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USA: record storico di insolvenze sui prestiti auto. Il consumatore americano è al tappeto
Tassi alle stelle e inflazione mettono in ginocchio i debitori subprime. Il tasso di insolvenza supera il 6,6%: ecco perché il “soft landing” potrebbe essere un miraggio.

Mentre i dati ufficiali parlano spesso di un “atterraggio morbido”, la realtà della strada – letteralmente – racconta una storia diversa. I mancati pagamenti sui prestiti auto raggiungono livelli mai visti dal 1994, come nota Bloomberg, segnalando crepe profonde nell’economia reale a stelle e strisce.
Se volete capire come sta davvero l’economia americana, dimenticate per un attimo il PIL o l’euforia di Wall Street. Guardate invece nel garage dell’americano medio. Secondo gli ultimi dati di Fitch Ratings, la percentuale di mutuatari subprime (coloro con un punteggio di credito basso) in ritardo di almeno 60 giorni con le rate dell’auto è salita al 6,65% nel mese di ottobre.Si tratta di un valore di insolvenza importante, per quanto legato alla fascia più debole dei consumatori.
Si tratta del dato più alto mai registrato dall’inizio delle serie storiche nel 1994. Un record poco invidiabile che supera persino i periodi più bui della Grande Recessione.
La tempesta perfetta sul debitore americano
Perché sta accadendo proprio ora? Non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di una pressione costante esercitata sui bilanci familiari da diversi fattori concomitanti. Le famiglie americane si trovano strette in una morsa che combina:
- Pressioni inflazionistiche persistenti: Il costo della vita rimane elevato, erodendo il potere d’acquisto reale.
- Il ritorno dei prestiti studenteschi: Dopo la pausa pandemica, milioni di americani hanno dovuto ricominciare a pagare i debiti universitari, sottraendo liquidità ai consumi.
- Tassi di interesse stellari: La politica della Federal Reserve ha reso il denaro costosissimo, colpendo duramente chi deve rifinanziare o accendere nuovi prestiti.
È un segnale di debolezza strutturale che la FED dovrà necessariamente considerare nel valutare il percorso dei futuri tagli dei tassi. Se il consumatore smette di pagare l’auto – un bene essenziale negli USA per recarsi al lavoro – significa che ha già tagliato tutto il resto.
Il caso Tricolor e l’effetto domino
Le prime avvisaglie serie si sono avute a settembre con la bancarotta di Tricolor Holdings, un importante rivenditore di auto usate e prestatore subprime.2 Il fallimento ha costretto le grandi istituzioni finanziarie esposte a questo settore a fare i conti con la realtà: il segmento più fragile della popolazione non ce la fa più.
Secondo TransUnion, la quota di consumatori nella categoria di credito più rischiosa è tornata ai livelli del 2019. I mutuatari subprime rappresentano ora il 14,4% del totale, in crescita rispetto all’anno precedente.
Tra disoccupazione e “Equity Negativa”
Il quadro macroeconomico si sta raffreddando. Nonostante la propaganda, il mercato del lavoro mostra segni di cedimento:
- Le assunzioni sono lente.
- Grandi aziende come Starbucks, Target e Amazon hanno annunciato licenziamenti.
- I tagli di posti di lavoro hanno quasi toccato quota un milione quest’anno (fino a ottobre), il massimo dal 2020.
A questo si aggiunge il fenomeno della “Negative Equity“. A causa dei prezzi delle auto gonfiati durante la pandemia e poi scesi, e dei tassi di interesse altissimi, sempre più americani devono alla banca più di quanto valga la loro auto. Secondo Edmunds.com, oltre il 28% delle permute nel terzo trimestre riguardava veicoli con valore negativo. Dato che negli USA, al contrario dell’Italia, il debito si cancella al pignoramento, non c’è interesse nei debitori nel continuare a pagare le rate della macchina.
Ecco una panoramica dei tassi di interesse medi per i consumatori “Deep Subprime” (punteggio di credito 300-500), che spiega l’impossibilità di ripagare il debito:
| Tipologia Prestito | Tasso di Interesse Medio (Q2) |
| Auto Nuova | 16,0% |
| Auto Usata | 21,6% |
Storie di vita reale
Dietro i numeri ci sono le persone. Bloomberg riporta il caso di Miriam Neal, 29 anni, di Atlanta. Dopo aver perso il lavoro come ricercatrice, la sua auto è stata pignorata. È riuscita a recuperarla solo grazie a una raccolta fondi, ma fatica ancora a pagare le rate mentre lavora per Amazon Flex guadagnando circa 100 dollari al giorno.
O il caso limite di Megan Langhoff, in Wisconsin, che si ritrova a pagare un tasso del 29,5% su una Kia del 2014. Una rata da 483 dollari al mese che serve quasi solo a coprire gli interessi, senza intaccare il capitale. “Appena rimani indietro, le commissioni di mora ti sommergono ed è impossibile recuperare”, racconta.
In conclusione, mentre la politica festeggia i numeri della macroeconomia, l’economia reale, quella fatta di rate, stipendi e carrelli della spesa, sta inviando un SOS disperato. E di solito, quando il mercato auto subprime salta, il resto dell’economia non tarda a seguire.
Domande e risposte
Perché il record di insolvenze sulle auto è un indicatore così preoccupante?
Negli Stati Uniti l’automobile non è un lusso, ma uno strumento essenziale per lavorare e vivere, data la carenza di trasporti pubblici in molte aree. Generalmente, le famiglie fanno di tutto per pagare la rata dell’auto, anche a costo di saltare altri pagamenti (come le carte di credito). Quando iniziano a saltare anche le rate dell’auto, significa che le risorse finanziarie della famiglia sono completamente esaurite e non c’è più margine di manovra. È l’ultimo bastione prima del default familiare totale.
In che modo questo fenomeno influisce sulla politica e sulle recenti elezioni?
L’aumento delle insolvenze è il sintomo tangibile della crisi del costo della vita. Nonostante i dati sul PIL potessero sembrare positivi, la percezione reale degli elettori era quella di un’economia ostile, con prezzi alti e tassi di interesse proibitivi. Questo “malessere economico” ha giocato un ruolo centrale nelle recenti elezioni, poiché i cittadini hanno votato basandosi sulla loro capacità di spesa quotidiana (il portafoglio reale) piuttosto che sui grafici di borsa o sulle statistiche governative sull’occupazione.
Cosa significa “Equity Negativa” e perché blocca i consumatori?
L’Equity Negativa (o “essere sott’acqua”) si verifica quando il debito residuo sul prestito auto è superiore al valore di mercato attuale del veicolo. Questo accade perché si è comprato a prezzi alti e con tassi altissimi che non permettono di abbattere il capitale. Il risultato è che il consumatore è in trappola: non può vendere l’auto per estinguere il prestito (perché mancherebbero soldi) e non può permutarla per una nuova senza aggravare ulteriormente la sua situazione debitoria. L’unica via di fuga è non pagare il debiuto e farsi portar via l’auto, che, a quel punto, resta un problema della società finanziaria.








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