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L’Italia sarà probabilmente il primo paese visitato da Donald J. Trump, cerchiamo di mettere a frutto cotanta attenzione ed amicizia

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Il conte Gentiloni Silveri in qualità di primo ministro Italiano – vedremo se degno erede della troika italiana che l’ha preceduto – ha ricevuto la chiamata da Trump negli scorsi giorni: vicinanza all’Italia, amicizia storica e magari qualche dettaglio su prossimi progetti comuni nel Mediterraneo che l’Italia dovrà supportare (…). Certamente pochi minuti dopo la telefonata i rappresentanti di Parigi a Roma sono stati informati degli eventi addivenire (…).

Detto questo è importante sottolineare un fatto: probabilmente Trump visiterà l’Italia come primo paese, forse fatto salvo un suo intervento alla NATO, che non è detto sarà prima del G7 a Taormina (courtesy of Axios/Alex Brandon AP/Zerohedge).

Primo punto: gli amici siciliani devono fare in modo che tutto fili liscio, sappiamo che la terra sicula ha un extra servizio segreto insuperabile, quello che permise uno sbarco alleato senza sparare un colpo guarda caso contro i nipoti degli avversari americani attuali (leggete il recente editoriale di Der Spiegel sulla nuova presidenza USA e mi direte). Ecco, bene, che tutto fili liscio al prossimo G7. Tutto sommato ne sono sicuro, è questione di onore italo-americano.

Secondo, non so se avete notato ma fino a Maggio prossimo Donald J. Trump non visiterà alcun paese straniero. Il motivo è semplice: Trump, con la sua politica anti-elitaria che guarda gli interessi del proprio paese è un problema per molti nel mondo, soprattutto coloro che ricchissimi hanno sempre comandato, dalla seconda guerra mondiale e fin anche dalla prima. E che magari oggi giocano per scalzare gli USA dal ruolo di dominus quanto meno in Europa. In tutto questo si ricordi sempre che basta che gli USA smettano di fare debiti ovvero smettano di consumare beni importati che gli esportatori seriali farebbero crack per mancanza di clienti, appunto gli esportatori (ad es. tedeschi) prosperano grazie ai consumi USA.

Le elites globali, la cui ricchezza tutto sommato non è stata intaccata nemmeno dal post Norimberga, sono sempre lì, forti e soprattutto vive e vegete, come sempre a comandare.

Sapete perchè? Tali elites sono quelle che i patrimoni (enormi) li hanno sempre posseduti, da generazioni. Non li hanno guadagnati, sono nobili ricchi. O meglio ricchi che piano piano sono diventati nobili, la storia insegna. Basti pensare ai Thyssen, ai Krupp. O anche ai Quandt, la famiglia che detiene la BMW, nipoti diretti di Goebbels.

Mah, quando si parla di evoluzione umana….

In ogni caso date un’occhiata alla tabella che precede: la ricchezza patrimoniale mondiale suddivisa per provenienza e geografia. Va notato che esistono paesi in cui la ricchezza patrimoniale è di fatto tutta ereditata e questi sono i paesi europei: Finlandia, Danimarca e soprattutto Svezia e Germania, in misura minore la Francia (anche il CIle andrebbe menzionato, famoso buon retiro nazista del periodo post bellico). Non a caso il blocco svevo-tedesco è contraddistinto da una storica e prorompente fede nazista e nazional-socialista, in tempi passati. Poi alcuni esempi in Asia, principalmente la Korea del Sud.

Queste sono le vere elites globali, a cui – sigh – le neoelites in erba fanno riferimento.

Si noti che la Germania, che ha subito una guerra che l’ha distrutta 75 anni fa, è riuscita incredibilmente a preservare i propri patrimoni elitari. Il motivo? La Svizzera, i ricchi tedeschi depositarono tutto lì prima della fine del Reich. Ed infatti il record di patrimoni non dichiarati nella Confederazione fino al 2010 non era nè italiano, ne francese nè di paesi conosciuti come evasori ma…. capitali tedeschi! Ci siamo capiti.

Tornando a bomba (…), Taormina è tanto geograficamente vicina alle elites più pericolose del mondo – le stesse che hanno annunciato che l’omicidio di Trump sarebbe una possibile “soluzione” per evitare il proprio tracollo, detto da chi ha innescato un paio di guerre mondiali fa certamente paura – per cui dobbiamo stare in campana. Il G7 di Taormina è un onore per noi italiani, siamo il più grande alleato USA non anglosassone, a maggior ragione….

Eppoi Taormina è lì, davanti alla Libia, il pozzo di petrolio a pochi chilometri dall’Europa su cui i nuovi poteri EU hanno messo gli occhi e le mani. Che non sia che al prossimo G7 festeggeremo la liberazione della Cirenaica dai francesi, ehm…. dall’ISIS.

Mitt Dolcino


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