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USA: nuove sanzioni contro il commercio illegale di petrolio iraniano

Il Tesoro USA sanziona società e individui legati al commercio illegale di petrolio iraniano verso l’Asia, mirando a smantellare reti finanziarie e logistiche. Questa volta Washington vuole colpire duro

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Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha lanciato un’ampia serie di sanzioni contro una vasta rete di società e individui accusati di facilitare le esportazioni di petrolio e prodotti petrolchimici iraniani in violazione delle sanzioni esistenti.

L’azione, annunciata venerdì, colpisce l’infrastruttura finanziaria e logistica alla base del commercio energetico clandestino dell’Iran, in particolare le esportazioni di greggio verso l’Asia.

Al centro delle sanzioni c’è la Nasser Zarrin Ghalam and Partners Company, con sede a Teheran, che secondo le autorità statunitensi orchestra transazioni petrolifere illecite attraverso una rete di società di copertura. Decine di queste entità sono registrate a Hong Kong, negli Emirati Arabi Uniti e in Iran, spesso utilizzando pseudonimi e indirizzi fittizi per nascondere le origini iraniane e consentire le spedizioni di petrolio attraverso documenti falsificati.

Due società con sede negli Emirati Arabi Uniti, ACE Petrochem FZE e Moderate General Trading LLC, sono state sanzionate per i loro legami diretti con la National Iranian Tanker Company (NITC), un’entità inserita nella lista nera e fondamentale per l’apparato di esportazione del petrolio greggio iraniano. Entrambe le società sono accusate di facilitare il trasporto di greggio e i pagamenti attraverso rotte marittime e finanziarie progettate per eludere i controlli.

Un’altra entità chiave, la Kimia Sadr Pasargad Company, con sede a Teheran, è stata identificata come un attore fondamentale nel settore delle esportazioni petrolchimiche iraniane. Anche questa società è ora soggetta a sanzioni secondarie, che la escludono dalle transazioni in dollari e minacciano di sanzioni i partner stranieri.

Hong Kong ha fatto da centro nevralgico finanziario per gran parte dell’operazione. Società di comodo come PrettyAndy Trading Limited (alias Ragang Petroleum and Logistics Co.) e Golden Pen General Trading LLC sono state citate per il loro ruolo nel riciclaggio dei proventi e nell’occultamento dell’origine dei carichi.

La mossa di venerdì segnala l’intenzione di Washington di stringere il cappio sui flussi petroliferi iraniani soggetti a sanzioni, in un momento in cui Teheran starebbe aumentando le esportazioni verso la Cina e altri acquirenti asiatici tramite intermediari.

Con l’inasprimento dei mercati petroliferi globali e l’aumento della stanchezza nell’applicazione delle sanzioni, gli Stati Uniti sembrano determinati a smantellare le reti di aggiramento energetico dell’Iran, in particolare quelle che raggiungono i principali centri commerciali asiatici. Una mossa che ha come finalità quella di esercitare una maggiore pressione su Teheran per spingerla ad abbandonare le velleità di arricchimento dell’uranio.

 

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