Cultura
Wittemoon, ovvero la maledetta Chernobyl d’Australia che fa ancora vittime
Nell’emisfero meridionale esiste un’area di molti kmq completamente chiusa per la sua pericolosa contaminazione nota da decine di anni che la rende molto pericolosa e che non verrà sanata nel prossimo futuro, tanto da portare, come accadde nell’area di Chernobyl, all’abbandono e alla distruzione di una città. Solo che la contaminazione in questo caso non è nucleare, anche se non per questo meno pericolosa. Parliamo della città di Wittenoom.
La morte blu, derivata dal colore del minerale dell’amianto crocidolite, permea l’area del Pilbara, nell’Australia nord occidentale. Soffia con venti cocenti sulla vasta area interna nordoccidentale dell’Australia Occidentale, bagnando con le piogge della stagione umida le pianure alluvionali del fiume Fortescue.
Al centro della zona vietata si trova la città fantasma di Wittenoom, con il suo sfondo inquietantemente bello di scarpate rosse e gole verdi che confinano con il Parco Nazionale Karijini, una delle destinazioni turistiche più spettacolari dello stato.
L’amianto blu estratto da queste parti per decine di anni, dagli anni 40 al 1966, continua a uccidere chi vi lavorava, ma non solo. Uccide i bambini – ora adulti – che hanno abbracciato i loro padri polverosi a casa dopo lunghe giornate a lavorare le fibre mortali.
Il mesotelioma, la più mortale delle malattie legate all’amianto, non ha cura. Si tratta di un cancro doloroso e aggressivo che attacca il rivestimento dei polmoni e dell’addome, uccidendo molte vittime già pochi mesi dopo la diagnosi.
Tale è il periodo di latenza medio, secondo il governo federale, si prevede che più di 40.000 australiani moriranno di malattie legate all’amianto nei prossimi 15-20 anni, come risultato diretto dell’estrazione, della produzione e dello stretto contatto con il materiale.
Da una promessa all’inferno
Nel 1917, il Dipartimento delle Miniere registrò per la prima volta la presenza di amianto blu negli Hamersley Ranges. All’inizio degli anni ’30, Lang Hancock scoprì Wittenoom Gorge e grandi depositi di minerale asbestoso.
Nel 1937, Hancock mostrò campioni di amianto blu (crocidolite) che aveva raccolto nella gola a Islwyn Walters e Walter Leonard, che stavano estraendo e trattando l’amianto bianco a Nunyerrie e a Lionel vicino a Nullagine. Quando Hancock venne a sapere che la fibra avrebbe fruttato 70 sterline la tonnellata, prese la concessione di Wittenoom Gorge. Un’altra richiesta venne presentata per Yampire Gorge.
Nel 1940, ventidue uomini furono impiegati nei lavori di Yampire Gorge e circa 375 tonnellate furono estratte e trasportate da carri di muli fino alla costa a Point Samson. Nel 1943, la Colonial Sugar Company, attraverso la sua controllata, Australian Blue Asbestos Ltd., rilevò sia le miniere di Wittenoom che quelle di Yampire. Nacque la città di Wittenoom per dare un alloggio alle centinaia di lavoratori che si occupavano dell’estrazione del minerale. In totale vissero oltre 20 mila persone in questa città
A causa della mancanza di redditività, tuttavia, la miniera di Wittenoom fu chiusa nel 1966, lasciandosi dietro un insediamento, ma anche migliaia di tonnellate di residui minerari blu volatili che contenevano il 5% di amianto. Non solo: date le sue capacità isolanti l’amianto venne sparso come isolante sui tetti, nei giandini e nelle strade, per proteggere dal calore estivo.
Come è prevedibile i casi di mesotelioma fioccarono, sterminando intere famiglie. Eppure il pericolo dell’amianto era noto dagli anni trenta.
Una città vuotata e rasa al suolo
Nel 2016, Wittenoom aveva solo tre residenti permanenti che hanno sfidato l’intenzione annunciata dal governo dell’Australia occidentale di rimuovere i servizi, disconnettere l’energia elettrica, acquisire obbligatoriamente le rimanenti proprietà private e demolire la città. Nel settembre 2022 l’ultimo residente è stato sfrattato.
Nel novembre 2006, un rapporto dei consulenti GHD Group e Parsons Brinckerhoff ha valutato i continui rischi associati alla contaminazione da amianto nella città e nelle aree circostanti, classificando il pericolo per i visitatori come medio e per i residenti come estremo. Nel dicembre 2006, il ministro per il Pilbara e lo sviluppo regionale, Jon Ford, dichiarò che lo status di Wittenoom come città sarebbe stato rimosso e, nel giugno 2007, annunciò che lo status di città era stato ufficialmente rimosso.
Sia il Dipartimento della Salute che un revisore accreditato dei siti contaminati hanno esaminato il rapporto, e quest’ultimo ha riscontrato che la presenza rilevata di fibre di amianto libere nei suoli superficiali dei siti campionati presentava un rischio inaccettabile per la salute pubblica. Il revisore ha raccomandato che l’ex sito cittadino e le altre aree colpite definite nel rapporto siano classificate come “Contaminate – È necessaria la bonifica”. Il 28 gennaio 2008, il Dipartimento dell’Ambiente e della Conservazione ha classificato Wittenoom come sito contaminato ai sensi del Contamination Sites Act 2003.
Eppure montagne di residui di amianto blu rimangono nel Pilbara. Intorno a Wittenoom si trovano più di tre milioni di tonnellate di sterili, contenenti fino al 5% di amianto blu. Le discariche mortali sono il prodotto dell’attività mineraria iniziata negli anni ’30 e terminata nel 1966 – 60 anni dopo che le prime morti dovute all’amianto furono formalmente riconosciute dal Parlamento britannico nel 1906.
La pulizia di quest’area costerebbe centinaia di milioni di dollari, ma nessuno li vuole pagare, e gli unici abitanti, gli aborigeni, continuano a rischiare la vita.
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