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Economia

Vertice in Alaska: dialogo al gelo tra Trump e Putin. Non è Pace, ma trattativa

L’incontro ad alta tensione tra Trump e Putin in Alaska apre uno spiraglio per la pace in Ucraina. Intesa di massima raggiunta, ma resta un nodo cruciale da sciogliere. Putin apre a Trump e avverte Kiev e l’Europa.

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Un incontro ad alta tensione, atteso dal mondo intero, si è concluso senza un accordo definitivo ma con una porta aperta al dialogo. Il vertice in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, tenutosi presso la Joint Base Elmendorf-Richardson, è stato esattamente quello che ci si aspettava: un primo, cruciale passo per uscire da una spirale di confronto che ha portato le relazioni bilaterali “al punto più basso dalla Guerra Fredda”, come ammesso dallo stesso leader del Cremlino.

Non c’è stata la stretta di mano su un trattato di pace, ma uno scambio di vedute franco e diretto, indispensabile per avviare un percorso. L’atmosfera è stata pragmatica, quasi austera: una conferenza stampa congiunta, nessun pranzo comune a suggellare l’incontro. Un segnale chiaro che la strada è ancora lunga.

La mossa di Trump e l’Excursus di Putin

In un gesto di calcolata cortesia diplomatica, Trump ha lasciato che fosse Putin a parlare per primo. Il presidente russo, come è solito fare, ha aperto il suo intervento con un lungo excursus storico, ricordando i legami passati tra Russia e America proprio attraverso l’Alaska. Ha menzionato il patrimonio culturale comune, come le chiese ortodosse , e il ruolo cruciale della rotta aerea in Alaska durante la Seconda Guerra Mondiale per il programma “Lend-Lease”, un ponte che unì i due paesi contro un nemico comune. Un modo per dire: siamo stati alleati un tempo, possiamo tornare a essere interlocutori costruttivi.

Putin ha definito i negoziati “molto approfonditi” e “utili” , sottolineando l’importanza di un incontro personale dopo quattro anni di assenza di vertici bilaterali. Il cuore del suo discorso, però, è stato un messaggio duplice.

Da un lato, un’apertura netta verso Trump, descritto come un leader che “si preoccupa sinceramente della prosperità della sua nazione” e che comprende gli interessi nazionali russi. Putin ha offerto la sua più forte approvazione politica all’ex presidente, affermando con certezza che se Trump fosse stato al comando, la guerra in Ucraina non sarebbe scoppiata. Una dichiarazione potente, che suona come una conferma della fiducia reciproca e un atto d’accusa verso le precedenti amministrazioni.

Dall’altro lato, un avvertimento diretto a Kiev e alle capitali europee: non tentate di “silurare” i progressi fatti. “Ci aspettiamo che Kiev e le capitali europee percepiscano questo in modo costruttivo”, ha dichiarato Putin, invitando a non usare “accordi sottobanco o provocazioni” per far deragliare il dialogo.

Trump: “Progressi enormi, ma un punto cruciale resta irrisolto”

Donald Trump ha definito l’incontro “estremamente produttivo” , affermando che su “molti, molti punti” è stato trovato un accordo. Tuttavia, non ha nascosto la realtà. “C’è un accordo quadro per un’intesa di pace,” ha detto, “ma non c’è nessun accordo finché non c’è un accordo”.

Con la sua tipica schiettezza, ha ammesso che “un paio di punti importanti” non sono stati risolti, e uno in particolare è “probabilmente il più significativo”. Pur senza specificare quale sia, ha lasciato intendere che la soluzione è a portata di mano: “Non ci siamo ancora arrivati, ma abbiamo ottime possibilità di arrivarci”.

Trump ha delineato i prossimi passi: contatterà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e “le varie persone che ritengo appropriate”, inclusa la NATO. Ha ribadito che la decisione finale spetta all’Ucraina. L’ex presidente ha anche menzionato come la sua relazione con Putin sia stata storicamente ostacolata dal “Russiagate”, definito senza mezzi termini una “bufala” che ha reso più difficile la collaborazione.

Prossima fermata Mosca?

Il dialogo non si fermerà in Alaska. Durante la conferenza stampa, Putin ha lanciato l’idea di un secondo incontro a Mosca. Trump ha raccolto l’invito, commentando: “È interessante. Potrei ricevere un po’ di critiche per questo, ma potrei vederlo accadere”.

Quindi c’è ancora tanto, moltissimo, da risolvere, soprattutto nel convincere Zelenslky che la trattativa, per quanto dolorosa, è l’unica strada per concludere un conflitto che non sempre vedere la possibilità di una vittoria totale per nessuna delle parti. Un altro grande ostacolo saranno i paesi europei, soprattutto quelli divenuti più guerrafondai, che cercheranno di fare di tutto per proseguire il conflitto, appoggiati da un’ala della Russia che ha ripudiato le radici europee. La Pace è più vicina, ma non è sicura. 


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