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Un nuovo mercato per i Titoli di Debito , magari anche di Stato? Le piattaforme digitali per gli asset finanziari ordinari

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Recentemente in un mio articolo su Cryptonomist ho scritto in relazione alla nascita di Currency.Com. Questa piattaforma si presenta come un exchange collegato a criptovalute o comunque ad asset digitali in grado di scambiare sia valute ordinarie sia asset finanziari ordinari (Azioni, ETF, prodotti legati ad indici) anche con concambio di valute digitali. Praticamente questo exchange, perfettamente legale e regolato, nel quale le azioni o le obbligazioni o gli altri prodotti  finanziari vengono “Smaterializzati” e trasformati in token che poi possono essere scambiati contro valute digitali di vario tipo. Per fare un esempio è possibile comprare un’azione Apple (in questo caso sarà denominata APPLE.CX) utilizzando bitcoin o altre valute digitali, o anche stable coin, cioè con valute aventi il valore ancorato ad una valuta fiat d riferimento (dollaro, euro etc). Naturalmente la piattaforma si impegna ad acquistare sul NASDAQ ed a mantenere in un deposito controllato un’azione Apple per ogni token APPLE.CX  ceduto sul mercato.

I vantaggi per gli investitori sono vari: prima di tutto le piattaforme digitali basate su blockchain sono estremamente efficienti e sicure nella gestione degli scambi, essendo la sicurezza intrinseca nella struttura stessa della DLT, quindi c’è un secondo vantaggio collegato ai mercati finanziari a cui Currency.com si rivolge: la piattaforma è infatti collocata in Bielorussia, parte dell’unione doganale con la Federazione Russa (Spazio economico comune), e quindi questo permette ad un investitore di quel mercato di acquistare direttamente titoli USA senza trasferirvi i propri soldi e, magari essere domani accusato di essere un troll e magari vedersi sequestarto il gruzzoletto. Con questo sistema i soldi russi rimangono tangibilmente in Russia, o per lo meno in un mercato amico, ma sono investiti lo stesso sui titoli americani.

Questa prospettiva è resa ancora più interessante dal fatto che un gruppo di banche centrali sta studiando attivamente, e non ha scartato, la possibilità di emettere CBDC, cioè “Central Bank Digital Currency”, Denaro digitale emesso da banche centrali, cioè criptovalute, ma create in modo centralizzato da una banca nazionale. Questa possibilità è presentata dallo stesso FMI, che elenca una serie di paesi che stanno studiando o sperimentando l’opzione, fra i quali, Russia , Egitto e Svizzera. Un token digitale ufficiale di una banca di stato sarebbe l’elemento perfetto per completare il quadro legato ad una digitalizzazione completa degli asset.

Questa opportunità dovrebbe essere sfruttata anche nel piazzamento del debito pubblico, magari italiano. In fondo si tratta di un mercato semplice, affamato di token stabili ed aperto a mercati finanziari particolarmente ricchi. Si potrebbe studiare un’emissione di BTP ad hoc per questo tipo di mercati magari sperimentale, a medio termine e con tagli limitati, destinati alla digitalizzazione su piattaforme di investimento. Il fatto di avere un valore predeterminato e trasformabile in euro li renderebbe degli “Stable Coin” naturali. Chiaramente bisognerebbe iniziare con cifre piccole, per valutare i volumi che questi nuovi mercati potrebbero assorbire , ma, alla fine il costo dell’operazione sarebbe ridicolo ed ogni euro risparmiato in interessi un minor  deflusso di risorse indispensabili.

 

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