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Trump spinge per il mercato unico con l’UE, ma non sa che sarebbe una trappola per l’America

Donald Trump spinge per il libero scambio con l’Europa, ma un’analisi dei dati rivela una sorpresa: in molti settori, dall’agroalimentare in giù, sarebbero gli USA a subire la concorrenzA europea.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump torna a spingere per un’apertura commerciale totale tra USA ed Europa, e lo fa dal suo social network, Truth Social, con un messaggio odierno:

Sono estremamente soddisfatto dell’assegnazione del 50% di dazi all’Unione Europea, soprattutto perché i nostri negoziati con loro sono stati “lenti” (per usare un eufemismo!). Ricordate, ho il potere di “Fissare un accordo” per il commercio con gli Stati Uniti se non riusciamo a trovare un accordo o se veniamo trattati ingiustamente. Sono appena stato informato che l’Unione Europea ha chiamato per stabilire rapidamente le date degli incontri. Questo è un evento positivo e spero che FINALMENTE, come ho chiesto alla Cina, aprano le nazioni europee al commercio con gli Stati Uniti d’America. Entrambi saranno molto felici e avranno successo se lo faranno!!!

L’entusiasmo di Trump, però, si scontra con una realtà economica complessa. Cosa accadrebbe se il suo desiderio di un mercato unico transatlantico senza dazi si realizzasse davvero? Il risultato potrebbe essere una sorpresa amara per la Casa Bianca, persino in settori dove gli USA si sentono più forti.

Prendiamo ad esempio il settore agroalimentare, con due prodotti per i quali Washington ritiene di essere svantaggiata da barriere commerciali europee: il pollame e la carne bovina. Utilizzando i dati di Numbeo, il quadro che emerge è sorprendente.

Se consideriamo il Nord America il prezzo medio di un chilogrammo di petto  di pollo è 12,2 dollari , sia negli USA sia in Canada:

Prezzo del petto di pollo al chilogrammo, Nord America

Se consideriamo i paesi dell’Est Europa i prezzi sono i seguenti:

Con sei paesi membri della UE che presentano costi inferiori, appare evidente che il pollo americano non sarebbe competitivo nel nostro mercato. Anche ipotizzando la rimozione delle normative sanitarie specifiche dell’UE, la domanda sorge spontanea: perché dovremmo importare pollo americano, considerati anche i costi di trasporto? È molto più probabile, invece, che le grandi multinazionali americane decidano di investire nell’Est Europa per produrre, ad esempio in Polonia, a poco più della metà del prezzo statunitense.

Prendiamo quindiun prodotto su cui gli USA puntano fortemente, la carne di manzo, spesso citata dallo stesso Trump.  Un chilogammo di carne di manzo negli USA viene a costare come segue:

Se consideriamo l’Europa i prezzi nell’Europa dell’Est sono i seguenti:

Confrontandolo con l’Europa dell’Est, vediamo nuovamente prezzi inferiori. Persino in Italia, paese non particolarmente competitivo nell’allevamento bovino, il prezzo si attesta intorno ai 19 dollari al kg. Ancora una volta, la domanda è: perché l’Europa dovrebbe importare carne dagli USA, quando potrebbe persino essere competitiva nell’esportarla oltre oceano?
Il punto è che l’Europa gode di un vantaggio competitivo su una vasta gamma di prodotti nei confronti degli Stati Uniti, garantendo un surplus commerciale significativo per l’Unione nel suo complesso.

In realtà, il cuore del surplus europeo con gli USA — circa il 50% del totale — non deriva da un reale vantaggio competitivo, ma da un’unica categoria di prodotti: i farmaceutici. Come osserva l’analista Brad Setser, la collocazione delle licenze commerciali in paesi a fiscalità agevolata come l’Irlanda rende l’Europa la regina del surplus farmaceutico, ma si tratta principalmente di un astuto trucco fiscale.

Quindi, se Trump insiste per ottenere un mercato unico, rischia di essere accontentato. Ma il risveglio, per l’economia americana, potrebbe essere brutale.


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