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UN NEO-LIBERISTA QUARTO DI SECOLO (di Marco Fabbri)

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Il 2017 è finito e abbiamo superatoto il quarto di secolo, festeggiamo qualcosa? Assolutamente no,
si tratta di un anniversario lugubre. Si tratta del venticinquennale in cui la Nostra Repubblica ha
venduto politica, economia e territorio alla grande finanza internazionale camuffatasi in questo
continente con il nome di Unione Europea,  ma partiamo dall’inizio.

Con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e il dissolversi del blocco est (1989-1991) la finanza
europea (leggasi tedesca/anglosassone) ha spinto sia economicamente, sia militarmente (vedi la
sorte toccata alla Jugoslavia) per una maggiore integrazione continentale. Il trattato di Maastricht
firmato il 7 febbraio 1992 ha costituito la prima grave ed imponente cessione di sovranità dell’Italia
ad un’entità sovranazionale (UE) che ha come unico scopo l’annichilimento delle istituzioni italiane
e dell’economia di stato. Inoltre il Trattato ha gettato le basi per l’Euro.

Il secondo passo è stato sul piano prettamente politico. Alle elezioni dell’aprile del 1992 si è avuto
un exploit di deputati e senatori di matrice neo-liberista. Exploit bissato e raddoppiato alle elezioni
nel 1994, che hanno spazzato via (anche grazie all’aiuto volontario o meno di Tangentopoli) tutta
quella vecchia classe dirigente post-Seconda Guerra Mondiale, che, nonostante le profonde
differenze ideologiche, aveva nell’intervento statale nell’economia un ideale fisso e costante, fatta
ad eccezione del PLI e della corrente di destra della DC.
Con queste due tristi tappe la nostra Repubblica ha legato anima e corpo alla grande finanza
europea. Dopo quell’anno, per i sociopatici di Bruxelles/Strasburgo è stata tutta discesa e uno dopo
l’altro sono stati approvati trattati che hanno silenziato e vituperato la nostra Costituzione:
• l’applicazione della Convenzione di Schengen (1997) che contribuì a far perdere sovranità
territoriale
• il Trattato di Amsterdam (1999) che contribuì a farci perdere sovranità militare e in politica
estera
• il Trattato di Nizza (2000-2001) che ha fatto perdere la cosiddetta potestà di imperio, cioè i
classici 3 poteri di uno stato democratico: Legislativo (Camera dei Deputati e Senato della
Repubblica Italiana), Esecutivo (Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana) e
Giudiziario (Corte costituzionale della Repubblica Italiana, detta Consulta), vengono
gradualmente delegati a delle istituzioni non democratiche e rette da perfetti sconosciuti,
rispettivamente: Parlamento Europeo (de jure poiché non decide nulla ma ha solo funzione
consultiva), Consiglio dell’Unione europea/Consiglio europeo (che si è arrogato sia il
potere legislativo che esecutivo in barba alla tripartizione democratica dei poteri) e Corte di
giustizia dell’Unione europea

• l’introduzione della moneta unica, l’Euro, che ha dato il colpo di grazia alla nostra economia
e ha reso felice la vita di circa un centinaio di magnati in Europa e negli USA
• ed infine il Trattato di Lisbona del 2007, fatto per ovviare alla saggia bocciatura del
progetto di Costituzione Europea, e che anestetizza completamente la Nostra Costituzione,
soprattutto in ambito economico.

Come precedentemente detto, tutti questi trattati, hanno avvelenato, storpiato e silenziato la Nostra
Costituzione. Essa nacque dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale e i Padri Costituenti
capirono che il fascismo fu il risultato di politiche neo-liberiste. Quindi misero nella parte
economica della nostra carta fondamentale (articoli 35-47) l’intervento dello stato nell’economia,
ispirati dalle idee di John Maynard Keynes, Federico Caffè, economista di fiducia di Ferruccio Parri
e dal socialismo liberale dei fratelli Rosselli. Tutto questo per trovare una terza via tra il capitalismo
sfrenato che atomizzava gli individui e l’oppressivo sistema ultra-statale comunista che annichiliva
l’individuo.
Questa terza via è stata percorsa a fasi alterne dall’emanazione della Nostra Costituzione nel 1948
fino alla nefasta data del 1992. Da lì in poi la grande finanza internazionale è riuscita a penetrare
nelle nostre istituzioni.

A questo punto che fare?

I trattati europei precedentemente elencati sono TOTALMENTE INCOMPATIBILI con la
Costituzione della Repubblica Italiana. La Repubblica Italiana deve svincolarsi dai trattati
precedentemente stipulati, e non sarebbe la prima volta, e riappropriarsi della sua carta
fondamentale, della sua sovranità monetaria, della sua economia e delle sue istituzioni, rifiutando
ogni interferenza finanziaria estera.
Questa è la via da seguire o seguiranno altri di questi nefasti anniversari


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