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Economia

Volkswagen chiude storica fabbrica in Cina: la vera ragione dietro l’addio a Nanchino

Volkswagen chiude lo stabilimento di Nanchino in Cina con SAIC. Dietro la decisione, non solo la logistica ma la feroce guerra dei prezzi che sta rivoluzionando il mercato auto cinese.

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La casa automobilistica Volkswagen e il suo partner cinese SAIC chiudono il loro stabilimento comune a Nanchino. La produzione è già ferma, come ha appreso il quotidiano Handelsblatt da diverse persone informate sui fatti. La chiusura avverrà gradualmente nella seconda metà dell’anno.

Lo stabilimento si trova nel cuore della Jiangning Economic and Technological Development Zone, un parco industriale non lontano dal centro della metropoli di Nanchino, che conta nove milioni di abitanti. Inaugurato nel 2008, era stato originariamente progettato per una capacità produttiva annua di 360.000 veicoli. Negli ultimi tempi vi venivano assemblati, tra gli altri, la Passat con motore a combustione interna di VW e la Skoda Superb, sebbene con un utilizzo ridotto degli impianti.

Secondo le stime degli ambienti aziendali, la posizione stessa dello stabilimento sarebbe stata uno svantaggio: la vicinanza al centro urbano densamente popolato avrebbe reso difficili sia i lavori di ristrutturazione che i collegamenti logistici. Una trasformazione per la produzione di auto elettriche sarebbe stata costosa e inefficiente, motivo per cui è stata presa la decisione di chiudere.

L’obiettivo è quello di restituire l’area alla città. La produzione rimanente sarà trasferita allo stabilimento vicino di Yizheng, a circa 70 chilometri di distanza.

Intanto il sistema produttivo cinese è nel mezzo di una guerra competitiva all’ultimo sangue: BYD ha annunciato un aumento delle vendita del 31% , fino a 2,1 milioni di macchine, nei primi sei mesi del 2025, il tutto a seguito di una campagna di sconti molto aggressiva e tale che perfin o il governo cines si è sentito in obbligo di intervenire.

Anche se ufficialmente Volkswagen  trasferisce la sua produzione altrove, appare evidente che la chiusura della fabbrica di Nanchino, un impianto con neanche 20 anni di vita, non può essere dovuto soltanto alla cattiva posizione dellimpianto, ma a un ambiente estremamente competitivo sul prezzo in cui i margini vengono tagliati seccamente, mettendo a rischio la redditività degli investimenti. ormai la Cina non è più il paradiso per le case automobilistiche tedesche.


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