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ULTIMATUM EUROPEO ALLA MAY, MENTRE ESCONO NOTIZIE INQUIETANTI SULLE TRATTATIVE.

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Ormai mancano due settimane alla scadenza della Brexit ed arriva da Bruxelles TINA per il Parlamento Inglese. TINA  sta per “There Is No Alternativa”, non c’è alternativa, lo strumento classico del governo della UE, che porta avanti decisioni inaccettabili fino al punto che, non essendo possibile tornare indietro, diventano TINA, e quindi schiacciano qualsiasi strumento di carattere democratico.

Oggi ci sarà un voto sul deal che vede le posizioni molto divise: c’è un’ala molto dura, che non vuole l’accordo, neppure dopo le modifiche apportate all’ultimo minuto, c’è il gruppo che vorrebbe il secondo referendum, ci sono i brexiteers storici che desidererebbero studiare meglio le carte. Solo oggi ci sarà il parere legale sulle norme, pochissimo tempo prima del voto.

Quello che Juncker ha imposto come TINA è molto semplice: il backstop per l’Irlanda del Nord verrà a cessare nel 2020, ma questo non porterà all’imposizione di un confine “Duro” fra le due parti, ma all’imposizione di “Misure alternative”. Insomma l’Irlanda del Nord non sarà più nella UE, ma non sarà neppure completamente integrata con il Regno Unito, e questo per i Brexiter più decisi è inaccettabile.

In questo momento la situazione è quanto mai confusa: il DUP, il partito nordirlandese necessario alla May, voterà NO, il gruppo ERG, cioè i Brexiter più decisi, pure, per cui tutto resta appeso all’atteggiamento dei Labour. Se questi voteranno contro allora non ci sarà deal, se invece voteranno a favore potrebbe esserci un accordo. Nel frattempo il procuratore generale Geoffrey Cox, parlando degli aspetti legali, prima lo ha demolito, affermando che le incertezze legali sono rimaste invariate, quindi ha fatto marcia indietro, incrementando il caos generale sulla questione.

In poche ore vedremo come finirà questa questione, nel frattempo filtra la  notizia, tutta da controllare, secondo la quale l’accordo Brexit sia stato scritto dalla Germania e fornito alla May la scorsa estate, con tanto di registrazioni dei meeting. In quest’occasione la May si sarebbe impegnata a cambiare il meno possibile le normative, mantenendo le quanto più a lungo possibile le leggi europee in vigore. Un vero e proprio tradimento del referendum.

 

 

 

 

 


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