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Venti di Guerra ai Caraibi: Il 25% della Flotta USA schierata contro il Venezuela. È l’Operazione “Ford”
La USS Ford guida un’armada senza precedenti. Marines pronti e caccia F-35 a Porto Rico: Trump e Hegseth preparano l’opzione militare contro Maduro sfruttando la designazione terroristica del Cartello.

Se pensavate che il Mediterraneo o il Mar Cinese Meridionale fossero gli unici teatri caldi, vi sbagliavate. E di grosso. Quello che sta accadendo nel “cortile di casa” degli Stati Uniti, il Mar dei Caraibi, non è una semplice esercitazione antidroga. È un assedio navale in piena regola, con una concentrazione di potenza di fuoco che non si vedeva dai tempi dell’invasione di Panama, se non oltre.
Secondo le ultime Flash Info confermate da Naval News e Army Recognition, l’amministrazione Trump ha deciso di giocare la carta pesante: il 25% di tutte le navi da guerra della US Navy attualmente dispiegate nel mondo si trova ora nei Caraibi. Al centro di questa “Grande Armada” c’è il gioiello (costosissimo) della tecnologia bellica americana: la portaerei nucleare USS Gerald R. Ford.
Non è solo deterrenza. È la preparazione meticolosa di un‘opzione cinetica, supportata da un cambio di paradigma legale che sta per trasformare una “operazione di polizia” in un potenziale conflitto aperto.
La “Ford” e i suoi fratelli: un conto salato per Maduro
Washington non ha badato a spese. Il dispiegamento non è simbolico, è un pacchetto multi-dominio completo progettato per saturare le difese venezuelane in poche ore.
Ecco cosa sta navigando a poche miglia dalle coste di Caracas:
- USS Gerald R. Ford (CVN-78): Non una portaerei qualunque, ma la capoclasse dotata del sistema di lancio elettromagnetico (EMALS). Garantisce un rateo di sortite aeree (SGR) che le vecchie classe Nimitz si sognano.
- Scorta Letale: Incrociatori classe Ticonderoga e cacciatorpediniere Arleigh Burke. In pratica, una cupola antiaerea e antimissile impenetrabile.
- La minaccia silenziosa: Due sottomarini d’attacco nucleare. Carico? Missili Tomahawk per attacchi al suolo. Ideali per decapitare i centri di comando e controllo senza preavviso.
Ma il vero segnale che non si tratta solo di controllare i barchini della droga è la presenza della USS Iwo Jima. A bordo ci sono 2.000 Marines della 22nd Marine Expeditionary Unit. Questi non sono marinai che guardano i radar; sono truppe d’assalto anfibio equipaggiate per prendere spiagge e infrastrutture costiere.
Roosevelt Roads: Il ritorno della Guerra Fredda
Come se non bastasse, il Pentagono ha rispolverato i vecchi manuali della Guerra Fredda. La base navale di Roosevelt Roads a Porto Rico, chiusa da anni, è stata frettolosamente riattivata. Non per ospitare magazzini, ma per schierare in prima linea i caccia stealth F-35 Lightning II.
- Il vantaggio tattico: Avere gli F-35 a terra a Porto Rico, supportati dai bombardieri B-52 in allerta in Louisiana, significa che gli USA possono colpire ovunque in Venezuela senza nemmeno dover far decollare un aereo dalla Ford. È una tenaglia: mare e aria.
Il “Segretario alla Guerra” e il trucco giuridico
L’aspetto più interessante per noi analisti, però, è quello politico-legale. Il Segretario (che l’amministrazione attuale ama chiamare “alla Guerra” e non alla Difesa) Pete Hegseth ha calato l’asso: la designazione del Cartel de los Soles come Organizzazione Terroristica Straniera (FTO).
Perché è fondamentale?
- Il Cartello è lo Stato: L’intelligence USA considera il Cartel de los Soles integrato nelle forze armate venezuelane e guidato dalla cerchia di Maduro.
- La Licenza di Colpire: Dichiararli “terroristi” e non solo “criminali” permette di attivare le leggi antiterrorismo post-11 settembre. Non serve più chiedere il permesso per arrestare; si possono colpire le “infrastrutture di supporto” (leggi: basi militari venezuelane) legittimamente secondo la legge USA.
Hegseth, con un certo cinismo tecnico, ha ammesso che questa mossa “porta un sacco di nuove opzioni”. E a quanto pare, le stanno già usando: il Southern Command ha già effettuato più di 20 attacchi marittimi letali da settembre. Una guerra a bassa intensità è già in corso, lontano dai riflettori dei media generalisti. Intanto , da oggi, un NOTAM chiede a chi vola sul Venezuela di prevvisare con due giorni d’anticipo sulla rotta che si vuole seguire. Un segnale che si sta preparando qualcosa.
Conclusioni: pressione militare o preludio all’invasione?
Siamo di fronte a un bivio. Da un lato, questa potrebbe essere la classica operazione di pressione militare: una massiccia proiezione di potenza, sperando che il regime di Maduro crolli sotto la pressione psicologica ed economica (il blocco navale di fatto). Dall’altro, la composizione della forza (Marines, Tomahawk, FTO designation) suggerisce che Washington sia pronta a passare alle vie di fatto se Caracas farà un passo falso. Maduro sta mobilitando le milizie, ma contro una forza del genere, la disparità tecnologica è imbarazzante.
Restate sintonizzati. Se la Ford lancia il primo aereo in assetto da combattimento, i mercati (e il prezzo del petrolio) se ne accorgeranno all’istante.
Domande e risposte
Qual è l’importanza strategica della riattivazione di Roosevelt Roads a Porto Rico? La riattivazione di Roosevelt Roads è un “game changer” logistico. Permette agli USA di posizionare caccia F-35 e asset di sorveglianza in una base di terra “inaffondabile” a ridosso del teatro operativo. Questo riduce i tempi di volo, aumenta la persistenza delle pattuglie aeree e libera il ponte di volo della portaerei Ford per missioni d’attacco più pesanti. È il segnale che il Pentagono prevede operazioni prolungate, non un blitz di pochi giorni.
Cosa cambia concretamente con la designazione del “Cartel de los Soles” come organizzazione terroristica? Cambia le regole d’ingaggio (ROE). Finché sono “narcotrafficanti”, si tratta di operazioni di polizia internazionale (arresti, sequestri). Se diventano “terroristi” (FTO), ricadono sotto le leggi di guerra e antiterrorismo USA. Questo autorizza le forze armate americane a condurre attacchi cinetici (missilistici o aerei) contro le loro basi, la logistica e i comandi, anche se questi coincidono con strutture statali venezuelane, giustificandoli come “neutralizzazione di una minaccia alla sicurezza nazionale”.
C’è il rischio reale di un’invasione di terra in Venezuela? Sebbene Pete Hegseth non abbia confermato né smentito (“declined to comment”), la presenza della USS Iwo Jima con 2.000 Marines equipaggiati per l’assalto anfibio rende l’opzione teoricamente possibile. Tuttavia, gli analisti tendono a vedere questo dispiegamento più come uno strumento per “raid” mirati (incursioni rapide per catturare target o distruggere infrastrutture) o per imporre un blocco navale/aereo totale, piuttosto che per una costosa e sanguinosa occupazione territoriale su larga scala stile Iraq.










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