Difesa

USA: Arriva il sistema che vede i droni nemici senza essere visto

Un nuovo sistema passivo basato su IA permette ai militari USA di individuare droni ostili a grande distanza e con anticipo, anche se nascosti, senza poter essere a sua volta rilevato. Una rivoluzione per la guerra moderna che garantisce un vantaggio strategico decisivo.

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La guerra moderna, come abbiamo tristemente imparato osservando il conflitto ucraino, si combatte sempre più con sciami di droni a basso costo. Rispondere a questa minaccia asimmetrica è diventata la priorità strategica numero uno per ogni esercito avanzato. In questo scenario, gli Stati Uniti sembrano aver messo a segno un punto cruciale, presentando una tecnologia che potrebbe cambiare le regole del gioco: un sistema capace di individuare droni ostili a distanze maggiori, più velocemente e, soprattutto, in modo completamente passivo. In altre parole, vede senza essere visto.

La dimostrazione è avvenuta durante un evento di sperimentazione tecnologica, frutto della collaborazione tra due colossi del settore della difesa, L3Harris Technologies e Shield AI. Il sistema combina sensori elettro-ottici/infrarossi (EO/IR) della serie WESCAM MX di L3Harris con il software di contrasto ai droni “Tracker” di Shield AI, potenziato dall’intelligenza artificiale.

Questo annuncio è quanto mai tempestivo, dopo l’avvistamento di droni sconosciuti in Danimarca e Norvegia.

Come funziona e perché è una rivoluzione

I sistemi di rilevamento tradizionali, come i radar, funzionano emettendo un segnale e analizzandone l’eco. Questo li rende efficaci, ma anche vulnerabili: sono come fari nella notte che urlano la propria posizione al nemico. Il nuovo sistema americano, invece, è “passivo”. Non emette alcun segnale. Semplicemente “ascolta” e “osserva” l’ambiente, cercando le tracce termiche e visive dei droni.

L’intelligenza artificiale entra in gioco per analizzare in tempo reale i dati raccolti, distinguendo un drone da un uccello o da altri disturbi, anche quando il bersaglio è parzialmente oscurato da nuvole o edifici.

I vantaggi principali possono essere così riassunti:

  • Invisibilità: Non emettendo segnali, il sistema non può essere rilevato dalle contromisure elettroniche nemiche.
  • Raggio d’Azione Esteso: La sensibilità dei sensori WESCAM MX, già noti per essere al vertice della categoria, permette di identificare minacce a distanze superiori rispetto ai sistemi attuali.
  • Velocità e Precisione: L’IA accelera il processo di identificazione e tracciamento, riducendo i tempi di reazione, un fattore vitale contro droni veloci o in sciami.
  • Adattabilità: Il sistema è progettato per funzionare efficacemente sia di giorno che di notte e in diversi domini: aereo, terrestre e marittimo.

Tom Kirkland, Vicepresidente di L3Harris, ha dichiarato senza mezzi termini: “I nostri combattenti e i nostri alleati stanno affrontando una nuova generazione di minacce senza pilota che richiedono risposte più rapide a distanze maggiori, senza essere a loro volta rilevati”.

I Prossimi Passi

La collaborazione non si ferma qui. La fase successiva prevede l’affinamento dei modelli comportamentali dell’IA per migliorare ulteriormente il tracciamento in ogni condizione operativa. Inoltre, questa capacità verrà integrata nel sistema di difesa VAMPIRE Counter-Unmanned System di L3Harris, un dispositivo progettato per abbattere fisicamente i piccoli droni.

Christian Gutierrez di Shield AI ha sottolineato il nocciolo del problema: “Gli avversari stanno schierando più droni, più economici e in ambienti più complessi che mai”. Sconfiggere questa minaccia richiede una tecnologia “intelligente, adattabile e passiva”.

In un campo di battaglia dove essere il primo a vedere è spesso l’unica cosa che conta per sopravvivere, la capacità di essere un osservatore invisibile non è solo un vantaggio tattico, ma un vero e proprio moltiplicatore di forza strategica. Gli USA hanno appena alzato l’asticella.

Sistema anti drone Vampire

1) Domande e Risposte

1. Cosa significa esattamente che il sistema è “passivo” e perché è così importante?

Un sistema di rilevamento “passivo” non emette alcuna energia propria, come onde radio o laser, per individuare un bersaglio. Al contrario, si limita a “captare” le emissioni provenienti dall’ambiente, come il calore (infrarossi) o la luce (ottica) emessa o riflessa da un oggetto. L’importanza è strategica: non emettendo segnali, il sistema è praticamente invisibile alle apparecchiature di guerra elettronica del nemico, che sono progettate proprio per individuare le fonti di emissione come i radar. Questo permette di vedere il nemico senza che lui sappia di essere osservato, garantendo un vantaggio tattico fondamentale.

2. In che modo l’Intelligenza Artificiale migliora concretamente il rilevamento dei droni?

L’Intelligenza Artificiale (IA) funge da cervello del sistema. Analizza istantaneamente l’enorme flusso di dati proveniente dai sensori ottici e infrarossi, imparando a riconoscere le “firme” specifiche di diversi tipi di droni (la loro forma, il calore dei motori, il modo in cui si muovono). Questo permette di:

  • Filtrare i falsi allarmi, distinguendo un drone da un volatile.
  • Identificare il bersaglio più velocemente di un operatore umano.
  • Tracciare un drone anche se parzialmente nascosto da ostacoli come alberi o edifici, prevedendone la traiettoria.

3. Questa tecnologia sarà disponibile anche per l’Italia o altri alleati NATO?

Inizialmente, tecnologie così avanzate e strategicamente sensibili vengono sviluppate e impiegate esclusivamente dalle forze armate statunitensi. Tuttavia, è prassi comune che, dopo una fase di consolidamento e con le dovute autorizzazioni politiche, le versioni per l’esportazione vengano rese disponibili ai più stretti alleati, specialmente all’interno della NATO. L’Italia, essendo un partner di primo livello, potrebbe in futuro avere accesso a questa tecnologia o a sistemi derivati da essa, rafforzando così le capacità di difesa aerea dell’Alleanza Atlantica di fronte a minacce comuni.

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