Energia
Ungheria e Bulgaria cercano di capire come pagare, e far fluire, il gas russo senza incorrere in Sanzioni USA
Ungheria e Bulgaria sono ancora collegate al gas russo, ma hanno problemi di pagamento senza il passaggio tramite Gazprombank, sanzionata dagli USA. Forse però ora l’Ungheria ha una soluzione
Ungheria e Bulgaria sono in difficoltà. Con le sanzioni statunitensi che hanno colpito Gazprombank – l’intermediario di riferimento per i pagamenti del gas russo – i due paesi stanno cercando di capire come far circolare il gas senza infrangere le regole, ma regolando i pagamenti.
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto sostiene di aver trovato una “soluzione giuridico-finanziaria”. Nel frattempo, la Bulgaria tiene le carte coperte, limitandosi a dire di aver discusso una “opzione” che potrebbe andare bene per tutti.
Per l’Ungheria, il gas russo è un’ancora di salvezza che non è disposta a tagliare, anche se l’Europa cerca di abbandonare la sua dipendenza da Mosca. Il Primo Ministro Viktor Orban si è recentemente incontrato con Vladimir Putin per parlare di affari e assicurarsi che l’Ungheria resti al caldo quest’inverno.
La Bulgaria, invece, ha lasciato intendere di essere disposta a giocare duro. Se Gazprom non riuscirà a risolvere i pagamenti, potrebbe bloccare il transito del gas attraverso il suo territorio, una mossa che potrebbe ripercuotersi sull’Europa centrale.
Entrambi i Paesi hanno una cosa in comune: stanno cercando di proteggere la loro sicurezza energetica senza scatenare una tempesta geopolitica.
La scorsa settimana, il Presidente russo Vladimir Putin ha eliminato l’obbligo di effettuare i pagamenti del gas naturale esclusivamente attraverso la Gazprombank, sottoposta a sanzioni. Gli acquirenti europei possono ora regolare i pagamenti tramite altre banche, un cambiamento significativo che ha brevemente calmato i mercati, con i prezzi di riferimento del gas europeo scesi del 2,3%.
La decisione arriva in un contesto di tensioni crescenti, dopo che il mese scorso gli Stati Uniti hanno sanzionato Gazprombank nell’ambito di misure più ampie contro Mosca per la guerra in corso in Ucraina. Il mercato è diventato nervoso per il timore di una potenziale interruzione delle forniture di gas russo all’Europa, in particolare per i Paesi dell’Europa centrale come l’Ungheria, che dipendono fortemente da queste importazioni.
Gli analisti sono rimasti divisi sull’impatto dell’allentamento dei requisiti di pagamento da parte della Russia. Jonathan Stern dell’Oxford Institute for Energy Studies osserva che, sebbene Putin sembri desideroso di mantenere le esportazioni europee, la flessibilità potrebbe fare poco per alleviare l’incertezza a lungo termine per gli acquirenti.
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