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W il MASOCHISMO come stile di vita!

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Sembra che da poco tempo qualche politico più curioso si sia interrogato sugli ABOMINEVOLI surplus della bilancia commerciale tedesca che, a partire dal 2002, ha totalizzato circa 2500 miliardi di dollari USA come differenza tra esportazioni-importazioni.

Eppure tali dati sono disponibili da sempre. O meglio, sono disponibili mese per mese e anno per anno ma, come ben sapete, il politico, al contrario dello statista, vede solo il ritorno elettorale di scelte fatte per l’immediato.

Come è potuto accadere?

I meriti sono stati esclusivamente della sbandierata “superiorità” teutonica?
O è colpa della pochezza, dell’insipienza e del masochismo dei politici del resto d’Europa?

Per cercare di capire analizzeremo per l’ennesima volta i saldi delle bilance commerciali delle maggiori 4 economie della UE (nell’ordine: Germania, Francia, Italia e Spagna), a cui ho voluto aggiungere Grecia e Portogallo, la prima già fallita e la seconda incamminata sulla stessa strada.

Il primo confronto lo facciamo su gruppi di anni.
Nel 1979 prese il via lo SME (Sistema Monetario Europeo) ordinario (prevedeva una svalutazione/rivalutazione annua delle monete confluitevi del +/-6,5%) che durò sino al 1987, anno in cui partì il cosiddetto “SME credibile” (la svalutazione/rivalutazione annua fu ristretta al +/- 2,5%).
Anni–Germania/Francia/Italia/Spagna/Portogallo/Grecia
1970-78..-65………8……-4……-12……-12,6……-17,9
1979-86..-191……-37….-15…….0……..-21,6……-30,4
1987-94..-19………5…….72……-70…….-48………-74
—————————————————————————–
1970-94…-275….-24……53……-82……-82,2….-122,3 Totale (25 anni)
È straordinario notare come sia indietro la Germania (che però era quella che dichiarava l’inflazione più bassa al mondo e vedeva ogni giorno salire il valore del Marco). In questi anni, dei Paesi presi in esame, la sola Italia riuscì a venirne fuori positivamente grazie proprio al colpo di coda del 1992 (abbandono SME) di cui parleremo più diffusamente in seguito.

Il secondo confronto lo facciamo invece nei periodi delle crisi petrolifere che fecero salire vertiginosamente l’inflazione mondiale.
Anno Germania/Francia/Italia/Spagna/Portogallo/Grecia
1973-77…-38……..-1……-13….-17……….-9,4……-11,6
1980-84…-156……-39…..-27….-5………-18,4……-23,1
Totale …..-194……-40….-40….–22………-27,8……-34,9 (Totale delle 2 crisi petrolifere)
Anche questo confronto, ristretto unicamente agli anni delle crisi petrolifere, parla da solo: la Germania ha totalizzato perdite maggiori della somma degli altri 5 Paesi presi in esame. Eppure erano sempre i tedeschi che certificavano un’inflazione nettamente più bassa degli altri, mentre il loro Marco continuava a rivalutarsi a dismisura.

Da questo quadro esce prepotente un’evidenza: l’industria e la classe dominante tedesca ha preferito tenere alto il valore del Marco facendo pagare le spese alla propria classe lavoratrice (ho già scritto in passato sull’argomento https://scenarieconomici.it/tarokken-jobs/).

Chiunque conosce (o dice di conoscere) le nozioni basilari della macroeconomia dovrebbe sapere che, per contrastare l’indebitamento netto estero portatore di INFLAZIONE IMPORTATA, la prima operazione da fare è una SANA SVALUTAZIONE monetaria, atta a “sconsigliare” i propri concittadini ad acquistare prodotti e servizi esteri.
Come molte volte ho già dimostrato, i governi italiani in carica a partire dalla prima crisi petrolifera (1973) agirono sul cambio della Lira per mera difesa: l’inflazione veniva scaricata interamente sul cambio per evitare che le produzioni e i servizi nazionali non riuscissero più ad essere competitivi rispetto a quelli esteri INNANZITUTTO in Patria, con la conseguente pesantissima perdita occupazionale. Tale sanissima pratica, come effetto collaterale, rilanciò all’estero i prodotti e i servizi italiani (turismo in primis).

Chiaramente siffatta possibilità NON è per TUTTI: i politici illuminati che attuarono tale pratica, evidentemente conoscevano benissimo la macroeconomia e, non di meno, conoscevano ancor meglio la FORZA dell’industria e del turismo nazionale. Ergo, prima di iniziare a parlare a vanvera, facendo paragoni improponibili con Argentina, Grecia, Portogallo o Zimbabwe sarebbe opportuno capire le dovute MACROSCOPICHE differenze. Nessuno di queste pur rispettabilissime nazioni ha un tessuto industriale degno di nota,ne è mai stata nel gotha internazionale: l’Italia è ancora oggi nel G10, e in un passato non lontano arrivò ad un passo dal QUARTO posto assoluto, dietro a USA, Giappone, Germania e Francia; per cui, i confronti, se proprio dobbiamo farli, dovranno essere fatti con realtà molto simili alla nostra.

Come abbiamo scoperto, il problema principale resta il differenziale annuo di inflazione tra i vari Stati e come scaricarlo; in passato l’Italia restò bloccata nello SME credibile dal 1987 al 1992: in ognuno di quei 5 anni avemmo un’inflazione media del +5% rispetto alla Germania che però non poteva più essere scaricato sul cambio: Soros & co. se ne accorsero e specularono pesantemente su Lira e Sterlina inglese. Alla fine, dopo aver depauperato TUTTE le riserve di valuta pregiata (£51mila miliardi di controvalore) ma prima di intaccare le riserve auree, nel settembre 1992 l’Italia dovette forzosamente abbandonare quello che era l’antenato dell’€uro.

Come andò a finire?

Finì che gli stessi giornalisti demagoghi che sino al giorno prima dell’uscita dell’Italia dallo SME annunciavano peste e carestia neanche un anno dopo dovettero ricredersi tessendo elogi con tanto di titoli roboanti.

Se avete ancora dubbi residui, andate a vedere nella tabella che segue come dal 1993 la bilancia commerciale italiana riprese a crescere. Anzi, a CORRERE.

Bastò quella durissima lezione?
Alla Gran Bretagna si, a noi no!

W il MASOCHISMO come stile di vita!

Nella seconda metà del 1995, i nostri politici (sostituiti in blocco dal processo “mani pulite” del 1992) furono convinti ad accelerare il processo per l’ingresso nell’€uro, firmando la CONDANNA a MORTE del Belpaese e dando vita alle maggiori “svendite” di patrimonio pubblico della storia d’Europa.
A chi ancora non fosse chiaro, nel 1996 i cambi delle monete che sarebbero confluite nell’€uro erano già FISSI: la Lira, scivolata sino a 1260 contro il marco tedesco, dovette rivalutare pesantemente per riallinearsi al nuovo cambio FISSO contro la divisa alemanna, posto a 990 (990 lire per UN marco tedesco) e rimase così sino a qual fatidico 01/01/2002.

Adesso l’ultimo confronto….
Anno Germania/Francia/Italia/Spagna/Portogallo/Grecia
1996……23……..26……60……3……….-9………..-15
1997……28……..41……47……5………-10………-13
1998……30……..37……39……-2………-12………-15
1999……19……..31……23……-11…….-13………-16
2000……6………13……11……-18…….-13………-18
2001……37…….16…….16……-15…….-12………-18
2002……90…….22…….11……-14…….-10………-20
2003……95…….16…….8……..-21…….-11………-24
2004……138……8………12……-42…….-15………-23
2005……144…..-14…….-1…….-60…….-18………-22
2006……163……-23…..-16……-79……-18………-30
2007……233……-40…..-5……..-97……-18………-43
2008……228……-60…..-19……-93……-25………-50
2009……162……-48…..-12……-28……-17………-37
2010……185……-58…..-40……-30……-17………-28
2011……189……-83…..-31……-15……-10………-23
2012……202……-58…..22…….10…….-1………..-13
Totale..+1972….-174…+125….-507…..-229……..-408

È più che evidente che a partire dal 2001 la Germania ha cominciato ad inanellare saldi di bilancia commerciale crescenti, molto superiori a quelli di Italia e Francia, ovvero gli abituali e più agguerriti concorrenti manifatturieri europei.
Nello specifico si nota come sino al 2000 fosse l’Italia a far la parte del leone … poi QUALCOSA cambiò: arrivò l’€uro!
In Germania avevano ben capito –studiando per anni proprio questi numeri- che solo imponendo il cambio rigido avrebbero potuto salvarsi: con l’€uro sarebbe cessata l’indipendenza delle banche centrali nazionali e con essa l’indipendenza stessa degli Stati partecipanti. Loro sapevano benissimo che non avendo più l’ombrello del cambio gli stessi Stati sarebbero divenuti AZIENDE. E da che mondo e mondo l’azienda più grande fagocita la più piccola. Fu allora che il piano di deflazione salariale, pronto da chissà quanto tempo, fu messo in campo; nel 2002, con la scusa di abbassare la disoccupazione, inventarono il mini-jobs (Hartz IV): milioni di lavoratori pagati 400 euro al mese per 4 ore di lavoro giornaliero, per 5 giorni la settimana.

Quali furono i risultati?

Vedete voi stessi come cresce il saldo della bil. Comm.: a partire dal 2002 passa da 37 a 90 miliardi, crescendo in appena UN anno quasi del +350%!!!!! Andando qualche anno più avanti nel tempo la dinamica è ancora più LIMPIDA: nel 2005 i tedeschi totalizzano +144 miliardi (quasi +500% rispetto al 2002!!!!), mentre tutti gli altri, asimmetricamente, vanno in NEGATIVO!!!! Tale dinamica, favorita dall’esplosione del DEBITO PRIVATO spinto dalle differenze dei tassi d’interesse delle singole Banche Centrali (molto basso nella core-zone e, manco a dirlo, molto alto nella periferia) innescò le diverse bolle immobiliari che poi sono DEFLAGRATE all’indomani dello scandalo dei sub-prime in USA. Per restare sui numeri: nel 2008 l’attivo di bil. Comm. tedesca conobbe l’apoteosi, facendo registrare un +228 miliardi (+720% dal 2002!!!!), mentre tutti gli altri –anche l’Italia- vedevano crescere a dismisura il debito estero. Poi, come spiega benissimo il “Ciclo di Frenkel”, ai primi sentori di crisi, i capitali abbandonano la periferia per rifugiarsi nella core-zone e i NON-più Stati vedono l’esplosione del debito privato trasformarsi in debito pubblico, sino ai vari commissariamenti orditi dalla UE che hanno portato la Grecia dov’è e che porteranno nel burrone Portogallo e Spagna prossimamente.

La sottoccupazione di massa come regola fondante della U€

Da molti eminenti studi si evince che la produttività di ogni singolo lavoratore è tanto più alta quanto più basso è il tempo lavorato stesso: un operaio dà il 110% nelle prime 3-4 ore di lavoro (soprattutto se la mansione svolta è particolarmente faticosa). Tale percentuale di produttività tende a scendere al 90% dalla quinta ora e scende addirittura sotto al 70% al superamento della sesta ora di turno.
Non che io non sia d’accordo a lavorare tutti e per meno tempo: sono i conti che NON mi tornano affatto! Il salario di chi lavora 4 ore dovrebbe essere pari ai 2/3 della paga standard di 8 ore.

Ma a quel punto l’industriale di sicuro ci perderebbe.

Quindi, la compressione salariale diffusa tramite la sottoccupazione di massa del modello tedesco è ad esclusivo vantaggio delle classi dominanti.
Anche perché, tenendo la metà della popolazione perennemente a dieta ferrea l’inflazione resterà bassa sine dia.

Le “riforme” di cui parlano tanto i vertici nazionali ed €uropei sono la perpetrazione del modello tedesco ben chiaro sin dai tempi dei campi di concentramento di hitleriana memoria: “il lavoro rende liberi”.

Questo studio si ferma la 2012, anno in cui la moneta comune –fotti il tuo vicino- €uro avrebbe dovuto essere disinnescato, e fummo davvero vicinissimi.

Segnatevi pure questa data e ricordate che la U€ e l’€uro imploderanno proprio grazie all’insostenibilità di tali marchiane dicotomie: la matematica NON PERDONA!
Quando quei numeri cominceranno ad andare stretti anche alla Francia, l’altro socio di maggioranza della U€, vedrete cosa accadrà!
A breve toccherà ai cuginastri transalpini fare i masochisti: toccherà anche a loro la parte “passiva”.
Sono però certo che più durerà il giochino contronatura è più sarà forte il “dolore”.

…però un dubbio mi assale prepotente…
Avete mai provato a fare la spesa in Belgio, Olanda, Francia o Austria?
Anche a voi è passata la voglia di mangiare?

… e ditemi, non vi sembra alquanto strano che fare la spesa in Germania –il più ricco Paese di €urolandia- costi meno che nel meridione d’Italia?

Non sarà mica che un’importante quota di popolazione vive molto vicina all’indice di povertà relativa o conclamata?
Anche negli USA fare la spesa costa poco …. sarà solo un fortuito caso?

Quando il sadico avrà esagerato nella tortura, il masochista -se sarà ancora vivo- si ribellerà, ma non un minuto prima!

Roberto Nardella

arbeit macht frei


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