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Materie prime

Tutto l’oro del mondo in una sfera: quanto vale (e perché le Banche Centrali continuano ad accumularlo)

Visualizzare lo stock globale di oro svela perché le Banche Centrali comprano a mani basse: sopra la terra vale 29 trilioni, ma sotto ne restano solo 40 anni.

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Se fondessimo tutto l’oro mai estratto nella storia dell’umanità, otterremmo una sfera alta appena come la Casa Bianca. Eppure, quella sfera oggi vale 47 trilioni di dollari. Ecco l’analisi dello stock globale e di cosa sta spingendo la corsa ai massimi del 2025.

C’è qualcosa di atavico nel rapporto tra l’uomo e il metallo giallo. Mentre le valute fiat si moltiplicano con un semplice click sui server delle Banche Centrali, l’oro rimane lì, testardo, scarso e, in questo fine 2025, decisamente costoso. Con le quotazioni che hanno toccato i 4.166 dollari per oncia troy, è il momento di fare un passo indietro e visualizzare quanto oro esiste davvero sul nostro pianeta, sia sopra che sotto la crosta terrestre.

I dati forniti dal World Gold Council e rielaborati graficamente da VisualCapitalist ci offrono una prospettiva quasi vertiginosa: se prendessimo ogni singolo anello nuziale, ogni lingotto nei caveau di Fort Knox, ogni componente elettronico dorato e lo fondessimo insieme alle riserve ancora da estrarre, otterremmo un cubo? No, una sfera. E non una sfera grande come un pianeta, ma un oggetto sorprendentemente piccolo.

L’oro totale al mondo, in una sfera

La sfera da 107 piedi

Immaginate una sfera d’oro alta circa 32,6 metri (107 piedi). Se la posizionaste nel prato sud della Casa Bianca, la sua sommità sfiorerebbe appena la bandiera sul tetto della residenza presidenziale. Ecco, quello è tutto l’oro del mondo.

Nonostante le dimensioni contenute, il valore economico è mostruoso. A fronte di un prezzo spot di oltre 4.000 dollari l’oncia, il valore combinato dell’oro estratto e di quello ancora sottoterra ha raggiunto i 46.700 miliardi di dollari (47 trilioni). Una cifra che fa impallidire il PIL di intere nazioni e che spiega perché, in un mondo di incertezze geopolitiche, il rifugio sicuro per eccellenza brilli più che mai.

I numeri: cosa c’è sopra e cosa c’è sotto

Per gli amanti della precisione statistica, ecco come si suddivide la ricchezza aurea globale alla fine del 2024. È utile distinguere tra lo stock già in circolazione (gioielli, investimenti privati, riserve statali) e quello che giace ancora nelle viscere della terra.

CategoriaTonnellateValore in USD (Trilioni)
Oro già estratto (Above-ground)216.265$ 29,0
Oro sotterraneo accertato (Below-ground)132.110$ 17,7
Totale Stock Mondiale348.375$ 46,7

Nota: Valori calcolati su un prezzo di $4.166/oncia.

È interessante notare come l’oro “sotterraneo” sia suddiviso in Riserve (giacimenti identificati ed economicamente estraibili al prezzo attuale) e Risorse (oro che sappiamo esistere, ma che potrebbe essere troppo costoso o difficile da estrarre senza nuove tecnologie o prezzi ancora più alti).

Perché l’oro sta correndo? (Non è solo speculazione)

Il 2025 si sta rivelando un anno d’oro, letteralmente. Con un rialzo che supera il 50% da inizio anno, nonostante un leggero ritracciamento dai massimi di ottobre ($4.380/oz), i fondamentali che spingono il metallo sono da manuale di macroeconomia.

Non siamo di fronte a una bolla speculativa irrazionale, ma alla reazione del mercato a tre fattori “tossici” per la stabilità monetaria tradizionale:

  • Tensioni Geopolitiche: In un mondo frammentato, l’oro non ha rischio di controparte. Non è il debito di nessuno.
  • Dollaro Debole: La valuta statunitense mostra segni di affaticamento strutturale.
  • Inflazione “Sticky”: L’inflazione si è rivelata più appiccicosa del previsto, erodendo il potere d’acquisto della carta moneta.

Ma il vero motore, quello che dovrebbe far riflettere gli osservatori più attenti, è l’atteggiamento delle Banche Centrali. Nel terzo trimestre del 2025, gli acquisti istituzionali sono aumentati del 28%. Chi stampa moneta sta comprando oro. Un’ironia che non sfuggirà ai nostri lettori: i guardiani della valuta fiat si stanno coprendo le spalle con l’unica asset class che non possono stampare. A questo si aggiungono i flussi negli ETF garantiti in oro, che hanno toccato i 26 miliardi di dollari.

La scarsità: quanto ne rimane?

La domanda che ogni investitore razionale si pone è: quanto ne abbiamo ancora? La risposta è: meno di quanto pensiate.

Circa il 62% dell’oro esistente è già stato estratto. Rimane sottoterra solo il 38% dello stock totale (identificato).

Al ritmo di produzione del 2024, pari a circa 3.661 tonnellate l’anno, le riserve sotterranee attuali garantiscono poco meno di 40 anni di attività estrattiva. Certo, il progresso tecnologico o prezzi ancora più alti potrebbero rendere convenienti giacimenti oggi ignorati, ma la finitezza fisica dell’oro rimane il suo driver principale. In un mondo in cui tutto può essere inflazionato, l’oro rimane limitato dalla geologia. E questo, per un mercato in cerca di ancore di valore, è l’unico dato che conta davvero.

Oro nel quarzo

Domande e Risposte

L’oro rimasto sottoterra finirà davvero tra 40 anni?

Non necessariamente. Il dato di “40 anni” si basa sulle riserve attualmente identificate ed economicamente vantaggiose da estrarre ai prezzi odierni. Tuttavia, l’aumento del prezzo dell’oro rende improvvisamente convenienti miniere che prima erano troppo costose da sfruttare. Inoltre, le nuove tecnologie di prospezione geologica permettono di scoprire nuovi giacimenti sempre più profondi.1 È un concetto dinamico: finché il prezzo sale, la quantità di oro “estraibile” tende tecnicamente ad aumentare, posticipando la data di esaurimento fisico, anche se i costi di estrazione cresceranno inevitabilmente.

Perché le Banche Centrali stanno comprando oro se possono stampare moneta?

Le Banche Centrali acquistano oro principalmente per diversificare le proprie riserve e ridurre la dipendenza dal dollaro USA o dall’Euro.2 In un contesto di tensioni geopolitiche e sanzioni internazionali, l’oro è l’unico asset che non comporta “rischio di controparte”: non è il debito di un altro stato e non può essere congelato digitalmente. Inoltre, funge da copertura contro l’inflazione interna e conferisce credibilità alla valuta nazionale. È, in sostanza, l’assicurazione finale contro il fallimento delle loro stesse politiche monetarie.

Cosa determina la differenza tra “Riserve” e “Risorse” auree?

La distinzione è puramente economica e geologica. Le Riserve sono depositi di oro la cui esistenza è certa e che possono essere estratti con profitto utilizzando le tecnologie attuali e ai prezzi di mercato correnti. Le Risorse, invece, includono l’oro che si presume esista o che è stato identificato, ma che al momento non è conveniente estrarre (magari perché troppo in profondità o in concentrazioni troppo basse). Se il prezzo dell’oro sale drasticamente, una “risorsa” può essere riclassificata come “riserva”.

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