DifesaUSAVenezuela
Venezuela: cieli caldi. Bombardieri B-1B in “visita” dopo i B-52. Intimidazione o esercitazione?

Sembra che i cieli sopra il Mar dei Caraibi si stiano affollando. Dopo l’avvistamento di un trio di B-52 la scorsa settimana, ora i dati di tracciamento online indicano che almeno due bombardieri strategici B-1B “Lancer” dell’U.S. Air Force hanno volato molto vicino alla costa venezuelana e alle sue isole esterne.
Non si tratta di turismo militare. Queste sortite si inseriscono in un più ampio sforzo dell’amministrazione USA per aumentare la pressione sul “strongman” venezuelano, Nicolas Maduro. La giustificazione ufficiale è la lotta al narcotraffico, ma la mole di mezzi dispiegati suggerisce che la possibilità di un’azione militare diretta contro obiettivi nel paese non è più un tabù.
The @usairforce (🇺🇸) B-1Bs are dangerously close to Venezuelan coastline, approximately 50 miles (80 Km) from the Venezuelan (🇻🇪) mainland and 6 miles (9.6 Km) from Los Testigos. https://t.co/f48OGbP2nZ pic.twitter.com/nTsLfJQsSq
— SA Defensa (@SA_Defensa) October 23, 2025
I dati di flight tracking online, il moderno spioncino sulle attività militari, hanno mostrato due B-1B (callsign BARB21 e BARB22) decollati dalla Dyess Air Force Base in Texas, seguiti circa 90 minuti dopo da aerocisterne KC-135 partite dalla Florida. Le tracce, per quanto non sempre millimetriche, suggeriscono che i bombardieri si siano spinti fino a 50 miglia, 75 km, dalla costa venezuelana, e forse anche più vicino alle isole Los Testigos.
Un’intera orchestra nei cieli
I B-1B non erano soli. I dati e l’audio del controllo del traffico aereo hanno rivelato un’intensa attività militare statunitense nell’area, inclusa la presenza di ulteriori aerocisterne KC-135 e, soprattutto, di un velivolo da ricognizione, sorveglianza e intelligence (ISR) RC-135.
Ma il pezzo da novanta, quello che fa drizzare le antenne agli analisti, è un altro: un E-11A Battlefield Airborne Communications Node (BACN). Questo velivolo, tracciato in direzione di Porto Rico (dove gli USA stanno ammassando capacità militari significative), non è un aereo qualsiasi. La sua presenza è degna di nota perché è un nodo di comunicazione volante ad altissima tecnologia.
Cosa fa esattamente un E-11A BACN?
- Facilita le comunicazioni: Funziona come un “gateway” aereo, mettendo in collegamento diverse piattaforme che altrimenti non potrebbero parlarsi.
- Ponte dati (Datalink): È in grado di “fondere” e ritrasmettere dati provenienti da diverse forme d’onda, unendo informazioni da terra, aria e mare.
- Abilita operazioni complesse: È una piattaforma essenziale per abilitare operazioni militari complesse, supportando in particolare le missioni delle forze speciali.
La sua presenza, più dei bombardieri stessi, segnala la preparazione per operazioni coordinate e complesse, non una semplice “dimostrazione di forza”. Era una preparazione a un’azione militare diretta, o almeno un’esercitazione molto realistica.
La smentita presidenziale: “Falso”
Come in ogni copione che si rispetti, arriva il colpo di scena politico. Mentre il Wall Street Journal confermava le sortite dei B-1B citando funzionari anonimi, l’allora presidente Donald Trump ha creato confusione.
Durante una conferenza stampa, a un giornalista che chiedeva se i voli fossero accurati e mirati ad aumentare la pressione, Trump ha risposto seccamente: “No, non è accurato. È falso. Ma non siamo contenti del Venezuela per molte ragioni”. Una smentita che cozza palesemente con i dati di tracciamento e le conferme “off-the-record” del Pentagono.
Scusa anti-droga o minaccia reale?
Sebbene esista un precedente per l’uso di bombardieri nelle operazioni anti-narcotici (grazie ai loro potenti sensori e alla loro autonomia possono individuare piccole imbarcazioni), è difficile credere che un B-1B sia il mezzo più efficiente per fermare un motoscafo. La stessa USAF aveva definito la missione dei B-52 della settimana precedente una “dimostrazione di attacco con bombardieri”.
La realtà è che il B-1B è una piattaforma da attacco. Potrebbe lanciare missili standoff (a distanza di sicurezza) contro obiettivi strategici.
Dal canto suo, Maduro si gonfia il petto, sostenendo di avere 5.000 missili terra-aria a corto raggio (MANPADS) Igla-S in “posizioni chiave”. Tuttavia, Reuters ha ridimensionato la minaccia, notando che le forze venezuelane potrebbero avere solo 1.500 “grip stocks”, ovvero i meccanismi di lancio necessari per sparare quei missili. Una difesa credibile contro elicotteri, ma inutile contro un bombardiere ad alta quota. Il B-1B lancerebbe i missili a una distanza assolutamente fuori dalla difesa antiaerea venezulana: un JESSAM viene lanciato da oltre 400 km.
Guerra psicologica o preludio all’azione?
Questa attività aerea si somma a un massiccio dispiegamento navale (inclusa la USS Iwo Jima e un sottomarino nucleare), alla presenza di forze speciali (elicotteri del 160th SOAR) e alla conferma che Trump ha autorizzato la CIA a intraprendere attività segrete in Venezuela, anzi ha detto chiaramente che vedremo preso le truppe americane sul territorio venezuelano:
.@POTUS on potential land strikes against drug-runners: "We will hit them very hard when they come in by land, and they haven't experienced that yet but now we're totally prepared to do that." pic.twitter.com/auepQKpWcX
— CSPAN (@cspan) October 22, 2025
Trump ha anche parlato di possibili attacchi contro i cartelli “via terra”, espandendo la campagna già in atto in mare (estesa anche al Pacifico orientale).
Il Washington Post ha ipotizzato che possa trattarsi di una sofisticata guerra psicologica per promuovere fratture nelle forze armate venezuelane o convincere Maduro a farsi da parte. Tuttavia, come ha notato una fonte dello stesso giornale, “avendo dichiarato guerra ai narco-terroristi, e designato Maduro come il capo di almeno uno di essi, ‘non si può davvero tornare indietro a meno che Maduro non sia essenzialmente fuori dal potere'”.
I voli dei B-1B, al di là delle smentite di facciata, aggiungono un carico di pressione quasi insostenibile sullo scenario venezuelano.
Domande e Risposte sul Testo
1. Perché l’allora Presidente Trump avrebbe negato i voli dei B-1B se erano pubblicamente tracciabili?
È impossibile avere una certezza, ma le ipotesi sono diverse. Potrebbe essersi trattato di un tentativo di mantenere una “negabilità plausibile”, per quanto goffo, o di semplice confusione informativa tra Casa Bianca e Pentagono. Un’altra ipotesi è la “guerra psicologica”: creare incertezza nell’avversario, smentendo pubblicamente ciò che si sa essere vero. In ogni caso, i dati di tracciamento indipendenti e le conferme di altri funzionari hanno reso la smentita di Trump molto poco credibile.
2. Un bombardiere strategico come il B-1B può davvero essere usato per la lotta al narcotraffico?
Tecnicamente sì, ma è come usare un’auto da Formula 1 per fare la spesa. Grazie alla loro enorme autonomia e ai sofisticati sensori di bordo (come i pod di puntamento), i bombardieri possono pattugliare vaste aree oceaniche per individuare e tracciare piccole imbarcazioni sospette, passando poi le coordinate alla Guardia Costiera o alla Marina. Tuttavia, il costo e la natura strategica del mezzo rendono questo impiego sproporzionato. L’uso in quest’area era quasi certamente un messaggio di “dimostrazione di forza” (show of force) rivolto a Caracas.
3. Perché la presenza dell’aereo E-11A BACN è considerata così importante?
L’E-11A BACN (Battlefield Airborne Communications Node) è un “moltiplicatore di forza” tecnologico. Non spara, ma è forse più importante dei bombardieri. La sua funzione è fare da “traduttore” e “ponte radio” ad alta quota. Permette a unità diverse (es. Forze Speciali a terra, caccia F-35 in volo e una nave della Marina) che usano sistemi di comunicazione diversi, di scambiarsi dati e informazioni tattiche in tempo reale. La sua presenza indica la preparazione per un’operazione militare complessa e coordinata, non un semplice volo di pattugliamento.











You must be logged in to post a comment Login