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TUTTI ATLANTICI I CONSULENTI DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER IL TRATTATO TRANSATLANTICO (TTIP) di Giovanni Bottazzi

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La Commissione dell’Unione Europea è delegata, fra l’altro, a seguire i negoziati del Trattato Transatlantico di partenariato di scambi e investimenti tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, in sigla TTIP. A questo scopo si avvale di un gruppo di esperti, selezionati secondo varie competenze e settori di attività. Denominato “Transatlantic Trade & Investment Partnership (TTIP) Advisory Group”.

Non ho notizia se la nomina dei consulenti sia stata fatta dalla nuova Commissione Junker o dalla precedente, quella diretta da Barroso: sebbene il documento della Commissione che ho trovato[1] porti la data del 1° aprile 2015, questa potrebbe essere la data di desecretazione. E’ possibile che il gruppo fosse già previsto in precedenza ed anche che alcuni (o tutti) gli esperti siano stati semplicemente confermati. Ritengo comunque opportuno esaminare attentamente la composizione del gruppo dei consulenti come attualmente incaricati. Disponendo soltanto di un sintetico curriculum vitae di ciascun consulente, possiamo farlo senza entrare nel merito ma con riferimento ad un unico aspetto facilmente rilevabile, la nazionalità.

I consulenti della Commissione Europea per il TTIP sono 16, mentre i Paesi aderenti all’UE sono 28; quindi, se fossero scelti nel modo più equanime possibile, poniamo uno per Paese d’origine, rimarrebbero comunque scoperti 12 Paesi. Se invece guardiamo all’effettiva composizione per nazionalità dei consulenti in carica, troviamo che appartengono a soli 9 Paesi, cosicché restano attualmente scoperti ben 19 Paesi, cioè 7 in più dei dodici che si avrebbero in caso di equiripartizione. Infatti alcuni Paesi vantano più di un consulente, precisamente il Belgio 5 (ossia 4 in più), mentre Germania, Olanda e Ragno Unito ne hanno ciascuno 2, ossia 1 in più: insomma, appunto i 7 in più rispetto all’equiripartizione.

Per valutare meglio la disparità di trattamento possiamo raggruppare i 28 Paesi per zona geografica, come risulta in tabella. Ne emergono evidenze significative.

 

Zona   Paesi N. consulenti per Paese N. consulenti per zona
Nord Danimarca 1
  Svezia 1
Nord-Ovest Regno Unito 2
  Irlanda 2
Nord-Est Estonia
  Lituania
  Lettonia
  Finlandia 1 1
Centro Germania 2
  Austria
  Croazia
  Slovenia 2
Ovest Francia 1
  Belgio 5
  Paesi Bassi 2
  Lussemburgo 8
Sud-Ovest Spagna
  Portogallo 1 1
Sud Italia
  Malta 0
Sud-Est Cipro
  Grecia 0
Est Polonia
  Romania
  Repubblica Ceca 1
  Ungheria
  Slovacchia
Bulgaria 1
Totali   16 16

 

Delle 16 nomine di consiglieri, ben 10 si concentrano nei Paesi del Nord-Ovest, del Centro e dell’Ovest, mentre restano completamente scoperti i Paesi del Sud e del Sud-Est. Ora questa disparità non può essere frutto del caso. E’ ben vero che il “filotto” del Belgio (5 nomine) trova una qualche spiegazione con il fatto logistico, avendo la UE ha sede a Bruxelles, con il vantaggio del bilinguismo, oltre alla diffusione della lingua tedesca; ma non può essere dovuto al caso che Italia, Grecia e Spagna, oltre a Malta e Cipro, proprio tutti Paesi mediterranei, non abbiano espresso neppure un esperto [2].

Pur non conoscendo l’effettiva importanza dei consulenti, posso tuttavia arguire che il loro apporto in termini di indirizzo non sia nullo e questo merita qualche riflessione.

I Paesi più rappresentati sono quelli con sbocco al Mare del Nord e, comunque, all’Atlantico, caratterizzati da una struttura delle attività economiche già ora più simile a quella degli Stati Uniti:  gli occupati in agricoltura rispetto agli occupati  complessivi coprono una quota intorno al 2% o meno (questo certamente nel Regno Unito). L’agricoltura di questi Paesi subirebbe quindi minori sconvolgimenti dalla liberalizzazione degli scambi commerciali con gli USA rispetto a quanto succederebbe per esempio dell’Italia, dove l’agricoltura copre il 4% e più dell’occupazione complessiva ed è caratterizzata da assetti molto diversi rispetto ai Paesi favoriti dalla nomina degli esperti.

Inoltre, se il Trattato TTIP si concludesse nei termini proposti, quali è dato di conoscere nonostante il velo di riservatezza che copre il negoziato, è prevedibile che comporterebbe lo sviamento di una quota considerevole del commercio dalle rotte intra-UE a quella con gli USA. In tal caso, vi sarebbero benefici per il sistema dei trasporti e quello portuale della costa atlantica e del Mare del Nord, da Brest a Liverpool, da Amburgo ad Anversa e Rotterdam, con simmetrico scapito per i trasporti e la portualità del Mediterraneo, come Barcellona, Marsiglia, Genova, Napoli, Pireo.

Queste riflessioni evidenziano dettagli in cui però potrebbe nascondersi il diavolo: dettagli che potrebbero rivelare l’impostazione del TTIP e la sua coerenza con un’idea diciamo parziale circa al futuro dell’Unione Europea, visione che sembra portata avanti da questa Commissione Europea mostratasi sinora accondiscendente verso le proposte della controparte USA, a volte anche in difficile armonia con le posizioni del Parlamento Europeo, che recentemente ha rinviato il suo voto al riguardo. Il tipo di selezione degli esperti potrebbe essere uno degli elementi di dettaglio non molto appariscenti che, però, nella loro somma, spingono l’organizzazione dell’Unione Europea ad essere sentita come così poco vicina agli interessi dei cittadini delle nostre parti e incapace di suscitare in loro qualche entusiasmo. Speriamo ci sia ancora modo di rimediare.

Giovanni Bottazzi

[1] Vedi:  http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2014/january/tradoc_152102.pdf

[2] Leggo ciò che recita il “Register of Commission Expert Group”F (http://ec.europa.eu/transparency/regexpert/index.cfm?do=faq.faq&aide=2) :

How are the members of a Commission expert group selected? This is determined by a number of factors, to be assessed on a case by case basis, such as the field concerned, the group’s mandate and the specific expertise required.

Individuals appointed in a personal capacity: They are chosen according to a selection process that guarantees a high level of expertise and, as far as possible, a geographical and gender balance, while taking into account the specific tasks of the expert group and the type of expertise required. Furthermore, the selection of experts is carried out in such a way as to avoid any conflict of interests.

 


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