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EconomiaFinanza

UBS, la tegola First Brands: fondi in liquidazione e 500 milioni a rischio

UBS costretta a liquidare fondi per 600 milioni: tutta colpa del crac di First Brands e di un’esposizione “nascosta” del 30% nel fondo O’Connor, ben oltre i limiti promessi agli investitori.

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La finanza, si sa, ama gli acronimi complessi e i trasferimenti di rischio, un’attività in cui UBS, come altre grandi banche, si è tuffata con entusiasmo. Peccato che, a volte, il rischio torni indietro come un boomerang. L’ultimo caso, riportato dal Financial Times, riguarda proprio il colosso bancario svizzero, costretto ora a liquidare un veicolo di investimento a causa di una pesante esposizione verso First Brands Group.

Per chi non la conoscesse, First Brands è (o meglio, era) un’azienda statunitense di componentistica per auto, il cui improvviso fallimento sta creando non pochi grattacapi alla finanza globale.

UBS si trova ora a gestire un’esposizione complessiva superiore ai 500 milioni di dollari verso il debito di First Brands, spalmata su varie divisioni del suo ramo investimenti. Il nervo scoperto, tuttavia, sembra essere la controllata O’Connor, storica divisione hedge fund con sede a Chicago che ora è al centro dei problemi della banca svizzera, come sottolinea anche Bloomberg.

Il “pasticcio” del fondo O’Connor

La situazione è tecnicamente interessante. Gli investitori del fondo “Opportunistic” di O’Connor (specializzato nel finanziamento del capitale circolante) sono stati informati che il 30% del portafoglio era legato a First Brands.

Questa esposizione, secondo quanto riferito, era così suddivisa:

  • 9,1% di esposizione “diretta”: Finanziamenti basati su fatture che First Brands doveva pagare.
  • 21,4% di esposizione “indiretta”: Finanziamenti basati su fatture che i clienti di First Brands dovevano pagare. Una forma di factoring.

Qui nasce la polemica. Pare che diversi investitori siano piuttosto irritati, poiché era stato loro assicurato che il fondo non avrebbe mai superato il 20% di asset su una singola “posizione”. La difesa di UBS, a quanto pare, si basa su un’interpretazione da manuale: l’esposizione “indiretta” (quel 21,4%) non contava come singola posizione, essendo suddivisa tra i vari clienti del gruppo fallito. Un sofismo tecnico che, tuttavia, non ha impedito al 30% del fondo di essere travolto da un unico fallimento e quindi di pagare una perdita fortissima.

La liquidazione

Ora UBS corre ai ripari. La banca ha confermato che i fondi O’Connor “Working Capital Opportunistic” sono in fase di liquidazione e che la maggioranza degli asset sarà monetizzata entro la fine dell’anno. L’obiettivo è recuperare il 70% del fondo esposto a First Brands entro dicembre.

La banca ha dichiarato: “Come priorità, stiamo adottando misure per proteggere gli interessi dei clienti e massimizzare il recupero delle restanti posizioni legate a First Brands attraverso il complesso processo fallimentare”.

L’aspetto quasi ironico della vicenda è che UBS sta liquidando anche un altro fondo, definito “High Grade” (legato a fatture di società considerate meno rischiose), nonostante questo specifico fondo non avesse alcuna esposizione al crac di First Brands. Una mossa forse necessaria per gestire la liquidità complessiva del comparto, che ammontava a circa 600 milioni di dollari. La copertura delle perdite deve venire da qualche parte , e in questo caso si vende un fondo in positivo, e ben investito, per coprire le perdite.

Domande e risposte

Perché UBS sta liquidando questi fondi? La causa scatenante è il fallimento improvviso della società americana First Brands Group. Un fondo specifico di UBS O’Connor, chiamato “Opportunistic”, aveva un’esposizione del 30% legata a questa singola azienda. Per gestire le perdite e proteggere gli investitori da ulteriori rischi, la banca ha deciso di liquidare il fondo e chiudere le posizioni, cercando di recuperare quanto più capitale possibile.

Perché gli investitori sono arrabbiati per l’esposizione? Agli investitori era stato garantito che il fondo non avrebbe superato un limite del 20% di esposizione su una “singola posizione”. Scoprire che il 30% era legato a First Brands ha violato questa promessa. UBS si difende sostenendo che solo il 9,1% era “diretto”, mentre il 21,4% era “indiretto” (legato ai clienti di First Brands) e quindi, tecnicamente, non contava ai fini del limite. Una distinzione che non ha comunque evitato il problema.

Qual è l’impatto totale per UBS? L’esposizione totale di UBS come gruppo bancario verso First Brands supera i 500 milioni di dollari. I fondi specifici di O’Connor che sono stati messi in liquidazione (sia quello esposto sia quello “High Grade” non esposto) gestivano un totale di circa 600 milioni di dollari di asset. La banca mira a recuperare la maggior parte degli asset entro la fine dell’anno.

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