Economia
Unicredit compra il 9% di Commerzbank
Unicredit si compra il 9% di Commerzbank, quello che era un colosso bancario tedesco, prima del 2007, successivamente slavato dallo stato che ne ha una forte partecipazione.
La seconda banca italiana, UniCredit, ha annunciato mercoledì di aver acquisito una partecipazione del 9% in Commerzbank, di cui il 4,49% per circa 702 milioni di euro nell’ambito di una procedura accelerata per conto dello Stato tedesco. Il resto della partecipazione è stato acquistato sul mercato, ha dichiarato UniCredit in un comunicato stampa. Inoltre, UniCredit intende richiedere l’autorizzazione a superare il 9,9% del capitale di Commerzbank “se e quando necessario”, portando l’acquisizione totale a circa 1,4 miliardi di euro.
UniCredit afferma di “sostenere” il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di Sorveglianza di Commerzbank e “i progressi che hanno compiuto nel migliorare la performance della banca”. La banca italiana intende inoltre esplorare con Commerzbank “le opportunità di creare valore per gli stakeholder di entrambe le banche”.
Dopo un’apertura in rialzo del 12,70% a 14,20 euro, le azioni Commerzbank hanno guadagnato il 15,75% a 14,57 euro, in seguito a questo annuncio, in un mercato in rialzo dello 0,6%. Alla Borsa di Milano, le azioni di UniCredit erano in rialzo di un piccolo 0,72% a 36,33 euro a fine mattinata.
Fino alla grande crisi finanziaria del 2009 il valore delle azioni di Commerzbank era ben diverso, e superò i 200 euro per azioni proprio nel 2007. Quindi l’istituto fu salvato dal governo. Ora proprio il pubblico aveva annunciato martedì la sua intenzione di vendere una partecipazione del 4,5% in Commerzbank, che rappresenta la vendita di 53 milioni di azioni, il primo passo del suo ritiro dal capitale della seconda banca tedesca. Lo Stato riduce così la sua partecipazione in Commerzbank dal 16,5% al 12%, come indicato martedì dalla Finanzagentur, l’Agenzia Federale delle Finanze.
All’inizio di settembre, la Finanzagentur aveva annunciato il suo ritiro da Commerzbank, che era stata salvata dal fallimento durante la crisi finanziaria del 2008-2009, quando lo Stato aveva dovuto impegnare circa 18 miliardi di euro per acquisire una partecipazione nella banca e fornire garanzie.
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