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VESPA, DELRIO E LA FALLACIA DELLA FINESTRA ROTTA

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La recente polemica sulle infelici frasi pronunciate il 25 agosto a Porta a Porta dal ministro Graziano Delrio e dal conduttore Bruno Vespa ci danno l’occasione sia per evidenziarne la fallacia, usando la celebre metafora dell’economista francese Frédéric Bastiat, che per formulare una nostra proposta sulla messa in sicurezza delle case degli italiani.

Bastiat

Ricordiamo il surreale dialogo:

Bruno Vespa: “Questa sarebbe una bella botta di ripresa per l’economia perché pensi l’edilizia che cosa non potrebbe fare “;
Graziano Del Rio: “Adesso L’Aquila è il più grande cantiere d’Europa e anche l’Emilia è un grandissimo cantiere in crescita, farà PIL “;
Bruno Vespa: “Darà lavoro ad un sacco di gente …“.

La mancanza di empatia e il cinismo di costoro, veri sociopatici che con le vittime ancora sotto le macerie considerano compiaciuti le ricadute della tragedia sul PIL (ovvero sulla sopravvivenza politica del governo Renzi) non devono far perdere di vista la fallacia dell’argomento sollevato. Fallacia dovuta forse a ignoranza, forse a malafede.

Il racconto della finestra rotta di Frédéric Bastiat pubblicato nel luglio 1850 nel pamphlet “Ce qu’on voit et Ce qu’on ne voit pas”, ciò che si vede e ciò che non si vede, calza a pennello alla situazione. Fu l’ultima pubblicazione in vita del brillante economista francese, alfiere dei liberali, deceduto quarantanovenne a Roma di tubercolosi nel dicembre 1850. Tratta diversi argomenti, in primis la fallacia di chi considera le disgrazie, le devastazioni e i danni alla proprietà come un bene perché “fa girare l’economia”. Un aumento del PIL come dice Delrio. Metafora che è anche uno dei cavalli di battaglia degli anti-keynesiani di scuola austriaca, ma non entriamo qui nella polemica.

In breve, Bastiat ricorda che se una finestra da 6 franchi si rompe è pur vero che l’industria vetraria lavora e quindi apparentemente il PIL aumenta di 6 franchi, ma i 6 franchi del vetro danno solo un vetro che il proprietario già aveva, mentre avrebbero potuto dare ad esempio un paio di scarpe, facendo lavora l’industria calzaturiera. E il proprietario avrebbe sempre la sua finestra.

Potete leggere il ragionamento di Bastiat qui.

Vitre cassee

Nel nostro caso il paio di scarpe sono i lavori per la messa in sicurezza delle case degli italiani, la finestra sono le case distrutte dal terremoto. E la dimostrazione empirica della fallacia di Delrio e Vespa l’ha data nella stessa trasmissione l’ing. Zambrano, membro del Consiglio nazionale degli Ingegneri. Zambrano dice che la ristrutturazione antisismica di tutte le case costerebbe circa 100 miliardi, mentre i danni dei terremoti sono costati alla collettività negli ultimi 70 anni ben 170 miliardi. Senza contare il dispendio di vite umane.

Spendendo molto meno avremmo conservato quindi sia le case oggi distrutte che le vite spezzate che 70 miliardi di servizi, industrie, scuole ospedali e infrastrutture che farebbero molto di più per il nostro PIL e benessere.

Qual è la nostra proposta dunque? Cestinando tutte le ridicole proposte a base di lotterie e amatriciane, e immaginando di dover restare ancora qualche anno nell’euro, e quindi fare i conti con risorse finanziarie limitate dai trattati europei e dalla perdita della sovranità economica, potremmo destinare i famosi 80 euro di Renzi alla ristrutturazione antisismica di tutte le dimore, edifici pubblici e monumenti italiani. In capo a dieci anni i nostri edifici sarebbero sicuri.

E risparmieremmo le ingenti spese di tutti i dopo terremoto. Una situazione win-win.

L’effetto degli 80 euro su PIL e consumi è stato finora pressoché nullo. L’effetto di 10 mld/anno investiti nei lavori di messa in sicurezza sarebbe immediato: posti di lavoro, nuove tecnologie, moltiplicatore elvato e soprattutto risparmio di vite umane per i decenni a venire.

A chi dice “perché dovrei pagare la ristrutturazione della casa al mio vicino?” potremmo rispondere che con gli incentivi fiscali con detrazione del 50% sulle ristrutturazioni e interventi per il risparmio energetico lo sta già facendo. Oppure potremmo obiettare sul perché devo pagare con le mie tasse il bonus a lavoratori dipendenti che tutto sommato stanno molto meglio di tanti concittadini. E’ una questione di priorità e allocazione efficiente delle risorse.

Alla luce di quanto sopra e immaginando per un secondo intelligenze e sensibilità inesistenti, il dialogo a Porta a Porta avrebbe dovuto essere il seguente:

Bruno Vespa: “Questa sarebbe una bella botta di ripresa per l’economia perché pensi l’edilizia che cosa non potrebbe fare “;
Graziano Del Rio: “Non dica sciocchezze, a parte le perdite umane sarebbe molto meglio per l’economia investire nella prevenzione; vedo che lei non ha letto il racconto della finestra rotta di Bastiat “;
Bruno Vespa: “…..“.

 

PS: Lanciamo la proposta, ma siamo consapevoli che i governanti attuali non hanno né la visione né la cultura per fare simili scelte. E forse nemmeno l’interesse, visto che il loro obiettivo non sono “case sicure” ma “seggio sicuro”.

 

 

 


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