibili di censimenti e liste di residenti, e dati certi su mortalita’ e natalita’ all’interno degli Stati.
Il primo grafico mostra i flussi di immigrazione netta in migliaia di immigrati per anno.
Questi dati corrispondono con buona approssimazione, per l’Italia, ai dati dei rapporti Caritas-CNEL. Per meglio confrontare Paesi con diverso numero di abitanti e’ pero’ opportuno considerare i flussi in rapporto alla popolazione residente, come fa il grafico che segue.
In rapporto alla popolazione residente, l’immigrazione netta in Italia e’ aumentata drasticamente a partire dal 2002 e da quell’anno e’ rimasta ai vertici mondiali, superata solo dalla Spagna. Nei primi anni della recente grave crisi economica la Spagna ha velocemente portato a zero la sua immigrazione netta sia per effetto della crisi economica sia a causa di efficaci politiche governative di rimpatrio e di limitazione degli ingressi, iniziate durante il governo Zapatero. Specie negli ultimi anni e’ aumentata significativamente l’immigrazione netta in Germania, il Paese con economia relativamente piu’ florida in Europa. Dal 2003 al 2009 circa l’immigrazione netta in Germania e’ stata sostanzialmente zero, e nel periodo successivo alle guerre civili jugoslave e al crollo del comunismo e’ stata significativamente piu’ modesta dell’immigrazione recente in Italia.
L’immigrazione netta per 1000 abitanti in Italia dal 2009 in poi risulta la piu’ elevata tra tutti gli Stati confrontati. Se l’Italia viene disaggregata tra Centro-Nord (dal Lazio in su) dove vanno circa il 90% degli immigrati e Sud, l’immigrazione rapportata alla popolazione nel Centro-Nord e’ significativamente piu’ elevata della media nazionale riportata nei grafici.
Crescita economica e immigrazione
E’ plausibile che una forte crescita economica attragga un elevato numero di immigrati dai Paesi economicamente poveri. Il grafico che segue mostra l’andamento del PIL pro-capite dei Paesi considerati, fatto 100 il valore nel 1998, l’anno in cui viene fissato definitivamente il cambio tra lira ed euro.
Il grafico mostra la crescita economica impetuosa della Spagna dal 1993 fino all’inizio della crisi economica che stiamo attraversando ora. I flussi eccezionali di immigrazione in Spagna sono plausibilmente correlati con la crescita eccezionale del settore delle costruzioni di immobili, che ha prodotto infine una bolla immobiliare che e’ scoppiata con la recente crisi iniziata nel 2008. Allo scoppio della crisi il governo spagnolo e’ intervenuto riducendo praticamente a zero l’immigrazione netta nel corso del 2008 e 2009.
La Germania ha avuto per alcuni anni immigrazione netta praticamente zero, poi a partire dal 2009 il flusso di immigrazione netta aumenta significativamente. Questo aumento e’ plausibilmente collegato col fatto che la Germania ha avuto negli ultimi anni una crescita economica nettamente migliore rispetto al livello medio europeo.
L’Italia a partire dal 1998 circa ha la peggiore dinamica di crescita economica tra i Paesi considerati e una tra le peggiori del mondo intero. Negli anni di crisi dal 2008 in poi il ritardo economico dell’Italia rispetto alla media europea si e’ ulteriormente allargato.
L’Inghilterra ha avuto in tutto il periodo considerato una vigorosa crescita economica, ma il flusso di immigrazione, pur consistente, e’ rimasto nettamente inferiore a quello italiano.
La Francia ha avuto inizialmente flussi di immigrazione simili a quelli inglesi, che si sono progressivamente ridotti a partire dal 2006.
In conclusione, in Spagna e Germania i flussi di immigrazione hanno logiche che appaiono determinate da fattori economici e decisioni politiche. In Francia e Inghilterra, pur a fronte di tassi di crescita economica nettamente superiori all’Italia, il flusso di immigrazione rimane sempre molto inferiore all’Italia. Nel confronto tra Paesi diversi l’Italia risulta essere lo zimbello di tutta Europa, perche’ accoglie molti immigrati, oggi piu’ di tutti gli altri stati qui considerati, pur avendo la peggiore dinamica di crescita economica. Inoltre, dai dati disponibili non e’ visibile alcuna traccia di intervento regolatore dello Stato in materia di immigrazione. Dalla osservazione dei dati economici e dei flussi di immigrazione l’Italia sembra essere un Paese alla deriva, senza controllo, che subisce passivamente la pressione immigratoria che invece gli altri Stati appaiono capaci di governare.
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