Economia
USA-Venezuela: Chevron può operare, Trump ripensa le sanzioni petrolifere
Il governo USA proroga di 60 giorni la deroga alle sanzioni per Chevron in Venezuela. Scopri come questa mossa inaspettata influenza il petrolio venezuelano e le trattative tra Washington e Maduro, in un clima di crescente tensione.

Il Governo federale americano fa un altro passo indietro, e anche con il Venezuela ripensa parzialmente le proprie misure: infatti prorogherà di altri 60 giorni la deroga alle sanzioni che consente a Chevron di continuare a operare in Venezuela, mentre proseguono le trattative con il governo Maduro. in questo modo la società USA avrà più tempo per recuperare gli investimenti e cessare le attività in modo ordinato.
A marzo l’amministrazione Trump ha dato a Chevron un preavviso di 30 giorni per chiudere le sue attività in Venezuela e andarsene, minacciando di interrompere la fornitura di greggio pesante per le raffinerie della Costa del Golfo. In effetti, la decisione ha inizialmente colpito le esportazioni di greggio venezuelano, di cui 240.000 barili al giorno erano destinati alle raffinerie della Costa del Golfo, del Messico o d’America come preferite.
Il governo se ne è reso conto un po’ tardivamente e ha concesso a Chevron una proroga di 60 giorni dell’esenzione dalle sanzioni, in modo che potesse continuare a produrre petrolio in Venezuela e a spedirlo alle raffinerie statunitensi. La Chevron è arrivata a rappresentare un quinto della produzione di petrolio del Venezuela.
Chevron aveva anche grandi progetti per le sue operazioni venezuelane, con l’obiettivo di aumentare le esportazioni di una sola di esse, Petropiar, fino al 50% quest’anno, per un totale di 143.000 barili al giorno. Ora, questi piani hanno la possibilità di concretizzarsi se Trump darà seguito all’idea di scambiare ulteriori sanzioni con dazi e un’estensione della licenza della multinazionale.
In un certo senso, ha già dato seguito all’idea: ad aprile, il presidente degli Stati Uniti ha firmato un ordine esecutivo per imporre tariffe secondarie a tutti i Paesi che acquistano greggio venezuelano, che comunque non ha arrestato completamente la vendita di petrolio di quel paese. L’entità della tariffa era piuttosto consistente, pari al 25%. Molti dei principali importatori di petrolio hanno dichiarato che avrebbero smesso di acquistare il greggio venezuelano, eppure i flussi verso l’estero sono continuati, addirittura ridotti.
A questo punto Trump ha aperto veramente molti fronti con il Venezuela: il petrolio e gli investimenti di Chevron, l’immigrazione, con la deportazione dei migranti irregolari e quindi anche la frontiera con la Guyana, in cui il Venezuela vuole occupare l’Essequibo, mentre gli USA appoggiano il paese che internazionalmente viene ritenuto il reale roprietario della regione. Nonostante le incertezze e gli atteggimenti ondivaghi, la situazione è tesa e può esplodere da un momento all’altro.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login