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Vedremo in Siria la prima vera sfida al complesso militare USA? Ovvero le armi son sempre eccezionali se non le usi…

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L’abbattimento dello Ilyushin Il20R con 15 militari a bordo nello scorso settembre sul mare di fronte alla Siria rischia di avere delle ricadute drammatiche anche per il complesso industriale USA, rivelando debolezze sinora nascoste.

A seguito dell’incidente il ministero della difesa russo ha deciso di sbloccare la vendita del sistema missili stinco contrarre S300 alla Siria, vendita bloccata nel 2013 proprio per le pressioni di Gerusalemme. Apparentemente questo sistema non dovrebbe essere una minaccia per l’aviazione Israeliana: sviluppato negli anni sessanta è diventato operativo alla fine degli. Anni settanta, per la precisione nel 1978, è negli anni ’90 è stato ampiamente esportato in vari paesi fra cui Cipro, che successivamente lo ha ceduto alla Grecia. Questo paese Nato ne ha permesso il riavvio a Creta nell’ ambito di esercitazioni congiunte proprio con Israele, che ne ha potuto studiare le debolezze. Quindi tutto bene, oppure no?

In realtà la finitura del S300 potrebbe costituire una seria minaccia per tutta l’industria americana. Prima di tutto si tratterebbe di versioni aggiornate e con le componenti moderne corrette, non dei modelli non rinnovati venduti una tantum a Cipro. Poi qui si parla di sistemi integrati con le strutture di comunicazione, comando e controllo (3C), quindi in piena efficienza. I russi affermano di poter rilevare perfino gli aerei stealth come lo F 22 e lo F35I in dotazione ad Israele. Magari si tratta di una smargiassata, però, magari  potrebbero anche provare dei tiri multipli sperando che almeno un missile agganci il bersaglio.

Finora gli USA e tutti gli attori in campo sono stati molto attenti nel non scoprire le proprie armi migliori: nel nord della Siria ogni qual volta i Mig russi sono stati nell’area gli USA sono stati ben attenti a ritirare gli F22. Allo stesso modo la Francia si è ben guardata del dispiegare qualsiasi caccia Rafale. L’abbattimento non solo rischierebbe di mettere a disposizione dell’avversario tecnologie critiche, ma rivelerebbe delle debolezze devastanti di progetti miliardari.

Immaginate se domani, anche in modo casuale, un F35I israeliano, figlio di un progetto del valore ormai di 1000 miliardi d dollari fosse abbattuto da un missile degli anni settanta, quale colpo sarebbe per l’industria USA e dei paesi Nato.

Quindi gli S300 rischiano veramente di ripulire il cielo della Siria, proprio per il timore che un colpo casuale possa devastare un intero settore industriale multimiliardario. Chi se la sente di rischiare?

 


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