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USA: Giudice blocca causa climatica dei giovani. “Non possiamo governare al posto dei politici”
Giudice USA accetta le ragioni dei giovani sul clima, ma respinge la loro causa: “La questione è politica, non legale”. Un invito a riportare le discussioni nel proprio ambito naturale

Un’altra doccia fredda per l’attivismo climatico giudiziario, questa volta proveniente dal Montana. Un giudice federale ha respinto una causa intentata da un’organizzazione giovanile contro le politiche energetiche dell’amministrazione Trump, accusate di favorire la produzione di idrocarburi a scapito della decarbonizzazione.
Il paradosso della sentenza è notevole: il giudice Dana Christensen ha ammesso che i querelanti hanno fornito prove “schiaccianti” sui danni, attuali e futuri, derivanti dal cambiamento climatico. Ciononostante, ha concluso che non è compito di un tribunale creare e supervisionare la politica climatica di una nazione. La questione non è giudiziaria, ma politica, così come deve essere.
La sentenza: un problema politico, non giudiziario
La motivazione del giudice Christensen è un richiamo al principio della separazione dei poteri. Secondo il magistrato, accogliere la richiesta degli attivisti avrebbe significato per la corte dover “monitorare un numero incalcolabile di azioni delle agenzie federali per determinare se contravvengono alla sua ingiunzione”.
In parole povere, una richiesta “semplicemente irrealizzabile” per la quale, sottolinea il giudice, non esistono precedenti. La corte si rifiuta quindi di trasformarsi in un organo di controllo politico ed esecutivo, un ruolo che non le compete.
“Questo è, molto semplicemente, un’istanza impraticabile per la quale i querelanti non forniscono alcun precedente” – Giudice Dana Christensen.
La Reazione degli Attivisti: “Un Danno Irreparabile”
Prevedibilmente dura la reazione di Our Children’s Trust, l’ONG specializzata in queste battaglie legali a sfondo climatico. Julia Olson, la loro consulente legale capo, ha dichiarato: “Ogni giorno che questi ordini esecutivi rimangono in vigore, questi 22 giovani americani subiscono un danno irreparabile alla loro salute, sicurezza e futuro”.
Pur riconoscendo che il giudice ha ammesso il danno subito, la Olson ha criticato la sua decisione di “avere le mani legate”. L’organizzazione ha già annunciato un appello immediato, sostenendo che “i tribunali non possono offrire maggiore protezione alle compagnie di combustibili fossili che cercano di preservare i loro profitti piuttosto che ai giovani americani che cercano di preservare i loro diritti”.
La strategia di utilizzare le aule di tribunale per contrastare le politiche dell’amministrazione Trump ha dato finora risultati contrastanti, e questa sentenza segna un punto a sfavore per chi tenta la via giudiziaria per influenzare decisioni prettamente politiche. Sarebbe più logico pertarle nel loro ambito, quello politico, se queste campagne climatiche avessero effettivamente l’appoggio popolare.
Domande e Risposte sul Testo
- Perché la causa è stata respinta se il giudice ha riconosciuto la validità delle prove sul cambiamento climatico? La causa non è stata respinta nel merito scientifico, ma per una questione di giurisdizione. Il giudice ha stabilito che il potere giudiziario non può e non deve sostituirsi al potere esecutivo e legislativo nel definire, implementare e monitorare complesse politiche energetiche e ambientali. Si tratta di una decisione basata sul principio costituzionale della separazione dei poteri, non di una valutazione sui fatti climatici.
- Cosa succede adesso? Quali sono i prossimi passi per gli attivisti? L’organizzazione “Our Children’s Trust” ha annunciato che presenterà immediatamente ricorso contro la decisione. Il caso passerà quindi a una corte d’appello di grado superiore. La battaglia legale è tutt’altro che conclusa e questa sentenza rappresenta solo una tappa di un lungo e complesso percorso giudiziario volto a stabilire i limiti e le responsabilità del governo in materia di politica climatica.
- Questo tipo di azioni legali sul clima sono comuni? Sì, questo tipo di contenzioso, spesso guidato da giovani, è una tendenza in crescita a livello globale. Molte cause simili sono state intentate in vari paesi, con l’argomento centrale che l’inazione dei governi sul clima viola i diritti fondamentali dei cittadini, come il diritto alla vita, alla salute e a un ambiente sano. I risultati di queste cause sono stati finora misti, variando notevolmente a seconda dell’ordinamento giuridico nazionale.

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