Attualità
I dazi USA sulle auto elettriche mettono nei guai l’Europa
A giugno Bruxelles avrebbe dovuto decidere sui dazi alle importazioni di auto elettriche dalla Cina sulla base dei contributi concessi ai produttori. I dazi del 100% decisi da Biden ora mettono la Commissione nell’angolo
Una decisione sull’imposizione di dazi provvisori sui veicoli elettrici prodotti in Cina è attesa per la scadenza del 5 giugno; si ritiene che Bruxelles abbia raccolto ampie prove dell’esistenza di sovvenzioni nel settore e della loro distorsione del mercato europeo.
Però gli USA hanno messo nei guai la UE. Il piano del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden di imporre tariffe d’importazione del 100 percento sui veicoli elettrici made-in-China è visto come un modo per costringere Bruxelles ad agire, e anche per dare alla Commissione un punto di riferimento rispetto al quale calcolare dazi più elevati.
“Penso che questo aumenti la pressione affinché l’UE imponga tariffe anche sui veicoli elettrici cinesi, nella parte più alta della fascia tra il 20 e il 60 percento”, ha dichiarato Rem Korteweg, esperto di commercio e geopolitica presso l’Istituto Clingendael, un think tank olandese.
“Dà all’UE la copertura per farlo. Bruxelles può indicare la DC e dire che sta perseguendo un approccio coordinato”.
A Bruxelles c’era già la sensazione che il precedente dazio statunitense del 27,5% sui veicoli elettrici cinesi significasse che l’Europa era il loro mercato di esportazione più logico. Infatti l’export di auto cinesi elettriche negli USA era praticamente nullo. Con il dazio al 100% questa spinda dalla Cina verso la UE diventa ancora più forte.
Una ricerca condotta da Rhodium Group il mese scorso ha rilevato che il dazio antisovvenzioni medio dell’UE è del 19 percento e l’analisi ha ipotizzato che Bruxelles avrebbe bisogno di un dazio di circa il 50 percento per impedire l’arrivo di un diluvio di EV cinesi nei suoi porti.
L’Europa, tanto per cambiare, è divisa
Alcuni Stati membri dell’UE con grandi legami automobilistici con la Cina, tuttavia, hanno espresso la loro opposizione a qualsiasi spinta per eguagliare gli Stati Uniti, o per imporre tariffe sulle importazioni.
“Non vogliamo smantellare il commercio globale, è un’idea stupida”, ha dichiarato questa settimana il Primo Ministro svedese Ulf Kristersson, secondo quanto riportato da Politico. “Le tariffe punitive come soluzione unica non sono una buona idea per i Paesi importatori ed esportatori”. Non a caso la svedese Volvo è del gruppo cinese Geely holding group.
Parlando allo stesso forum in Danimarca, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che “attualmente almeno il 50% delle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina proviene da marchi occidentali che producono in loco e importano in Europa”. Quindi l’imposizione dei dazi alle auto prodotte in Cina verrebbe a comportare un aumento dei prezzi di auto vendute con marchi europei! Un bell’autogoal.
La Commissione ha l’autorità di imporre dazi provvisori sulle importazioni senza il sostegno degli Stati membri. Ma questi dovrebbero essere votati dalle capitali a maggioranza qualificata se dovessero diventare permanenti.
Fonti della Commissione hanno dichiarato che non è stata presa alcuna decisione e hanno insistito sul fatto che nogiusen è stata avvertita alcuna pressione. La resistenza degli Stati membri era stata anticipata, e c’è la sensazione prevalente che se Bruxelles si tirasse indietro ora, apparirebbe debole agli occhi di Pechino.
In un’intervista a Bloomberg questa settimana, Macron ha ribadito il suo sostegno alla sonda.
“Non è un’agenda geopolitica, non vogliamo ricattare e respingere una parte della produzione, ma vogliamo essere sicuri che sia giusto. È giusto avviare indagini precise, esaminare nei dettagli la situazione e rivederla. Se siamo deboli, se siamo minacciati dal fatto che si possono avere misure di ritorsione, non si fa quello che si deve fare”, ha detto Macron.
L’imposizione dei forti dazi sulle importazioni cinesi renderebbbe ancora più costoso il passaggio alla mobilità alettrica per i cittadini europei, perché appare evidente che il mito dell’auto europea elettrica a basso costo è, appunto, un mito, come l’araba fenice. Quindi senza auto cinesi bisogna scordarsi l’incremento della mobilità elettrica. L’ennesimo fallimento programmatico della Commissione e, in generale, delle politiche di transizione realizzate senza tener conto del mercato e dei tempi della tecnologia.
Secondo il rapporto Rhodium, “le importazioni di EV dalla Cina nell’UE sono aumentate da 1,6 miliardi di dollari nel 2020 a 11,5 miliardi di dollari nel 2023, rappresentando il 37% di tutte le importazioni di EV nel blocco”.
“Mentre la quota di mercato dei modelli EV prodotti in Cina nel mercato europeo è aumentata solo leggermente, raggiungendo il 19 percento, la quota dei marchi cinesi e di proprietà cinese è aumentata notevolmente negli ultimi due anni”.
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