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Voto in Abruzzo, la febbre della domenica sera.

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Una notte abruzzese per scoprire chi sarà il Tony Manero del Governo – Luigi Di Maio o Matteo Salvini?– da qui sino alle Europee di maggio, altro che bisticci sulla Tav o dotte analisi giuridiche sul caso Diciotti, con il voto su Salvini e su quella domanda amletica, processare o non processare il Ministro dell’Interno? Nell’alleanza grillo-leghista più che il tempo degli interrogativi è il momento della sfida da ballo, dove a pesare saranno i voti. Non una febbre del sabato sera ma della domenica sera visto che le urne, per le regionali in Abruzzo, chiuderanno domenica 10 febbraio alle 23. E dopo non ci saranno supercazzole da pronunciare né analisi costi/benefici da mettere su, ci sarà semplicemente da vedere chi ha vinto. Contando i voti. Perché in Abruzzo, dove oggi Salvini chiuderà la campagna elettorale per il candidato alla guida della Regione, assieme ai suoi vecchi alleati delle politiche – Silvio Berlusconi leader di Forza Italia e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia – c’è una partita aperta. I 5 Stelle, in Abruzzo stanno infatti da un’altra parte, contro Salvini ma soprattutto misurano se stessi, dopo questi mesi di alleanza di Governo nazionale con la Lega. Perché misurano se stessi? Per il semplice motivo che in Abruzzo, nella circoscrizione, i grillini alle politiche del 2018, era il marzo scorso quindi meno di un anno fa, arrivarono di un soffio sotto al 40%, un risultato di gran lunga superiore alla loro media nazionale, dove pure risultarono il primo partito. La Lega, alle politiche del 2018 si fermò di pochissimo sotto il 14% mentre il centrodestra si attestò al 35 e passa per cento, comunque sotto ai 5 Stelle. Per questo, per l’evidenza di un successo, i 5 Stelle non potranno non guardare a quanti voti prenderanno domenica in Abruzzo. Un voto che avrà, comunque vada, delle ripercussioni politiche sul Governo grillo-leghista, a cominciare da oggi quando Salvini tornerà accanto a Berlusconi e Meloni seppur per un voto locale. Ma guardiamo gli scenari possibili del dopo urne, mentre cresce la febbre politica della domenica sera. Se i grillini si fermeranno tra il 35 ed il 39%, seppur in calo, il voto regionale non avrà grandi rinculi sul Governo Conte, anche se la Lega dovesse fare un buon risultato. Se i 5 Stelle invece si attesteranno tra il 30 ed il 35%, sconfitti e ridimensionati, allora le tensioni si faranno sentire, perché non c’è dubbio che nell’equilibrio di una coppia, ed il Governo è una coppia, Lega-5S e Salvini-Di Maio, i rapporti di forza e di carattere pesino. Eccome. Se poi il Movimento 5 Stelle dovesse scendere sotto il 30% prevediamo un allarme giallo per il Governo, dato che perdere 10 punti percentuale di voti su 40 significa perdere un quarto dei voti. Lo scenario catastrofico per il Governo, al punto da richiedere nervi saldi a tutti, da Conte ai due vicepremier Salvini e Di Maio sino ai parlamentari della maggioranza, si spalancherebbe con il partito di Grillo sotto al 25%. Un allarme rosso che potrebbe accelerare le tensioni tra i due alleati in vista delle regionali in Sardegna del 24 febbraio ma soprattutto delle Europee di maggio. Mettendo a rischio persino la tenuta dell’alleanza. Per queste ragioni la campagna d’Abruzzo per il Governo gialloverde è qualcosa di più di una semplice elezione regionale. È il gran ballo della domenica sera dove si sceglierà il Tony Manero politico da qui alle Europee. Perché “il futuro non si fa fottere. Semmai fotte te”. Quindi, stayin’ alive. Restare vivi.Sarebbe già un successo.

Massimiliano Lenzi, Il Tempo, 7.2.19


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