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Cina e Tajikistan rafforzano i legami per la prevenzione del terrorismo nei due stati

Pechino vuole prevenire quello che è successo a Mosca, anche considerando che lo Xinjiang in passato è stata una regione oggetto di attentati. Perché la Belt and Road on è solo economia

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La Cina mira a rafforzare i legami con il Tagikistan nel quadro regionale, ha dichiarato il suo diplomatico di punta, impegnandosi al contempo ad “approfondire la cooperazione in materia di sicurezza e a combattere risolutamente tutte le forme di terrorismo” con la nazione dell’Asia centrale.

Il Ministro degli Esteri Wang Yi, che ha incontrato il Presidente del Tagikistan Emomali Rahmon a Dushanbe sabato, e ha affermato che la Cina attribuisce grande importanza alle esigenze del suo vicino e si impegna a cooperare nelle industrie emergenti e nello sviluppo economico. Però la Belt and Road non è solo un’iniziativa economica, ma anche un modo con cui la Cina cerca di estendere la propria influenza nella sicurezza e prevenire eventuali problemi interni da influenze esterne.

La parte cinese “sostiene fermamente” le strategie di sviluppo proposte da Rahmon che danno priorità all’efficienza energetica, alla sicurezza alimentare, ai trasporti e all’industrializzazione, ha aggiunto Wang, secondo una dichiarazione della parte cinese. Oltre a unire le mani sui meccanismi di sicurezza e antiterrorismo, “le due parti possono rafforzare la cooperazione nelle Nazioni Unite, nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e nel meccanismo Cina-Asia Centrale, [in modo da] salvaguardare gli interessi comuni dei due Paesi e di altri Paesi in via di sviluppo”, ha dichiarato.

La visita di Wang a Dushanbe fa parte di un viaggio di quattro giorni in Tagikistan e Kazakistan, che comprenderà una riunione dei ministri degli Esteri della SCO nella capitale kazaka Astana, a partire da lunedì.

La Cina e i cinque Paesi dell’Asia Centrale senza sbocco sul mare – che comprendono anche Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan – hanno formalizzato il loro meccanismo di cooperazione durante un vertice di alto profilo ospitato dal Presidente cinese Xi Jinping nella città nord-occidentale di Xian un anno fa.

L’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO), invece, è un raggruppamento regionale politico, economico e di sicurezza creato da Cina, Russia e quattro Stati ex sovietici dell’Asia Centrale nel 2001. I suoi nove Stati membri includono oggi l’India, il Pakistan e l’Iran, che ha aderito ufficialmente lo scorso anno. Il Turkmenistan, che professa una “neutralità permanente”, è l’unico Paese dell’Asia Centrale a non essere membro della SCO.

Pechino ha posto sempre più enfasi sui legami con l’Asia Centrale, nel tentativo di contrastare quella che il Presidente Xi ha definito una campagna occidentale guidata dagli Stati Uniti di “contenimento, accerchiamento e soppressione della Cina”.

La leadership cinese spera anche di rafforzare i legami con la regione, data la sua importanza strategica e geografica per l’Iniziativa Belt and Road guidata da Pechino, mentre l’influenza della Russia nella regione post-sovietica sembra diminuire, poiché è coinvolta nella sua prolungata guerra in Ucraina.

Xi e il suo omologo russo Vladimir Putin, in una dichiarazione congiunta dopo l’incontro di giovedì a Pechino, hanno concordato di “continuare a sviluppare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i Paesi della regione dell’Asia Centrale e di rafforzare la collaborazione nell’ambito delle organizzazioni e dei meccanismi internazionali, compresa la [SCO]”.

Un problema di terrorismo

La nota ha aggiunto che Rahmon e Wang hanno scambiato opinioni su questioni relative alla sicurezza, “principalmente [sul] confronto con le minacce e i pericoli del mondo moderno”, mentre è stata prestata “grande attenzione” al rafforzamento della cooperazione multilaterale, soprattutto nell’ambito della SCO e del formato “Cina più Asia Centrale”.

In Tajikistan c’è stato un aumento degli atti di terrorismo recentemente, e, come sappiamo , sono quattro tajjiki ad essere stati accusati per gli attentati a Mosca. Nello stesso tempo però questo stato viene a confinare con lo Xinjiang, regione cinese a maggioranza musulmana che non accetta facilmente la cinesizzazione.

Per questi motivi i due paesi hanno concordato un rafforzamento delle relazioni anche nell’ambito della cooperazione per la sicurezza, con un aumento dello scambio informativo legato alla prevenzione del terrorismo. Un altro modo nel quale la Cina cerca di normalizzare la propria situazione interna tramite le relazioni esterne.

 

 

 


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