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LA VERA BATTAGLIA (L’EURO) E I CONTINUI DEPISTAGGI DEI MEDIA (EVASIONE E CORRUZIONE)

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Sabato mi sono imbattuto nel post di Luciano Barra Caracciolo dedicato a quanto sta accadendo a Roma:

elmo di cesareNon ho resistito, conoscendo la sua proverbiale eloquenza ho deciso di pubblica il BIGNAMI del suo pezzo, ovvero di questo:

ADDENDUM CARACCIOLO

L’autore, giustamente, fa notare che:

– per quanto riguarda i campi Rom la cifra pluriennale è “un miliardo di euro (2005-2011);

– le “holding”, o meglio le varie cooperative indagate, hanno visto passare il fatturato dai circa due milioni alla fine degli anni ’90 ai circa 56 attuali;
– le mazzette e i contributi apparentemente “legali” versati per campagne elettorali e a “fondazioni” variamente riconducibili alla politica sono un totale di circa un milione di euro (di cui circa 300.000 in contributi registrati), “tra il 2008 e il 2013”.
Ed ancora:
– il famoso progetto MOSE, foriero di un altro scandalo di mazzette, parte da un costo iniziale – in affidamenti “in deroga”, cioè, appunto, come nel caso di Mafia-Capitale, limitativo della concorrenzialità con altri operatori cui è precluso l’accesso in condizioni di trasparenza e parità – di circa 4 miliardi di euro (stimati nel 2001) e finisce a lievitare a un costo di 5 miliardi 496 milioni.   A ciò si collegano “dazioni” per ipotizzati 1,5 milioni (250.000 a “cassone”) più il resto delle retribuzioni, ipotizzate in favore dei politici e “nominati” variamente convolti, per circa 3 milioni annui, (a fare un po’ di calcoli elementari in base alle notizie filtrate);
– il “fatturato” della Mafia, cioè di Cosa Nostra, sarebbe di circa 138 miliardi di euro: o forse 150 miliardi, ma sempre col dubbio  “se cioè l’economia criminale derivante da attività illegali (Banca  d’Italia) possa sovrapporsi senza alcun “caveat” all’economia criminale  organizzata”.
Quindi, come vediamo, tolto il fatturato della Mafia, i grandi scandali nazionali hanno un’incidenza sul PIL della nazione assolutamente irrisori e non tali da poter giustificare lo smantellamento di servizi erogati dallo stato:
– costruzione infrastrutture;
– servizi scolastici ed universitari;
– servizio sanitario.
Anche per quanto riguarda l’evasione, pare che lo stato voglia incrementare il recupero dei soldi passando DAGLI ATTUALI 12 A 14 MILIARDI DI EURO L’ANNO l’introito da tale attività.
Non dobbiamo farci distrarre dalla vera battaglia nazionale:
 L’INSOSTENIBILE COSTO DELL’EURO!
Si, insostenibile, perché quando la storia nacque (1986) iniziò il lento declino industriale italiano che, tranne una piccola luce nel 1993-1995, è stato letteralmente spedito verso gli inferi, un ADE fatto di fatturati vieppiù asfittici!
Ecco allora due dei veri costi dell’Euro che andrebbe immediatamente sopresso, i due maggiori costi la cui rimozione dipende dall’abbandono dell’Eurozona:
1 – ONERI FINANZIARI SUL DEBITO PUBBLICO ANNUO (QUASI 100 L’ANNO);
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2 – PERDITA CAPACITA’ PRODUTTIVA E CONSEGUENTE ALTA DISOCCUPAZIONE.
DISOCCUPATI ITALIA NUMERO
Un milione e duecentomila disoccupati in più (per una perdita di capacità produttiva di circa il 25%) significano all’incirca:
– 36 miliardi di salari in meno e;
– 24 miliardi di valore aggiunti in meno in mano agli industriali;
per un calo del PIL da 1638,9 miliardi di euro del 2011 (ricalcolato con le nuove regole) a 1618,9 miliardi di euro (cioè 20 miliardi circa) !
ALLORA? ANCORA CONVINTI DI DEDICARE TEMPO E RISORSE ALLA CORRUZIONE E ALL’EVASIONE?
Maurizio Gustinicchi
Economia5Stelle

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