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“TUTTI CONTRO SALVINI” di Pietro De Leo.

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Le scritte sui muri, i fantocci bruciati, i centri sociali che assediano i comizi. E ancora gli anatemi della classe intellettuale e degli uomini politici della sinistra, che lo accusano di razzismo e fascismo.

L’ascesa politica di Matteo Salvini, dal momento in cui è diventato Segretario della Lega fino all’arrivo al governo è stata costellata da un linciaggio continuo, senza risparmio di violenza, sia verbale che (nelle intenzioni) fisica. E dunque alla delegittimazione della sua figura, percepita come minaccia per la convivenza civile, si affianca la legittimazione di qualsiasi gesto di ostilità da compiere contro di lui.

Lo stesso fenomeno visto in Italia con Berlusconi e oltreoceano con Donald Trump. Questo tema è al centro di “Tutti contro Salvini” (Giubilei Regnani), un libro scritto dal giornalista del Tempo Pietro De Leo. Si tratta di un volume che traccia la radiografia della sinistra, intesa non in senso novecentesco, ma nella dimensione contemporanea: quell’ “Esercito della bontà”, lo definisce l’autore, che propugna un mondo senza frontiere.

Nel libro ci sono tutti: da Roberto Saviano a Oliviero Toscani, da Laura Boldrini, a Matteo Renzi. Per non parlare dei “sacerdoti di frontiera” e alcuni professori nelle scuole. E’ il ritratto del buonismo con le sue ipocrisie: indulgente e buonista verso gli immigrati, senza calcolare i rischi di un’accoglienza senza limiti. Spietato ed implacabile con un avversario politico –e relativi elettori- che ha tirato giù la maschera ad un quadretto multiculturale fallimentare e pericoloso.


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