Difesa
LUCAS, ovvero quando gli USA imitano l’Iran per ridurre i costi
Gli USA presentano LUCAS, un drone d’attacco low-cost riutilizzabile e modulare. Sviluppato per contrastare lo Shahed-136, cambierà le strategie militari nell’Indo-Pacifico e oltre.

Il mese di luglio ha portato delle grosse novità dal punto di vista tattico per gli USA. Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha presentato il Low-Cost Uncrewed Combat Attack System (LUCAS) durante una mostra di sistemi autonomi al pentagono, alla presenza del Segretario alla Difesa Pete Hegseth.
Sviluppato dalla Spectreworks, con sede in Arizona, LUCAS è progettato per contrastare la crescente minaccia delle munizioni vaganti.
Il sistema mira a facilitare le operazioni distribuite, in particolare nella regione indo-pacifica, alla luce delle crescenti preoccupazioni per le attività dei droni cinesi vicino al Giappone. È stato espresso notevole interesse per il suo sviluppo, la sua progettazione, le sue capacità e il suo significato strategico.
Genesi del progetto
La comparsa del drone LUCAS non è una coincidenza. Si tratta di una risposta diretta alla trasformazione della guerra moderna guidata dalla proliferazione globale di droni kamikaze a basso costo.
Il drone kamikaze Shahed-136 dell’Iran, con ala a delta, ne è un esempio lampante, utilizzato dalla Russia in Ucraina e da gruppi sostenuti dall’Iran in Medio Oriente per colpire con precisione obiettivi a un costo notevolmente ridotto rispetto alle munizioni tradizionali.
Il basso costo e la portata estesa dello Shahed-136 hanno messo in luce una lacuna negli arsenali occidentali, che storicamente dipendono da piattaforme costose e riutilizzabili come l’MQ-9 Reaper.
La risposta degli Stati Uniti si è concretizzata nel sistema LUCAS, un UAS a tre categorie (in grado di trasportare fino a 600 kg e di operare ad altitudini che raggiungono i 5.500 metri).
Prospettiva analitica
Il design del LUCAS presenta somiglianze sia visive che funzionali con lo Shahed-136, con una configurazione ad ala triangolare delta ottimizzata per il volo a lungo raggio.
Tuttavia, differisce in modo significativo in termini di ingegneria e versatilità. Alimentato da un motore bicilindrico DA-215 (215 cm³), LUCAS si contrappone al clone Limbach L550E a quattro cilindri dello Shahed, offrendo una maggiore efficienza nei consumi e una ridotta firma acustica.
La sua architettura modulare e aperta consente di ospitare vari carichi utili, tra cui sensori di ricognizione, moduli di guerra elettronica e testate esplosive, facilitando così l’adattabilità a un’ampia gamma di profili di missione.
L’adattabilità del drone costituisce un vantaggio fondamentale. LUCAS supporta vari metodi di lancio, tra cui il Rocket-Assisted Take-Off (RATO) . e il dispiegamento da camion, facilitando così un rapido utilizzo da parte di personale con specializzazione limitata. RATO non è un sistema nuovo, ma è molto efficace quando bisogna far decollare aereomobili da spazi ristretti o rampe.
A differenza dello Shahed-136 monouso, LUCAS può essere riutilizzato in configurazioni specifiche, come le missioni di ricognizione, migliorando così la sua efficienza in termini di costi. Funziona con alimentatori a 28 V e 12 V, supportando un’ampia gamma di carichi utili.
La sua rete mesh Multi-domain Unmanned Systems Communications (MUSIC) consente operazioni autonome in sciame e attacchi network-centric. Inoltre, questa rete consente a LUCAS di fungere da ripetitore di comunicazione, una capacità vitale in ambienti contesi dove i canali di comunicazione convenzionali possono essere interrotti.
Il costo del sistema LUCAS è stimato in circa 100.000 dollari per unità, notevolmente più economico dei tradizionali droni statunitensi, in linea con gli obiettivi di efficienza in termini di costi del Pentagono, anche se più costoso degli equivalenti sistemi iraniani o russi.
Dopo i test positivi, la sua disponibilità per la produzione lo rende pronto per un rapido dispiegamento a fianco delle forze statunitensi e alleate, in particolare in contesti che richiedono capacità di attacco scalabili ed economiche.
Incarna una combinazione armoniosa di convenienza, letalità e adattabilità. Le capacità di sciame, facilitate dalla rete MUSIC, consentono assalti coordinati in grado di sopraffare le difese avversarie. Inoltre, il suo design modulare estende la sua utilità funzionale oltre le operazioni kamikaze per includere ruoli quali intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR).
L’introduzione di Lucas ha un significato che va oltre i confini degli Stati Uniti. Gli alleati della NATO, dell’Indo-Pacifico e del Medio Oriente, che devono affrontare minacce simili da parte dei droni, dovrebbero dimostrare interesse per l’acquisto o la produzione congiunta di sistemi simili.
LUCAS è la dimostrazione di un concetto che fa fatica a introdursi in Europa, e pure in Italia, cioè che bisogna considerare sia i costi sia la possibilità di produrre in massa armi, non avere pezzi quasi unici, teoricamente perfetti, ma costosissimi. Purtroppo l’economia vince, anche in una situazione bellica pericolosa, ma in concetto è difficile da assimilare nel vecchio continente dei mega progetti.
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