Energia
Turchia: terminal petrolifero cessa le importazioni dalla Russia, per il timore di sanzioni finanziarie
Le sanzioni finanziarie convincono il termina petrolifero di Dortyol a cessare i rapporti con il greggio proveniente da Mosca, nonostante la sua convenienza. Nessuno vuole grane bancarie e finanziarie, se non con forti sconti
Un terminal petrolifero turco sul Mediterraneo smetterà di importare petrolio russo in seguito all’intensificarsi della pressione delle sanzioni statunitensi sulle esportazioni di Mosca, ha dichiarato martedì a Reuters l’operatore del terminal.
Global Terminal Services (GTS) gestisce il terminal di medie dimensioni di Dortyol sul Mediterraneo e ha deciso di non accettare più volumi di origine russa per evitare possibili connessioni con il petrolio russo.
“GTS ha deciso di tagliare tutti i possibili collegamenti con il petrolio russo e ha dichiarato di conseguenza ai suoi clienti alla fine di febbraio 2024 che, anche se non vi è alcuna violazione di leggi, regolamenti o sanzioni, non accetterà alcun prodotto di origine russa o alcun prodotto caricato da porti russi come misura aggiuntiva alle norme sanzionatorie in vigore”, ha dichiarato la società a Reuters.
Tutte le precedenti importazioni di petrolio russo sono state conformi alle sanzioni in vigore, compreso il tetto di prezzo del G7 sul greggio e sui prodotti petroliferi russi, ha aggiunto GTS.
Dopo che l’anno scorso l’UE ha vietato le importazioni di greggio e prodotti russi, la Turchia è diventata uno dei maggiori importatori di petrolio russo.
Tuttavia, la recente minaccia degli Stati Uniti di imporre sanzioni secondarie alle società finanziarie e ad altri intermediari che fanno affari con la Russia ha già provocato una riduzione del commercio turco-russo, anche per quanto riguarda il petrolio. Nessuno vuole rischiare di farsi chiudere il conto corrente per una transazione con la Russia.
Il commercio tra la Russia e la Turchia ha subito una battuta d’arresto dalla fine di dicembre, con alcuni ritardi nei pagamenti dei carichi di petrolio russo importati, in quanto le banche stanno aumentando i controlli di conformità in seguito alla minaccia degli Stati Uniti di sanzionare le istituzioni finanziarie che facilitano gli affari con la Russia.
A dicembre, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo che autorizza il Segretario del Tesoro, in consultazione con il Segretario di Stato, a imporre potenzialmente sanzioni a un’istituzione finanziaria straniera se questa risulta aver “condotto o facilitato una o più transazioni significative per o per conto di una persona designata” nelle sanzioni contro la Russia.
A seguito di questa nuova minaccia di sanzioni, i pagamenti sono stati interrotti e si sono verificati alcuni ritardi nei pagamenti dei carichi di petrolio che la Turchia importa dalla Russia, hanno dichiarato il mese scorso a Reuters diverse fonti a conoscenza della situazione.
L’applicazione rigida delle sanzioni finanziarie sta escludendo da molti mercati il prodotto russo, anche il petrolio. Un esempio sono le recenti notizie che riportano come forti sconti siano stati concessi alla Cina per spingere le sue raffinerie ad acquistare il petrolio Sokol proveniente dall’isola di Sakhalin.
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