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Una smemorata Repubblica scredita il mio lavoro: mente, o ignora? (di Alessandra Basso)

“Repubblica” prima ignora i deputati, poi dice che non si sono fatti sentire. Perché se non sei dei loro non esisti

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Certamente “La Repubblica (edizione di Bologna del 3 aprile)”, ricorda poco del mio mandato a Bruxelles. E come potrebbe se è sempre stata refrattaria a una informazione obiettiva? Come potrebbe se non ha mai dato spazio all’attività di chi non appartiene allo schieramento ‘amico’?

Il giornalista ricorda tra le mie attività, solamente la questione della multa che ho ricevuto per i vaccini, e un mio intervento contro la teoria gender. Spero che questa “dimenticanza” sia causata solo dalla fretta di scrivere due righe buttate lì, o diversamente dovrei pensare alla incapacità del giornalista di reperire le informazioni, pubblicate sul sito del Parlamento Europeo, e nella incapacità di reperire articoli in rete.
Probabilmente la “fretta” ha fatto dimenticare i miei 36 interventi in Plenaria, i 16 report che ho seguito come relatore ombra, la presenza costante alle commissioni e in aula, con il 98,18% di presenza (dato anche questo facilmente reperibile).


Ignora (eh, maledetta fretta) le battaglie condotte fattivamente sulle protezioni delle indicazioni geografiche dei prodotti artigianali e industriali, sugli affitti brevi, sui prodotti da costruzione, sul mercato unico digitale (dice qualcosa al giornalista il Digital Service ACT?), sui crediti al consumo: grandi temi che hanno un impatto diretto sia sul tessuto economico e sociale del nostro Paese sia sulla vita quotidiana dei cittadini.

Ignora (sempre per la fretta probabilmente) l’impegno su temi a favore della famiglia tradizionale e la difesa della vita, contro l’utero in affitto (ho organizzato un convegno sul tema a Bruxelles, anche questo facilmente reperibile in rete), la tutela del Made in Italy, le battaglie contro le eurofollie green, la difesa dei confini, che poco piacciono a Repubblica, ma che interessano i cittadini, in barba al diritto a un’informazione imparziale. Eppure basta digitare il mio nome su questi temi, e compaiono decine di articoli (non pubblicati da La Repubblica ovviamente).

Non è che per caso ha dato un po’ fastidio la mia attività in Commissione Giuridica sul caso QATARGATE, o il mio intervento in Plenaria contro la mancata manutenzione dei corsi d’acqua in occasione delle tragiche alluvioni?
Comprendo che in poche righe sia difficile fare un sunto dell’immensa mole di lavoro che ho portato avanti in questi cinque anni, su tanti temi, ma ridurla a “un solo fatto saliente e pochi interventi” è decisamente diffamatorio.
Delle due, l’una : o Repubblica mente sapendo di mentire, tentando di screditare un ’avversario politico’, oppure, peggio, i suoi giornalisti non sanno dove reperire informazioni veritiere.


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