Attualità
Uragano Melissa: un “Mostro” Atlantico che riscrive le statistiche
L’uragano Melissa entra nella storia: con 892 mb di pressione e venti a 185 mph, si piazza tra i 3 uragani atlantici più potenti di sempre, minacciando record storici di landfall.

L’autunno 2025, e in particolare questo fine ottobre, si sta rivelando piuttosto movimentato sul bacino Atlantico, con un exploit di tempeste uniche. L’uragano Melissa ha infatti raggiunto la terrificante Categoria 5, entrando di prepotenza nei libri di storia della meteorologia.
Non si tratta semplicemente di “un altro forte uragano”; Melissa sta attivamente sfidando record che resistevano da decenni, posizionandosi tra le tempeste più intense mai registrate.
Ma cosa rende questo sistema così eccezionale, al di là delle immagini satellitari impressionanti? Come nostra consuetudine, analizziamo i dati tecnici con chiarezza, per comprendere le dimensioni oggettive del fenomeno.
🚨 WHEN METEOROLOGISTS CALL IT “UNREAL,” YOU KNOW IT’S NOT NATURAL
Even the experts are saying it – “unreal.”
Hurricane Melissa just hit Jamaica with 185 MPH winds, 220+ MPH gusts, and 892 mb pressure.
No storm strengthens like this without help.pic.twitter.com/JaxMod4My7
— HustleBitch (@HustleBitch_) October 28, 2025
Come si misura la “Forza” di un Uragano
Per classificare l’intensità di un uragano, i meteorologi utilizzano principalmente due metriche oggettive. Non si tratta di opinioni, ma di misurazioni fisiche.
1. La Pressione Minima (Più è bassa, più è forte)
Il primo indicatore è la pressione atmosferica minima misurata al centro (l’occhio) del ciclone. In meteorologia, una bassa pressione “risucchia” aria, e più questo valore è basso, più violento è il sistema. Una pressione media al livello del mare è di circa 1.013 millibar (mb).
L’uragano Melissa ha raggiunto una pressione minima di 892 millibar.
Questo dato la colloca in un’élite estremamente ristretta. Per dare un contesto, solo sette uragani atlantici nella storia documentata sono scesi sotto la soglia dei 900 mb. Melissa è persino più intensa (pressione più bassa) del temibile uragano Milton, che solo lo scorso ottobre 2024 raggiunse i 895 mb.
Ecco la classifica dei sistemi atlantici più intensi per pressione:
- Wilma (2005): 882 mb
- Gilbert (1988): 888 mb
- Melissa (2025), Uragano “Labor Day” (1935): 892 mb
- Rita (2005), Milton (2024): 895 mb
- Allen (1980): 899 mb
Il record di Wilma nel 2005 fu accompagnato da un occhio incredibilmente piccolo, appena 2,3 miglia di diametro (circa 3,7 km), quasi un “buco di spillo” ciclonico, contro una media di 30-60 km. Quindi fu un caso particolarmente concentrato e piccolo. Qui siamo al livello di Gilbert, un uragano che causò grandi danni.
2. I Venti Sostenuti (La velocità pura)
La seconda metrica è la velocità massima dei venti sostenuti (calcolata su una media di 1 minuto). Qui Melissa si piazza al secondo posto assoluto, a pari merito con altre tempeste leggendarie, raggiungendo 185 mph (circa 298 km/h).
Questa è la “hall of fame” dei venti atlantici:
- Allen (1980): 190 mph
- Melissa (2025), “Labor Day” (1935), Gilbert (1988), Wilma (2005), Dorian (2019): 185 mph
- Mitch (1998), Rita (2005), Irma (2017), Milton (2024): 180 mph
Prima di Melissa, gli ultimi ingressi in questa lista erano stati Milton (2024) e Dorian (2019), l’uragano che si accanì con violenza catastrofica sulle Bahamas.
Il rischio “Landfall”, cioè l’arrivo sulla terraferma
Il vero timore, al di là delle statistiche, è ovviamente il “landfall”, ovvero l’impatto sulla terraferma. Un conto è un mostro che resta in mare aperto, un altro è se colpisce aree popolate.
Se l’uragano Melissa dovesse toccare terra mantenendo l’attuale intensità, potrebbe eguagliare o battere i record storici di impatto più violento:
- Record Pressione più bassa al Landfall: Uragano “Labor Day” (1935) nelle Florida Keys, con 892 mb. (Melissa è attualmente a questo livello).
- Record Venti più forti al Landfall: Dorian (2019) alle Bahamas e “Labor Day” (1935), entrambi con 185 mph. (Melissa è attualmente a questo livello).
I landfall di Categoria 5 sono (fortunatamente) rari, ma non così rari come si potrebbe pensare. Dal 1924, 17 diversi uragani atlantici hanno effettuato almeno un landfall a quella intensità.
Per la cronaca, e per chiudere il quadro tecnico, i record mondiali (non solo atlantici) sono ancora più impressionanti: il Super Tifone Tip nel 1979 scese a 870 mb, mentre l’uragano Patricia nel 2015 raggiunse venti di 215 mph (346 km/h) al largo del Messico. Cifre che fanno impallidire, ma che oggi Melissa sta pericolosamente avvicinando nel suo bacino.
Ora c’è da sperare che la praparazione delle autorità civili sia adeguata al pericolo che si viene a correre. Dopo la Giamaica l’uragano Melissa colpirà Cuba, dove c’è da attendersi che i danni possano essere ancora più elevati.
Domande e Risposte per i Lettori
1. Perché una pressione atmosferica più bassa rende l’uragano più forte? In meteorologia, il vento è semplicemente aria che si sposta da un’area di alta pressione a una di bassa pressione. Più profonda è la bassa pressione al centro dell’uragano (più basso il numero in millibar), maggiore è la differenza (gradiente) con l’alta pressione circostante. Questo “dislivello” accelera enormemente i venti che convergono verso il centro, creando un ciclone più violento, intenso e distruttivo.
2. Il testo cita l’uragano “Labor Day” del 1935. Cosa lo rese così catastrofico? L’uragano del “Labor Day” 1935 è considerato la tempesta più intensa che abbia mai colpito gli Stati Uniti. La sua eccezionalità fu la combinazione di pressione (892 mb) e venti (185 mph) al momento dell’impatto sulle Florida Keys. A differenza di molti uragani che si indeboliscono avvicinandosi alla costa, esso mantenne la sua potenza massima. Questo generò un’onda di tempesta (storm surge) catastrofica, fino a 6 metri, causando 408 vittime, molti dei quali veterani della Prima Guerra Mondiale che lavoravano in cantieri edili nella zona.
3. Ci sono più uragani di Categoria 5 oggi rispetto al passato? Il testo evidenzia che il confronto tra tempeste recenti e quelle di inizio ‘900 è complesso. Oggi disponiamo di satelliti e aerei “Hurricane Hunter” che misurano vento e pressione con precisione. Nel 1935, molte misurazioni erano stimate o registrate solo se la tempesta colpiva la terra o una nave. È possibile che alcuni potenti uragani del passato siano stati sottostimati. Tuttavia, i dati recenti mostrano una tendenza all’intensificazione rapida delle tempeste, con molti uragani di Categoria 5 registrati negli ultimi 20 anni (Wilma, Rita, Irma, Dorian, Milton, Melissa).







You must be logged in to post a comment Login