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Gli Stati Uniti potenziano le capacità navali nelle Filippine: la Cina non gradisce

Gli USA costruiscono due nuove strutture di manutenzione navale nelle Filippine, vicine al Second Thomas Shoal. Un’analisi delle implicazioni geopolitiche nel Mar Cinese Meridionale e della reazione cinese.

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Gli Stati Uniti hanno annunciato la costruzione di due nuove strutture di manutenzione navale nelle Filippine occidentali. Queste infrastrutture, situate a Oyster Bay e Quezon, nell’isola di Palawan, a meno di 260 km dal Second Thomas Shoal, un punto caldo nelle dispute tra Manila e Pechino, mirano a rafforzare le capacità della marina filippina nel Mar Cinese Meridionale.

Obiettivi e Funzionalità delle Nuove Strutture

Secondo l’ambasciata statunitense a Manila, la struttura di Oyster Bay è progettata per fornire capacità di riparazione e manutenzione per piccole imbarcazioni militari filippine, includendo anche spazi per lo stoccaggio di equipaggiamento o sale conferenze. Nonostante l’ambasciata sottolinei che non si tratta di una base militare e che le attività sono condotte in piena coordinazione con le Filippine, l’iniziativa ha diverse implicazioni.

Bao Yinan, ricercatore associato presso l’Huayang Centre for Maritime Cooperation and Ocean Governance ad Hainan, ha evidenziato come l’obiettivo primario sia rafforzare le capacità della marina filippina di “confrontare” o “contrastare” la Cina. Esiste anche una potenziale intenzione di facilitare l’uso condiviso di queste strutture da parte della marina statunitense in caso di futuri conflitti. L’idea è che, avendo contribuito alla costruzione, gli Stati Uniti avrebbero maggiore giustificazione per utilizzare queste infrastrutture in uno scenario di conflitto.

Posizione di Oyster Bay, centrale rispetto al Mar Cinese Meridionale

Tensioni nel Mar Cinese Meridionale

Le tensioni rimangono elevate tra Cina e Filippine a causa delle rivendicazioni contrapposte nel Mar Cinese Meridionale, scenario di frequenti scontri tra guardiacoste e imbarcazioni civili. Pechino rivendica ampie porzioni di questo passaggio marittimo, ricco di risorse, ma le sue pretese sono contestate da diversi paesi vicini, incluse le Filippine, da tempo alleate degli Stati Uniti.

Bao ha ricordato che gli Stati Uniti hanno più volte chiarito come le aree contese nel Mar Cinese Meridionale rientrino nell’ambito del loro patto di mutua difesa con le Filippine. Sebbene sia improbabile uno scontro diretto tra la marina statunitense e quella cinese, Washington potrebbe voler dissuadere Pechino o mostrare esplicitamente supporto a Manila attraverso mezzi ausiliari.

Reazione della Cina

Pechino ha regolarmente accusato Washington di ingerenza nella disputa sul Mar Cinese Meridionale e di minare la stabilità regionale. Hu Bo, direttore del Centre for Maritime Strategy Studies presso la Peking University, ha affermato che la Cina considera tali azioni come una minaccia alla pace e alla stabilità regionale, pur ritenendole “insignificanti” e tali da non influenzare le proprie rivendicazioni o attività.

Bao ha previsto una forte insoddisfazione da parte di Pechino, ma ha anche suggerito che le nuove strutture non siano “abbastanza provocatorie” da scatenare forti contromisure. È più probabile che la Cina adotti una strategia di “mantenimento della posizione” nel Mar Cinese Meridionale, attraverso pattugliamenti di routine della guardia costiera, evitando “confronti intensi”. Ha concluso che la Cina non dovrebbe essere eccessivamente sensibile a queste iniziative, mantenendo la calma e agendo in modo commisurato alla sua


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