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Volkswagen paga un superbonus ai suoi 100’000 dipendenti

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Questo è il titolo sulla FAZ, che nel sottotitolo ci lascia intendere che nonostante il “Dieselgate” Volkswagen sta benissimo ed è reduce di un gran successo 2018. Il bonus sarebbe salito del 16% a 4’750€ in rispetto all’anno precedente, ovvero un bel 760€ in più per tutti i dipendenti “contrattuali” dell’azienda. In Germania lavorano circa 289’031 dipendenti nei stabilimenti Volkswagen, dei complessivi 642’292 su scala globale. Quindi solo un terzo dei dipendenti tedeschi potrà gioire del superbonus.

Comunque sia, vi risparmio la traduzione dell’articolo che a me dà molto di manifesto pubblicitario Articolo FAZ VW-Bonus . Vorrei piuttosto analizzare i dati dell’azienda prima e dopo lo scandalo delle centraline contraffatte per regolare l’emissioni. Inizio però con un’altra news molto scottante che era uscita su tutti i media tedeschi negli ultimi giorni. La corte federale di Karlsruhe ha dato ragione agli acquirenti di vetture diesel, in una sentenza datata 22 febbraio 2019, nella quale viene affermato che la suddetta tecnologia d’emissione fosse un grave difetto di conformità. I giudici hanno inoltre ritenuto che i concessionari non possono rifiutare la sostituzione delle vetture vendute, con la scusa che non venissero più fabbricate. Comunque i clienti hanno diritto di risarcimento o riparazione, se questa fosse possibile. E a questo punto l’articolo della FAZ ci dice, che il clima macroeconomico per Volkswagen nel 2019 viene aspettato più burrascoso, senza però alludere alle conseguenze dello scandalo diesel. Vediamo se FAZ ha preso un granchio?

L’asset azionario di Volkswagen prima del Dieselgate viaggiava attorno ai 175-180€ per azione, dopo lo scandalo si abbassò in un primo momento a fine ottobre 2018 fino a 134€ e a 135€ a fine gennaio 2019, al momento la situazione borsistica sembra abbastanza stabile attorno ai 150€, salvo piccoli lanci a ribasso appunto quando escono le news sulle decisioni delle diverse istanze (mondiali). Come vedete dal grafico comunque la situazione resta molto altalenante e l’articolo sulla FAZ va letto anche in questa prospettiva, ossia una “good news” rivolta a tranquillizzare il mercato, dipendenti e i vari stakeholder.

Il volume d’affari di VW è attorno 231 mlrd., incalzata però da Toyota con 210 mlrd. Ancora nel 2017 proprio la FAZ annunciava trionfante, come grazie all’invasione della tedesca sul mercato cinese, appunto la Volkswagen ha sorpassato l’allora più grande produttore d’automobili. Il testa a testa continua senza indugi anche nel 2018, non avvertendo cali di vendite significativi. Che questo potrebbe avvenire nel 2019 è indubbio, ed è già stato preventivato abbondantemente da diversi analisti, che hanno inoltre fatto notare quanto sia stato significante l’affitto del parcheggio dell’aeroporto BRE (Berlin-Brandenburg) da parte di Volkswagen per il deposito di vetture invendute. Ne avevo già scritto su queste pagine, quando parlai dell’aeroporto che non ce – la costruzione infinita di uno scandalo tutto tedesco. Pare che questi momenti poco gloriosi appaiano piuttosto spesso per un economia così virtuosa come quella tedesca…

Che ce un calo industriale in Germania, è un dato di fatto e lo abbiamo analizzando seguendo i dati dell’import notevolmente a ribasso nel 2018. Come abbiamo visto un aumento della disoccupazione di un significante mezzo punto, da 4.7% a 5.2% per la fine dell’anno scorso. Forse su Scenari Economici abbiamo il naso? O semplicemente analizziamo i dati disponibili, mettendoli in relazione con il contesto globale nel quale ci muoviamo? Quello che dovrebbe fare un analista, no? E appunto quegli analisti dovrebbero essere così informati da poter vedere la stretta relazione tra il calo della produzione industriale tedesca e la nostra recessione. Purtroppo la nostra produzione industriale si basa moltissimo sulla componentistica, specialmente il Nordest è una delle prime macrozone europee che induce proprio alla grande produzione tedesca. Pensate che 40% di una Volkswagen è prodotta in Italia, parliamo di componenti che vanno dall’interior design, alle componenti meccaniche, dall’impianti d’iniezione fino alle componenti d’elettronica. Entro 120 km, da Verona a Venezia, vengono difatti prodotti volanti, valvole, gomme e cerchioni, impianti frenanti, iniettori, testate, sedili, ecc, ecc, ecc. Insomma è impressionante, ma ogni paesello produce un pezzettino di BMW, Volkswagen, Mercedes o Opel. Proprio ieri dissi ad un mio amico economista, che bisognerebbe tagliare i “gioiellini” a quelli che hanno creato un Italia dell’indotto. Questa forte dipendenza da altre macroeconomie, specie quella tedesca, non può portare solo benefici. Quello che disse quel signore della sinistra “lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno in più”, quello si era sbagliato e ci ha condotti in una gran brutta situazione! Lei professor Prodi, che è un grande economista, perché non ci parla di come ha potuto sbagliarsi in maniera così grossolana. Non pensa d’essere uno dei responsabili della distruzione del sogno Europeo? E ora che siamo in questa situazione, quale sarebbe la soluzione? Le do una notizia, Nicola Zingaretti non porterà alcun beneficio!


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