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USA: Shutdown governativo è una realtà. Ecco cosa rischiano i mercati (e perché stavolta è diverso)

Shutdown USA: la paralisi del governo è quasi certa. Ma stavolta i mercati non temono il default. Ecco l’analisi storica, i numeri e cosa aspettarsi davvero da Wall Street e dai tassi d’interesse.

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Il tempo stringe a Washington e, con l’avvicinarsi della scadenza di mezzanotte, la paralisi del governo federale USA (il cosiddetto “shutdown”) diventa uno scenario sempre più probabile. Sul mercato delle previsioni Polymarket, le probabilità di uno stop alle attività amministrative hanno raggiunto l’89%, un nuovo massimo.

Questa probabilità è diventata il 100% quando, poche ore fa’, è scattato il primo ottobre senza nessun accordo !

Ma non si tratta solo di “se”, ma anche di “quanto”. Gli analisti di JPMorgan, non proprio gli ultimi arrivati, stimano una probabilità del 70% che lo shutdown duri tra gli 11 e i 15 giorni. Il Senato ha già bocciato due diverse proposte per finanziare il governo, e anche alla Camera un disegno di legge per un finanziamento a breve termine (fino al 21 novembre) è naufragato con un voto di 48 a 44.

Il solito balletto delle colpe è già iniziato. C’è chi sostiene che Trump desideri uno shutdown per mettere in difficoltà l’amministrazione, mentre altri, come il vicepresidente JD Vance, puntano il dito contro i Democratici, pronti a essere accusati di non aver mantenuto aperto il governo. Insomma, una questione di apparenza, come spesso accade nella politica d’oltreoceano.

Cosa Comporta uno Shutdown nella Pratica?

I mercati stanno valutando due scenari:

  • uno shutdown totale, come nel 2013,
  • uno parziale, come nel 2018.

In caso di blocco completo, sorgono preoccupazioni concrete sulla capacità di agenzie chiave come il Bureau of Labor Statistics di raccogliere i dati necessari per le prossime decisioni della Federal Reserve (FOMC).

Nel frattempo, la Casa Bianca ha già dato istruzioni alle agenzie federali di prepararsi a licenziamenti di massa. Poiché quest’anno non è stata approvata nessuna legge di bilancio, dipartimenti cruciali come Difesa e Agricoltura smetterebbero di funzionare. Si stima che circa 750.000 dipendenti federali potrebbero essere messi in congedo non retribuito, con un impatto finanziario che si farebbe sentire concretamente dopo il 15 ottobre.

La soluzione più probabile, come da tradizione, è una “Continuing Resolution” (CR), ovvero un decreto di finanziamento temporaneo di 4-6 settimane. Questo apre la porta a giochi politici, con i Repubblicani che potrebbero tentare di “allegare” al provvedimento altre misure, come sanzioni alla Russia o aiuti agli agricoltori, per raccogliere i voti necessari.

L’impatto sui mercati: perché questa volta potrebbe essere diverso

La buona notizia, se così si può dire, è che questa potenziale crisi dovrebbe generare meno volatilità sui mercati rispetto alle precedenti. Il motivo è semplice: il tetto del debito è già stato alzato. A luglio 2025, infatti, il limite è stato incrementato di ben $5 trilioni, portandolo da $36,1 a $41,1 trilioni. Questo scongiura il vero incubo dei mercati: un default sul debito sovrano degli Stati Uniti.

Anche le agenzie di rating sembrano tranquille. Moody’s ha già declassato gli USA a Aa1 da Aaa a maggio, mentre S&P e Fitch hanno recentemente confermato il rating AA+ con outlook stabile.

Cosa aspettarsi quindi? Secondo gli strateghi di JPMorgan:

  • Rendimenti dei Treasury: Potrebbero scendere nel breve termine, come da precedente storico, ma in modo limitato, proprio grazie all’assenza della spada di Damocle del tetto del debito.
  • Azioni: Storicamente, l’impatto è misto. Un’analisi degli shutdown passati (superiori a un giorno lavorativo) mostra un andamento tipico:
    • Nei 10 giorni precedenti lo shutdown: L’indice S&P 500 è sceso in media del 2,5%.
    • Dopo 10 giorni di shutdown: L’indice ha recuperato circa il 2%.
    • Una volta trovata la soluzione: L’S&P 500 ha registrato performance positive, con un +3,6% a 30 giorni e un +5,9% a 90 giorni.

 

Uno Sguardo alla Storia: Shutdown e Downgrade

È fondamentale non confondere uno shutdown (blocco dei servizi non essenziali) con un default sul debito. Vediamo l’impatto storico di eventi simili.

Impatto Economico dello Shutdown 2018-2019 (5 settimane):

  • Riduzione del PIL reale: $11 miliardi (pari allo 0,3%). Una bella botta , ma il PIL è stato rivisto al rialzo del 3,8% quindi può tenere.
  • Perdita permanente: $3 miliardi di questi non sono mai stati recuperati.

Reazioni del Mercato a Eventi di Downgrade del Credito USA:

EventoReazione S&P 500Reazione Indice VIX (Volatilità)Reazione Rendimento Treasury 10Y
Agosto 2011 (Downgrade S&P)Crollo iniziale del 4,8%, forte volatilità per settimane.Schizza da ~20 a un picco di 48.Scende da 2,74% a un minimo di 1,72%.
Ottobre 2013 (Downgrade Fitch)Calo contenuto (-0,71% il giorno stesso).Picco moderato da 15,5 a 20,3, poi rientra.Stabile, con un lieve calo nelle settimane successive.
Marzo 2014 (Upgrade S&P)Reazione minima (-0,29% il giorno stesso).Scende gradualmente nelle settimane successive.Aumenta nel breve termine, per poi calare.
Quindi più che quello che succede a breve termine , quello che importa sono le politiche a medio lungo del governo e il loro impatto sull’economia.

Domande e Risposte per il Lettore

1. Qual è la vera differenza tra questo potenziale shutdown e quelli passati che hanno spaventato i mercati? La differenza cruciale è che il tetto del debito USA è già stato alzato fino al 2027. Negli anni passati, la minaccia di uno shutdown era spesso legata al rischio che il Congresso non autorizzasse nuovo debito, portando il paese sull’orlo del default tecnico. Questo scenario, che terrorizza i mercati globali, oggi non è sul tavolo. Di conseguenza, l’impatto sui rendimenti dei titoli di stato e la volatilità generale dovrebbero essere molto più contenuti. Si tratta di una crisi operativa e politica, non di una crisi di solvibilità.

2. Chi subisce i danni maggiori da uno shutdown del governo? I primi a pagare il conto sono i circa 750.000 dipendenti federali considerati “non essenziali”, che vengono mandati a casa senza stipendio. Sebbene in passato abbiano ricevuto gli arretrati a crisi conclusa, l’incertezza finanziaria nel breve termine è pesante. In secondo luogo, l’economia in generale ne risente a causa della riduzione della spesa pubblica e dell’interruzione di servizi. L’ultimo shutdown lungo (2018-19) è costato $11 miliardi al PIL statunitense, dimostrando che i danni non sono solo teorici ma molto concreti.

3. Da investitore, dovrei vendere tutto e preoccuparmi? La storia suggerisce di non cedere al panico. I mercati tendono a prezzare l’incertezza prima dell’evento, con cali nei giorni precedenti lo shutdown. Tuttavia, spesso recuperano durante il blocco e registrano buone performance una volta che la politica trova una soluzione. Poiché il rischio sistemico di un default è assente, uno shutdown breve o di media durata è più un’occasione di volatilità che una catastrofe per i portafogli. La strategia migliore è monitorare la situazione, ma evitare decisioni impulsive basate sul rumore politico di Washington.

E tu cosa ne pensi?

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