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Una valutazione delle pubbliche amministrazioni regionali

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di Alessandro Ferro, blogger di Campania 2.0

Vi siete mai chiesti quale regione offre il servizio sanitario migliore, dove la giustizia è più efficiente e quale regione garantisce la migliore istruzione?

Noi sì, e quindi ci siamo messi all’opera per cercare di dare una risposta adoperando dati oggettivi con cui confrontare i diversi servizi regionali.

Per la sanità abbiamo utilizzato l’Indicatore sintetico di qualità ideato dal Cermlab, che tiene conto dei dati Istat sulla soddisfazione dei cittadini per il servizio sanitario locale, degli esiti ospedalieri e dei dati forniti dall’Atlante sanitario, a cui abbiamo aggiunto la spesa sanitaria regionale per abitante (una regione che garantisce lo stesso livello di servizi di un’altra spendendo una cifra inferiore è ovviamente più efficiente). In questo settore Umbria, Marche e Veneto risultano le regioni migliori, Calabria, Lazio e Puglia sono invece le peggiori.

Per la giustizia invece abbiamo utilizzato la classica formula [(casi nuovi + casi aperti)/casi chiusi] per magistrato, un indicatore comunemente usato per misurare la velocità e l’efficienza dei singoli tribunali (anche se per un’interpretazione più completa sarebbe necessario disporre di indicatori della qualità/complessità dei processi che sono però difficili da individuare). In questo ambito le più efficienti sono Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre le regioni meno produttive risultano essere Basilicata, Calabria e Umbria.

Infine, per quanto riguarda l’istruzione, ci siamo forniti dei dati Istat che rilevano la competenza degli studenti 15enni in matematica e nella lettura e del numero di docenti per alunno (se una regione ottiene lo stesso livello di competenza con un numero di insegnanti inferiore, allora i suoi professori sono migliori). I risultati migliori li ottengono Lombardia, Veneto e Piemonte, i peggiori Calabria, Sardegna e Sicilia.

Ecco, nel dettaglio, i risultati che abbiamo ottenuto (attenzione: i dati sono stati rielaborati affinché l’Italia abbia sempre un valore pari a 1, le regioni superiori alla media un punteggio maggiore di 1 e un punteggio minore di 1 per le regioni al di sotto della media):

asd


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