Analisi e studi
Variazione del PIL Pro Capite italiano dal 2007 al 2022 regione per regione. Chi si è impoverito e chi si è arricchito
Quale regione ha patito di più la crisi dell’Euro e quale si è avvantaggiata della parziale ripresa ante covid? Un’analisi del PIL pro capite su base regionale ce lo dice
Grazie a un’analisi dei dati ISTAT condotta da Canale Sovranista vi presentiamo la variazione del PIL Pro Capite dell’Italia suddiviso regione per regione e valutando il 2007 in confronto al 2022 e il 2014 sempre confrontato con il 2022.
Il PIL pro capite è la misura dell’attività pro capite sull base della popolazione. Un PIL pro capite elevato è un indicatore indiretto della ricchezza personale, anche se si tratta di un indicatore medio che non considera la distribuzione della ricchezza. Una variazione in aumento del PIL pro capite viene a indicare un aumento o un calo dell’attività economica depurata dal fattore demografico, cioè della variazione, in incremento o decremento, della popolazione.
Vediamo ora il grafico predisposto da Canale Sovranista
Prima di tutto notiamo come solo Puglia, P.A. di Trento, Lombardia, Basilicata e P.A. di Bolzano hanno visto un miglioramento del PIL pro capite rispetto al 2007. Per gli altri vi sono stati solo dei cali che sono fortissimi per l’Umbria, con un -13,4%.
Le regioni/province autonome migliorate lo hanno fatto, alcune, per percentuali minime, come la Puglia, +1,2%, la Lombardia, +2,5% e la P.A. di Trento, +2,4. La Basilicata ha visto un miglioramento sostanziale per lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi, mentre la P.A. di Bolzano agisce da trait d’union fra Italia e area germanofona, di cui è un’enclave in Italia. Le altre regioni, anche quelle del Nord come Piemonte e Veneto, hanno visto dei cali, anche sostanziali e imprevisti, come ad esempio per la Valle d’Aosta.
Confrontati con il 2014, il minimo nel PIL italiano degli ultimi 20 anni dopo l’effetto delle cure Monti e Letta, il PIL è migliorato in tutte le regioni, anche se ci sono aree come il Lazio e la Valle d’Aosta che sono cresciute meno, e altre come Basilicata (ma ricordate idrocarburi), il Molise e la Puglia sono cresciuti di più.
Quindi l’Italia in generale, salvo qualche eccezione, è più povera rispetto al 2007, a indicare il fallimento di 20m anni di austerità e di politiche restrittive, ma, in generale, a qualcuno è andata peggio che ad altri, e regioni del Nord, come la Liguria, comunque hanno pagato seccamente la crisi.
Comunque non preoccupatevi: è intenzione della UE proseguire con la politica di restrizione di bilancio, per cui non vedrete una crescita ancora per un po’.
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