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Il Vietnam deve iniettare 24 miliardi nella propria banca fallita, il 6% del PIL

Lo stato vietnamita deve iniettare 34 miliardi di dollari, il 6% del PIL, per salvare il proprio sistema creditizio. La Banca Centrale è intervenuta, ma c’è anche spazio fiscale

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Il Vietnam ha organizzato un salvataggio “senza precedenti” della Saigon Joint Stock Commercial Bank, un istituto di credito travolto dalla più grande frode finanziaria della nazione, secondo tre documenti bancari e nuove informazioni ufficiali fornite a Reuters da una persona che ha accesso ai documenti. Si parla di un intervento dell’ordine di 24 miliardi di dollari. 

“Senza prestiti dalle autorità pubbliche SCB crollerà”, secondo le nuove informazioni fornite a Reuters. “Se i prestiti continuano, la tesoreria nazionale si prosciugherà gradualmente”. La notizia viene riportata da Reuters

Le nuove informazioni descrivono anche la situazione come “senza precedenti” per il volume massiccio delle iniezioni di denaro, la complessità dell’operazione e la portata dei danni esistenti e potenziali al sistema finanziario del Vietnam.

Reuters non è stata in grado di stabilire se le conclusioni sull’impatto sulle casse dello Stato fossero ampiamente condivise da altri funzionari attualmente coinvolti nel monitoraggio della SCB.

Il debito pubblico del Vietnam è rimasto stabile l’anno scorso al 37% del prodotto interno lordo, mentre il deficit di bilancio è aumentato leggermente al 4,4% del PIL. Le riserve estere erano di circa 100 miliardi di dollari alla fine dell’anno, secondo la banca centrale. Si tratta di un aumento rispetto a circa 90 miliardi di dollari alla fine di ottobre, secondo l’osservatorio regionale indipendente ASEAN+3 Macroeconomic and Research Office.

Questo significa che vi è lo spazio di bilancio per poter intervenire, anche se il peso sarà considerevole: il debito pubblico attuale è di circa 160 miliardi di dollari, quindi l’intervento è dell’ordine del  del 15% del debito pubblico che dovrà essere emesso, circa il 6% del PIL.  Comunque per ora i fondi sono stati forniti dalla Banca Centrale e non c’è obbligo di trasferirli sul debito pubblico, Il Vietnam, per loro fortuna, non è nella UE.

All’inizio di aprile, la banca centrale della nazione del Sud-Est asiatico aveva pompato 24 miliardi di dollari in “prestiti speciali” alla SCB, secondo uno dei documenti della banca visti da Reuters, che fornisce aggiornamenti quotidiani dal 29 marzo sulle iniezioni complessive della banca centrale.

I prestiti sono leggermente rallentati, ma in media hanno superato i 900 milioni di dollari al mese negli ultimi cinque mesi, secondo quel documento, un secondo documento con aggiornamenti dal 15 marzo al 20 marzo, e un terzo documento di novembre con aggiornamenti mensili da ottobre 2022 a ottobre 2023.

Tutti a ritirare i depositi. Un bel bank run in salsa tropicale

Le iniezioni di contanti della Banca di Stato del Vietnam, precedentemente non dichiarate, nella SCB ammontano al 5,6% della produzione economica annuale della nazione, o circa un quarto delle riserve di valuta estera del Vietnam.

La banca centrale ha posto la SCB sotto la sua supervisione per arginare la corsa alla banca scatenata dall’arresto del magnate immobiliare Truong My Lan nell’ottobre 2022. Da allora, la SCB ha utilizzato le iniezioni per coprire i prelievi di contanti, secondo uno dei documenti bancari, che la SCB ha inviato alla banca centrale a novembre per rendere conto del suo utilizzo dei prestiti.

Dopo l’intervento della banca centrale, i depositi della SCB sono crollati dell’80% a circa 6 miliardi di dollari entro dicembre 2023, secondo le nuove informazioni ufficiali della fonte. Si tratta di un Bank Run un una dimensione che non si vedeva forse da un secolo e che mostra come l’intervento della autorità sia stato sin tardivo.

La SCB potrebbe esaurire i depositi entro la metà dell’anno al ritmo attuale, e i prestiti inesigibili sono saliti al 97,08% del saldo creditizio della SCB a ottobre: i prestiti, l’attivo, si è dissolto nell’aria e chi ha versato i propri risparmi, costituendo il passivo bancario, è corso a ritirarli prima di vederlo sparire. Il problema è che senza attivo è dovuto intervenire lo stato…

Lan, il magnate il cui arresto nell’ottobre 2022 ha scatenato la corsa della banca, è stata condannata a morte giovedì scorso  dopo essere stata riconosciuta colpevole di aver organizzato la frode. Si era dichiarata non colpevole di appropriazione indebita e corruzione per aver presumibilmente sottratto 12,5 miliardi di dollari di prestiti da SCB a società di comodo, controllando di fatto SCB tramite procuratori.

Lan, in passato una figura di spicco della finanza vietnamita, farà appello al verdetto del Tribunale del Popolo di Ho Chi Minh City, ha detto uno dei suoi avvocati.

Ovviamente la condanna a morte della Lang non ha migliorato la situazione della banca, perché non ha generato soldi dal nulla, ma, sicuramente, avrà una funzione dissuasiva sul management del settore.

Dong vietnamita

Cercasi ristrutturazione bancaria

Il settore bancario del Vietnam sta già affrontando rischi maggiori a causa delle prolungate turbolenze nel settore immobiliare. L’azione penale per frode fa parte della campagna anti-corruzione “fornace ardente” delle autorità, che ha innescato la crisi immobiliare, pesando sull’economia e offuscando le prospettive delle banche.

La banca centrale e il governo hanno ripetutamente cercato aiuto per la SCB dal settore privato, in particolare facendo appello agli investitori stranieri, secondo i media statali, nonostante le restrizioni come il tetto del 30% alla proprietà straniera combinata delle banche vietnamite.

Alla fine dello scorso anno, la banca centrale ha incaricato la società immobiliare privata Sungroup di elaborare un piano di ristrutturazione della SCB, secondo le recenti informazioni della fonte e di tre persone che hanno familiarità con il piano. Sungroup non ha risposto a una richiesta di commento.

Qualsiasi piano di ristrutturazione si baserebbe sulla valutazione dei beni immobiliari utilizzati da Lan e dalle sue società come garanzia per i prestiti, ma lo status legale di questi beni è spesso poco chiaro, in quanto molti sono ancora in cerca di permessi e alcuni hanno violato le regole sul suolo pubblico o i permessi, secondo le nuove informazioni.

La famiglia Lan ha stimato i beni a 30 miliardi di dollari, ha detto un rappresentante della famiglia a Reuters questo mese, mentre la società di valutazione del mercato Hoang Quan, ingaggiata dalla banca centrale per una valutazione, li ha valutati circa 12 miliardi di dollari, secondo un documento pubblico di novembre della polizia, che ha dettagliato le presunte malefatte di Lan. Questa differenza di valore sarà la base per comprendere se il salvataggio della banca sarà una perdita o meno per lo stato vietnamita.

Quello che non ha più coraggio di fare l’Occidente

Il sistema creditizio del Vietnam viene sicuramente a necessitare di una riforma per migliorare l’autiditn e i controlli interni della banche, ma riesce a fare quello che è ormai impossibile nei paesi occidentali. ritenere i vertici  bancari penalmente resposnabili per le proprie azioni.

Quanti manager bancari sono stati condannati nelle crisi finanziarie dal 2009 ad oggi nei paesi occidentali, e quanti hanno effettivamente trascorso la propria condanna in carcere, nonostante gli enormi danni portati al sistema finanziario e ai rispearmiatori? Vi basterà una mano per contarli, Eppure ci sono stati clamoroosi scandali fra USA, Germania , Svizzera e Italia.  Però ormai da noi vige l’impunità.

 


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