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VINCITORI E VINTI, E POI?

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Cari amici,

il giorno del giudizio  giunto, e non è stato pietoso. Non voglio fare il solito pezzo noioso e ripetere quello che già avrete sentito in TV o alla radio. per cui sarà rapido ed indolore:

I VINCITORI:

M5s: per meriti propri o demeriti di terzi, comunque è il chiaro vincitore. In netta crescita rispetto al 2013 , supera quota 31%. Gli italiani sono veramente stufi dei governi tecnici o paratecnici, delle personalità imbalsamate, dei giochi di corridoio. Quali vantaggi ha il M5s?

  • aver confermato la propria crescita nonostante una comunicazione ostile e risultati amministrativi non brillanti;
  • avere comunque relativamente poche bocche da sfamare, cioè poche persone da piazzare a posti fissi. La lista dei ministri, nel momento in cui non si ha la maggioranza assoluta ma si deve trattare, deve venir messa da parte;
  • essere il partito con il boccino in mano e poter, almeno teoricamente, giocare con la politica dei due forni, appoggiandosi al CSX o al CDX a seconda della situazione.

Ci sono anche forti punti deboli:

  • l’inesperienza di governo nazionale, anche se gli “Esperti”, stile Monti, hanno fatto solo dei grandissimi disastri;
  • una posizione molto poco chiara nei confronti dell’Europa e dell’Euro. Ricorda molto il “Partito istituzionale rivoluzionario” messicano, cioè un ossimoro.
  • aver promesso, o creato notevoli aspettative, al Sud, proprio l’area dove l’azione di un governo sarà più complessa.

LEGA: la lega passa dal 4 al 17 e rotti% , ad un punto  e mezzo dal PD. Salvini ha preso la Lega stracotta maronian bossiana, entrata in parlamento per il rotto della cuffia, e l’ha portata ad essere il terzo partito nel paese. Aver preso a bordo Borghi e Bagnai, oltre ad aver avuto una dialettica chiare, precisa, senza se e senza ma, ha pagato, anche grazie agli errori colossali del PD, dei governi e dell’Europa, a partire dalla gestione incredibile dei flussi migratori.

I punti di forza:

  • la presenza di persone tecnicamente preparate, che possono costituire un nucleo in grado di gestire la futura politica economica;
  • una  guida chiara e precisa. Se queste elezioni dicono qualcosa è l’azzeramento di ogni opposizione interna. Salvini è più forte di quanto perfino sia mai stato Bossi;
  • aver vinto sul campo la leadership del centrodestra, in modo chiaro, semplice e definitivo;

I punti di debolezza:

  • i voti sono stati concentrati al nord ed al centro. Ottima la Toscana, ma sotto Roma non si è riusciti a raggiungere gli stessi risultati, nonostante un 11% in Sicilia e lo 6,7% in Puglia. Ad essere ottimisti si è rotto il ghiaccio, ma poco di più;
  • ci sono alcuni punti fondanti che non possono essere eliminati da nessun programma, come la gestione dell’immigrazione e le questioni europee, che necessiterebbero un governo a guida leghista che non può esserci in questa fase;
  • dover definire i rapporti con gli alleati del centrodestra.

 

Tra i vincitori “Minori” ricordiamo Fratelli d’Italia che entra in parlamento con una pattuglia non secondaria

 

I VINTI

Partito Democratico: Il PD va sotto la soglia psicologica del 20%, fermandosi poco sopra il 19 e facendosi quasi raggiungere dalla Lega.Si parla di dimissioni di Renzi, cosa probabile, visto che prima aveva giurato che non le avrebbe date. Il PD resta vivo solo in aree delimitate del paese (Alto Adige, alcune aree della Toscana e dell’Emilia) e nei centri delle grandi città, per il resto, perfino in aree dove governa, come la Puglia e la Campania, viene sonoramente battuto. La cosa divertente è che comunque è un partito renziano, anche più di prima, eppure rischia di far fare Harakiri al proprio Dominus indiscusso. Tutto, o quasi , è da buttare: comunicazione, alleanze, Gli scarti del vecchio CDX, Lorenzin etc, non hanno portato nulla, così come Insieme in Europa, e Più Europa ha portato pochissimo. Ora il PD  esce dalle stanze del potere e questo rischia di tagliarne ulteriormente i voti, fatti anche di piaceri di do ut des , etc. Il PD rischia di seguire la strada dei socialisti Francesi, del Pasok, della SPD: scomparire lentamente. Una politica sociale non è compatibile con una politica europeista e questa contraddizione è quasi impossibile da sciogliere.

Liberi ed Uguali: l’idea di un partito che unisse antifascismo classico e sinistra storica è stata fallimentare. Le idee erano vecchie, stantie, e le facce, francamente, impresentabili. Entrano in parlamento, ma con il peso che in precedenza aveva SEL: Perfettamente secondari,

Forza Italia: il partito berlusconiano si trova alle spalle della Lega e con un sensibile distacco. Al Nord non è più un partito primario. Per la prima volta nella sua vita politica Berlusconi deve fare il comprimario. Tra l’altro la sconfitta propria e del PD taglia anche la possibilità di una “Grosse Koalitione” con il PD ed un governo con il M5s sembra francamente molto poco probabile, visto che tutta la campagna elettorale è stata fatta proprio contro quel movimento. Questa posizione, se sopportabile senza problemi dalla Lega, non lo è per un partito che ha la ragione della propria esistenza nella gestione del potere e nella tutela di alcuni interessi. Non è un caso che oggi Mediaset perda oltre il 4% in borsa. Forza Italia deve, a questo punto, trovare una sua collocazione, ricostruendo la propria immagine moderata. Deve anche trovare una leadership vera e propria, seria ed affidabile, perchè la figura di Berlusconi non è più trascinante e rischia anche di essere fisicamente non presente. Bisogna ricostruire da 0 i moderati in Italia, oppure scompariranno.

+ Europa: il partito supereuropeista, austero per natura, superfinanziato dalle elites (omnipresente nelle stazioni, nei tabelloni, etc) non raggiunge il 3% e resta a casa. La Bonino viene eletta a Roma all’uninominale, tanto per ricordarci che cosa abbiamo evitato. Le fregature austre alla Monti non interessano agli italiani.

Briciole ex FI: non ci sono più, si salva solo la Lorenzin, personalmente. Tutti i resti NCD, ALA etc si sono estinti, e questo è bene.

 

ED ORA?

Ora il boccino torna al Presidente della Repubblica. Personalmente ritengo molto improbabile che chi riceverà un primo incarico, sia che sia Di Maio (che guida il maggior partito) , sia che si tratti di Salvini (che guida la maggiore coalizione) sarà il vero presidente del consiglio. Quali le soluzioni?

  • M5s + PD “Derenzizzato”: sostenuta da buona parte della stampa,Huffington post in testa. Però come far convivere Di Maio con un partito che ha al proprio interno Emiliano e De Luca, i suoi principali avversari politici? Inoltre sarebbe un regalo al Centrodestra. Siamo sicuri che il M5s reggerebbe nel lungo periodo ad una situazione di maggioranza ? Siamo sicuri che il PD si “Derenzianizza”?
  • M5s + CDX. Grande nei numeri, il problema è che FI ha fatto campagna elettorale contro M5s. Vero è che per il potere  i berlusconiani potrebbero anche spaccarsi fra ala “Governista” ed ala dura come hanno sempre fatto.  Comunque molto complesso;
  • M5s + Lega. Possibile, ma risicato sui numeri. Tutto dipende da quanto siano seri ntrambi nei proclami di porre “Il programma davanti agli uomini”.
  • Conventio ad excludendum: PD+CDX. Possibile nei numeri, molto improbabile per ovvi contrasti di programma.

Insomma ci sono diverse soluzioni possibili, e negarlo è un po’ superfiiale. Certo, a questo punto bisognerà che la politica torni ad essere l’arte della mediazione. Chi se sarà capace ?

 

 

 

 


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