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Tutti contro Lukaschenka, per non ottenere nulla

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Belarusian President Alexander Lukashenko, center, gives a speech during a military parade that marked the 75th anniversary of the allied victory over Nazi Germany, in Minsk, Belarus, Saturday, May 9, 2020. (Sergei Gapon/Pool Photo via AP)

C’è stato in minuscolo lato positivo in quanto accaduto nei cieli bielorussi, con il dirottamento del volo Ryanair: abbiamo avuto un vertice dei capi di governo UE non basato sulla fuffa del Green Deal e concentrato nel dire “No” all’Italia su Dublino. Questa volta Lukaschenko , o Lukaschenka, come si dice in inglese, è riuscito a trasformare un colloquio superficiale e inconcludente in uno in cui si è discusso seriamente. Segno di questa scelta sono state le misure strette di sicurezza: nessun cellulare e nessun assistente al seguito dei capi di governo, per evitare fughe di notizie di cui, evidentemente, si è a conoscenza, in modo da poter discutere direttamente. Del resto si discute delle misure politiche ed economiche contro il regime bielorusso e magari è meglio che Putin, suo protettore, le sappia dopo, non prima.

Sicuramente tutti hanno preso atto della totale inutilità delle misure politiche, come quelle legate al divieto di viaggio nella UE dei politici di Minsk già emesse dopo le elezioni del  2020. Con il paese saldamente ancorato alla Russia, addirittura prossimo a federarsi con questa, queste misure sono risultate ridicole. Si passa quindi alle misure economiche che consisteranno a quanto pare:

  • divieto di sorvolo per le compagnie europee del cielo bielorusso, mossa ovvia dopo quello che è successo al volo di linea Ryanair e già messa in atto da diverse compagnie aeree, fra cui Lufthansa. questo però metterà in difficoltà i voli provenienti dal regno Unito e dalla Germania e diretti all’Estremo Oriente e che già non possono sorvolare l’Ucraina;
  • divieto per le compagnie bielorusse di operare nell’unione;
  • blocco dei tre miliardi di aiuto annui alla Bielorussia, praticamente quasi nulla;
  • altre misure economiche contro il regime di Minsk.

Effetto delle misure? Praticamente nullo, dato che già la Bielorussia ha come partner principale la Russia, e solo 1/5 del suo import viene dall’Occidente. Anzi si spinge definitivamente Lukashenko nelle mani di Putin, anzi a questo punto è fin forse meglio, perchè almeno si sa con chi si ha a che fare. Comunque l’ennesima prova dell’inutilità della Commissione e dell’impotenza dell’Europa, così come è costruita ora.

 


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