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Venezuela: il blocco navale USA stringe la morsa, ma la “Flotta Ombra” naviga ancora. Il paradosso Chevron
Mentre gli USA sequestrano le petroliere dirette in Cina, l’export verso gli Stati Uniti continua. Analisi di un paradosso energetico e delle sanzioni che rischiano di chiudere i pozzi della PDVSA.

Almeno una mezza dozzina di petroliere soggette a sanzioni hanno caricato petrolio dal Venezuela dall’11 dicembre, quando gli Stati Uniti hanno intensificato la pressione sulle esportazioni petrolifere venezuelane, secondo quanto riportato martedì da Bloomberg, citando i dati di Kpler.
Secondo i dati di Kpler, nelle ultime settimane le operazioni di carico di petrolio dai porti venezuelani sembrano essere proseguite a un ritmo più o meno normale, nonostante la repressione statunitense nei confronti delle navi coinvolte nel commercio illegale di petrolio.
All’inizio di questo mese, l’amministrazione Trump ha intensificato la pressione su Nicolas Maduro, designando il suo regime come “organizzazione terroristica straniera”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha anche ordinato un blocco navale al largo delle coste venezuelane per intercettare le navi soggette a sanzioni che cercano di viaggiare da e verso il Paese sudamericano.
Questo fine settimana, gli Stati Uniti hanno sequestrato una seconda petroliera al largo delle coste del Venezuela.
Commentando il sequestro, il segretario alla Sicurezza interna degli Stati Uniti Kristi Noem ha pubblicato su X che “gli Stati Uniti continueranno a perseguire il movimento illecito di petrolio soggetto a sanzioni che viene utilizzato per finanziare il narcoterrorismo nella regione. Vi troveremo e vi fermeremo”.
In a pre-dawn action early this morning on Dec. 20, the US Coast Guard with the support of the Department of War apprehended an oil tanker that was last docked in Venezuela.
The United States will continue to pursue the illicit movement of sanctioned oil that is used to fund… pic.twitter.com/nSZ4mi6axc
— Secretary Kristi Noem (@Sec_Noem) December 20, 2025
In un’intervista a Fox & Friends lunedì, il segretario Noem ha dichiarato che
“Non stiamo solo intercettando queste navi, ma stiamo anche inviando un messaggio al mondo intero che l’attività illegale in cui è coinvolto Maduro non può essere tollerata, che lui deve andarsene e che noi difenderemo il nostro popolo”.
La maggior parte del greggio venezuelano viene trasportato in Cina su petroliere della flotta ombra. Il blocco degli Stati Uniti sta paralizzando questa fonte di sostentamento per il regime di Nicolas Maduro a Caracas. Allo stesso tempo, l’amministrazione Trump consente al greggio venezuelano di arrivare sulla costa del Golfo degli Stati Uniti tramite spedizioni noleggiate dalla supermajor statunitense Chevron, che ha una licenza speciale per operare in Venezuela ed esportare negli Stati Uniti parte del greggio che estrae attraverso le sue joint venture in quel Paese.
Bisogna dire che il carico di petrolio in Venezuela è possibile, ma molto più complesso sarà partire dal paese evitando diessere intercettati da Guardia Costiera e Marina USA. Una lenta petroliera non è facile da nascondere.
La campagna militare del presidente Trump contro il Venezuela sta minacciando un mercato da 8 miliardi di dollari del commercio petrolifero della flotta ombra, poiché la pressione degli Stati Uniti sul Venezuela sta interrompendo le esportazioni di petrolio, con le petroliere che deviano la rotta, il greggio che si accumula in mare e la compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA che deve affrontare l’imminente chiusura dei pozzi a causa della riduzione della capacità di stoccaggio.
Domande e risposte
Come riesce il Venezuela a esportare petrolio nonostante il blocco navale? Il Venezuela utilizza la cosiddetta “flotta ombra”, composta da petroliere vecchie e spesso prive di assicurazioni standard, che navigano spegnendo i transponder per non essere tracciate. Queste navi trasferiscono spesso il carico in alto mare (ship-to-ship) per nascondere l’origine del greggio, che finisce prevalentemente in Cina. Nonostante i sequestri statunitensi, il volume di traffico e la vastità dell’oceano rendono difficile un blocco totale ed ermetico, permettendo a diverse navi di sfuggire alle maglie della rete americana.
Perché alla Chevron è permesso operare mentre gli altri vengono bloccati? Si tratta di una scelta di realismo economico e geopolitico (Realpolitik). Gli Stati Uniti hanno concesso a Chevron una licenza speciale (nota come GL 41) per permetterle di recuperare i crediti storici che vanta verso il Venezuela e per mantenere una presenza americana strategica nell’infrastruttura energetica del Paese. Inoltre, il greggio venezuelano è pesante e molto utile per le raffinerie del Golfo degli Stati Uniti; importarlo tramite un canale controllato evita di doverlo cercare altrove, stabilizzando i prezzi interni.
Quali sono le conseguenze operative per la compagnia statale PDVSA? La pressione americana sta creando un “collo di bottiglia” logistico devastante. Poiché le navi faticano a caricare e partire a causa del rischio di sequestro, il petrolio estratto non ha dove andare e si accumula nei serbatoi di stoccaggio a terra e in mare. Una volta che questi stoccaggi sono pieni, la PDVSA è costretta tecnicamente a chiudere i pozzi di estrazione. Chiudere e riaprire pozzi maturi è costoso e rischioso, potendo danneggiare permanentemente la capacità produttiva futura del Paese.







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