Energia
Tverberg: L’Assurdità dell’Export di Gas Naturale USA
Gran bel post da Argento Fisico e Rischio Calcolato
Siete tutti liberi e incoraggiati a linkare questo articolo di questa simpatica vecchietta, Gail Tverberg, tutte le volte che troverete prossimamente articoli su giornali mainstream – non mancheranno – in cui pomperanno lo shale gas Made in USA
Our Finite World – The Absurdity of US Natural Gas Exports
Posted on March 31, 2014 by Gail TverbergQuiz:1. Quanto gas naturale si sta attualmente estraendo negli Stati Uniti?(a) appena sufficiente a soddisfare i bisogni interni(b) abbastanza da esportarne parecchio(c) abbastanza da esportarne almeno un po’(d) gli Stati Uniti sono un importatore di gas naturaleRisposta: (d) Gli Stati Uniti sono un importatore di gas naturale, e lo sono stati per parecchi anni. La EIA [U.S. Energy Information Administration] sta ora prevedendo che entro il 2017 saremo finalmente capaci di soddisfare i nostri bisogni di gas naturale per usi interni.Grafico 1. La storia recente e le previsioni sul gas naturale USAbasate sull’Annual Energy Outlook 2014 Early Release della EIA.Infatti, quest’ultimo anno, con un inverno particolarmente freddo abbiamo avuto problemi di consumo eccessivo delle quantità di scorta.Grafico 2. Chart dell’EIA che mostra l’andamento del gas naturale stipato a riservarispetto alle medie dei 5 anni precedenti.Tratto dal Weekly Natural Gas Storage Report.C’è persino una discussione in atto sul Wall Street Journal se si sarà capaci di rimpinguare le scorte ormai ridotte al lumicino dopo l’inverno passato, ai ritmi attuali di produzione, entro l’autunno prossimo (!)2. Di quanto gas naturale si parla di esportare dagli Stati Uniti?(a) Una piccola quantità, meno del 5% della produzione attuale(b) Circa il 20% di quello attualmente prodotto(c) Circa il 40% di quello attualmente prodotto(d) Più del 60% di quello attualmente prodottoLa risposta esatta e la (d) Più del 60% di quello attualmente prodotto. Se guardiamo alle applications per export di gas naturale che troviamo sul sito Energy.Gov scopriamo che totalizzano 42 miliardi di metri cubi al giorno, e la maggior parte delle applications sono già state approvate*. Questo dato va comparato con la produzione di gas naturale degli Stati Uniti nel 2013, che è stata di 67 miliardi di metri cubi al giorno. Infatti, se le companies che hanno fatto richiesta di poter esportare [mi risulta che negli USA è stato a lungo vietato l’export di petrolio e combustibili fossili … sin dallo shock petrolifero negli anni ’70. Ragioni di sicurezza nazionale. Er] riuscissero a costruire tutte le infrastrutture necessarie in, diciamo, 3 anni, e nel frattempo si arrivasse a produrre un po’ di gas in più, potremmo restare con meno della metà del gas prodotto negli States disponibile per i nostri consumi interni.* Questo è un mio calcolo della somma, pari a 38,51 miliardi di metri cubi al giorno dalle Free Trade Association applications (e applications combinate) e 3,25 dalle Non-Free Trade applications.3. Quanto si prevede che saliranno i bisogni di gas naturale per consumi interni negli Stati Uniti per il 2030?(a) non saliranno(b) saliranno del 12%(c) saliranno del 50%(d) saliranno del 150%Se vogliamo accreditare la US Energy Information Administration, ci si attende che i bisogni interni di gas naturale negli Stati Uniti saliranno del 12% fra il 2013 e il 2030 (risposta (a)). Per il 2014 il consumo di gas naturale è atteso essere più alto che nel 2013 del 23%. Tutto ciò è abbastanza sorprendente, per diverse ragioni. Per esempio stiamo parlando di abbandonare gradualmente l’uso del carbone per la produzione di elettricità e al momento usiamo tanto carbone quanto gas naturale per questo scopo. Il gas naturale sarebbe quindi ovviamente un’alternativa al più pericoloso carbone, dal punto di vista ambientale e della salute pubblica [vedi recenti discussioni sulle centrali Sorgenia di tal De Benedetti in Liguria. Er]Per di più la EIA si aspetta che la produzione di petrolio statunitense sia in calo per i 2020 (Grafico 3 qui sotto), e quindi, logicamente, potremmo voler usare il gas naturale anche per l’autotrasporto.Grafico 3. US Annual Energy Outlook 2014 Early Release Oil – Previsioni per gli United States.Attualmente usiamo più petrolio che gas naturale e quindi un cambiamento di questo tipo potrebbe in teoria portare facilmente ad un consumo anche del 100% superiore ad oggi di gas naturale per bisogni interni.Molti impianti nucleari che abbiamo in attività adesso dovranno essere rimpiazzati nei prossimi 20 anni. Se andassimo a sostituire anche questi, o parte di questi, col gas naturale, ovviamente i consumi interni di gas salirebbero ulteriormente.Quindi le previsioni della EIA sui bisogni di gas naturale per soddisfare la domanda interna mi pajono sicuramente un tantinello “leggeri” e conservativi.4. Come si integra la crescita di produzione di gas naturale negli USA con la crescita degli altri combustibili secondo la EIA?(a) Il Gas naturale è il solo combustibile che mostra una crescita sostenuta delle produzioni(b) Le Rinnovabili crescono molto di più del gas naturale(c) Sono in crescita tutte le forme di combustibiliLa risposta è la (a). Il gas naturale è il solo combustibile dato in crescita sostenuta fra oggi e il 2040.Il grafico 4 qui sotto mostra i dati della EIA – tratti dall’Annual Energy Outlook 2014 Early Release – sulle previsioni di produzione di tutti i tipi di energia negli Stati Uniti.Grafico 4. Forecast US Energy Production by source,from US EIA’s Annual Energy Outlook 2014 Early Release.Il gas naturale è praticamente il solo settore dato in crescita, in salita dal 31% di tutta la produzione energetica statunitense nel 2012 sino al 38% previsto per il 2040. Le rinnovabili sono attese in crescita dall’11% al 12% come totale della produzione energetica USA (probabilmente perché per lo più si parla di idroelettrico e questo non può crescere più di tanto). Tutti gli altri tipi di energia sino attesi in riduzione, come percentuale del totale, fra il 2012 e il 2040.5. Qual’è la projezione sul prezzo del gas?(a) in crescita lenta(b) in crescita rapida(c) dipende da a chi lo chiediDipende da chi ti risponde: risposta (c). Secondo la EIA i prezzi del gas naturale dovrebbero restare piuttosto bassi. La EIA fornisce una previsione dei prezzi del gas naturale per i produttori di elettricità dalla quale stimare i prezzi all’estrazione (Grafico 5).Figure 5. Previsione della EIA sul prezzo del Natural Gas per usi elettrici, da AEO 2014 Advance Release,insieme con le mie previsioni di prezzi corrispondenti all’estrazione (2011 e 2012 sono dati, non previsioni.)In questa previsione i prezzi al pozzo restano sotto i 5 dollari sino al 2028. Le compagnie elettriche guardando questi prezzi bassi dovrebbero decidere di pianificare di potenziare la produzione di elettricità da gas.Il problema – e la ragione per cui si vuole esportare il gas americano – è che la maggior parte dei produttori non possono estrarre gas naturale da scisti [shale gas] ai prezzi bassi che abbiamo visto negli ultimi anni. Hanno bisogno di prezzi molto più alti per arrivare a farci dei soldi invece di perderli.Vediamo un susseguirsi di articoli, uno dopo l’altro, su questo argomento: dall’Oil and Gas Journal, su Bloomberg, sul Financial Times. Il Wall Street Journal ha citato Rex Tillerson della Exxon [Esso in Italia]: “Ci stiamo tutti rimettendo la camicia qui. Non arriviamo a fare soldi, siamo tutti in rosso.”Perché dovere esportare tutto questo gas naturale se non ne abbiamo poi così tanto e la porzione non convenzionale, quella da scisti – shale gas, che è la sola in crescita – è così poco profittevole? La ragione di tutti gli export è pompare il prezzo dello shale gas così da non fare finire in vacca tutte le imprese produttrici di shale [questa frase l’ho tradotta un po’ liberamente. Er].A questo si arriva in parte con prezzi spinti verso l’alto (spedendo la produzione in eccesso al di la dell’oceano) e in parte traendo vantaggio dai prezzi più alche che ci sono in Europa e Giappone.Figure 6. Paragone dei prezzi del gas natural basati sui dati “Pink Sheet” della World Bank.Sono stati aggiunti anche i prezzi del petrolio mondiale sulla stessa base di dati.Ci sono diverse questioni su cui riflettere sulla base di tutto quello che abbiamo appena visto.Scaricare immense quantità di gas naturale in export mondiali è verosimile che porterebbe al crollo dei prezzi al di la degli oceani, esattamente come l’aver scaricato lo shale gas sul mercato interno americano ha fatto crollare i prezzi del gas qui (e portato molti a fraintendere e pensare che lo shale sia a buon mercato .. non è cosi).La quantità di capacità esportatrice di gas naturale che è ora in processo di approvazione è immensa: 42 miliardi di metri cubi al giorno.L’UE importa solo circa 30 miliardi di metri cubi al gg, da diverse fonti [Russia, Nord Africa … Er]. Questa quantità non è salita dal 2005, anche se la produzione di gas naturale nell’UE è scesa.Il Giappone ha importato 12 miliardi di metri cubi di gas al gg nel 2012.L’ammontare della Cina è di circa 4 mld di m3/gg.Quindi, in teoria, se ci proviamo veramente con tutti i nostri sforzi, si troverebbe forse da piazzare i 42 mld m3/gg che vorremo esportare – ma ci vorrebbero sforzi immensi per riuscirci.Ci sono poi altre questioni. Le nazioni che importano immense quantità di gas naturale ad alto prezzo non sono finanziariamente messe troppo bene. Non possono permettersi di importare ancora più gas ad alto prezzo. Difatti una bella fetta delle ragioni per cui non sono in salute finanziaria è proprio perché pagano troppo per importare gas (e petrolio).Se saranno invece gli USA a pagare questi alti prezzi per il gas – anche se ce lo produciamo noi stessi – saranno gli States a non stare bene finanziariamente. In particolare le companies che producono beni con l’uso di elettricità prodotta col gas naturale ad alto prezzo scopriranno che i loro prodotti non sono competitivo sul mercato globale con gli stessi beni prodotti con forme di energia più economiche (carbone, nucleare o idroelettrico per esempio). Questo è un problema, sia che il paese produca gas naturale ad alto prezzo per se stesso o che lo importi.Quindi il problema non è tanto se il gas lo importi o le esporti quanto piuttosto il fatto che costa, comunque, tanto.Un’altra questione ancora è che con lo shale gas siamo sempre nel settore degli alti costi. C’è un sacco di gas prodotto in giro per il mondo, particolarmente nel Medio Oriente, ed è convenzionale e più a buon mercato.Se sommiamo i nostri alti costi di produzione con lo shale agli alti costi di spedire a grande distanza attraverso l’Atlantico o il Pacifico l’LNG [il gas liquefatto, compresso. Er], saremo sicuramente il produttore più costoso al mondo. Alcuni produttori, anche da shale, coi costi di estrazione un po’ più bassi possono anche loro a mala pena fare modesti affari spedendo LNG overseas.C’è la grande tentazione di creare problemi, di incoraggiare l’Europa a comprare i nostri export di gas da scisti piuttosto del gas convenzionale dalla Russia. Ovviamente non è proprio chiaro come potremmo farlo visto che mancano una marea di infrastrutture necessarie e costosissime.E’ proprio una bella storia, piena di “se”: “SE possiamo davvero estrarre questo gas. SE davvero il prezzo può salire e restare alto. SE aspettiamo abbastanza….”. Tutto questo presuppone che gli USA siano più ricchi e potenti di quanto non siano veramente. Possiamo anche far finta di poter ajutare l’Ucraina.Forse l’esito più auspicabile sarebbe che non fosse approvata nessuna esportazione di gas, proprio nessuna. Se davvero possiamo estrarre questo gas sarà meglio se ce lo teniamo qui. O se lo lasciamo direttamente sottoterra.
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